
Apple introduce nuove regole per gli sviluppatori che pubblicano su App Store in Unione europea. L’intenzione è quella di adeguarsi alle richieste del Digital Markets Act. È una risposta a quanto stabilito il mese scorso dalla Commissione europea. Per l’Ue, il colosso non rispetta in pieno la normativa sulla concorrenza dei mercati digitali (Dma). Per queste ragioni è arrivato l’invito ad allinearsi entro 30 giorni. Ad aprile, la stessa Ue aveva inflitto ad Apple una multa da 500 milioni di euro per pratiche di “anti-steering”, che rendono complesso per gli sviluppatori indirizzare gli utenti verso acquisti esterni all’App Store. Apple può presentare ricorso contro la decisione fino al 7 luglio. Tra le novità più recenti, figura l’introduzione di due livelli di percentuale sulle commissioni per gli sviluppatori, Tier 1 e Tier 2. Il primo prevede una commissione ridotta del 5 per cento sugli acquisti in-app, con la possibilità di accedere a funzionalità di base, come distribuzione, sicurezza e assistenza da parte di Apple.
Il Tier 2 invece, mantiene la commissione al 13 per cento (ridotta al 10 per cento per gli sviluppatori iscritti allo Small Business Program o per gli abbonamenti di lunga durata), garantendo l’accesso completo all’ecosistema dell’App Store. Tutte le app verranno inizialmente inserite nel Tier 2, ma gli sviluppatori avranno la possibilità di optare per il Tier 1. A completare il quadro, una nuova commissione del 5 per cento, chiamata Core Technology Commission. Quando un utente installa un’applicazione dal negozio ufficiale di Apple e da questa clicca su un link per completare l’acquisto su siti di terze parti, la Mela tratterrà la percentuale comunicata. Quest’ultima modifica rimpiazzerà la modalità precedente, Core Technology Fee, dal 1 gennaio 2026, stabilendo un modello di business unico all’interno dell’Unione europea.
Frattanto, la Commissione europea non conferma l’indiscrezione apparsa la scorsa settimana sul Wall Street Journal secondo cui Usa e Ue sarebbero prossimi a un accordo su diverse questioni commerciali non tariffarie, tra cui proprio il Digital Markets Act che mira a prevenire pratiche sleali da parte delle grandi piattaforme online nel mercato digitale. “Senza entrare nei dettagli dei negoziati commerciali – aveva detto Ursula von der Leyen – sono molto chiara su alcuni temi che toccano la sovranità del processo decisionale in Ue. Per noi questo è assolutamente intoccabile”. Il portavoce dell’Ue ribadisce che i due pilastri che regolano il digitale in Ue, oltre al Dma anche il Digital Services Act (Dsa), sono “geograficamente neutrali, non stiamo prendendo di mira alcuna azienda o giurisdizione geografica specifica”. Quanto alle multe, le prime inflitte ai sensi del Dma, nei confronti di Meta e Apple, Palazzo Berlaymont specifica che la questione “non è correlata alle discussioni commerciali che si stanno svolgendo parallelamente”. Le proposte delle due aziende per evitare nuove sanzioni sono “in fase di valutazione da parte della Commissione” ha spiegato ancora il portavoce ricordando che la scadenza per conformarsi a quanto prescritto nel Dma era ieri, il 26 giugno. “Il nostro obiettivo con il Dsa e il Dma non è assolutamente quello di emettere una sanzione”, ma quello di “rendere queste piattaforme conformi perché vogliamo che rispettino la nostra legislazione a beneficio delle nostre aziende e dei nostri cittadini” ha spiegato.
Aggiornato il 27 giugno 2025 alle ore 13:03