Google e l’evoluzione dell’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale diventa una questione centrale della ricerca di Google. Il suo motore di ricerca, minacciato dall’avanzata di ChatGpt che ora può fare anche ricerche online. Ma la tecnologia di Big G si rafforza pure nella generazione di immagini e video come film o nelle videochiamate in 3D, evoluzione del veterano Skype andato in pensione pochi giorni fa. Alla base di tutto c’è il modello di Ia Gemini, che agevola la personalizzazione come “un assistente universale” per gli utenti. Come afferma Sundar Pichai, ceo di Google e Alphabet, alla conferenza degli sviluppatori che si è aperta a Mountain View, “più intelligenza artificiale è disponibile per tutti, ovunque. E il mondo sta rispondendo, adottandola più velocemente che mai. Decenni di ricerca stanno diventando realtà per persone, aziende e comunità in tutto il mondo”. Alla competizione sull’Ia dei big mondiali – da OpenAI alla cinese DeepSeek – Google risponde rafforzando l’esperienza della ricerca online.

Dopo la funzione AI Overview presentata lo scorso anno – disponibile in 200 Paesi, 40 lingue e con oltre 1,5 miliardi di utenti – lancia a partire dagli Stati Uniti “AI Mode” che aggiunge funzioni multimodali e diventa un assistente degli utenti. Ad esempio con Project Astra diventa visuale: si potrà chiedere a Google un’informazione inquadrando qualcosa con la fotocamera di un dispositivo, potrà vedere come noi e offrire suggerimenti. Oppure si potranno eseguire più ricerche, ragionare su informazioni disparate e creare un rapporto di citazioni di esperti in pochi minuti. O ancora con Project Mariner si potrà chiedere di trovare dei biglietti per un concerto esaminando varie opzioni (c’è un accordo con Ticketmaster, StubHub, Resy e Vagaro). Invece con Shopping Graph l’Ia aiuterà a provare virtualmente un capo ed eventualmente acquistarlo con Google Pay. E per un’esperienza più personalizzata, l’Ia darà suggerimenti basati sulle ricerche passate connettendosi anche ad altre app come Gmail.

Alla base di tutto c’è Gemini, il chatbot basato sull’IA generativa lanciato nel 2023 sempre più presente nei prodotti Google (“ha oltre 400 milioni di utenti attivi mensili”) e strumento per gli sviluppatori di app. “È un modello globale capace di pianificare e immaginare nuove esperienze comprendendo e simulando aspetti del mondo reale, proprio come fa il cervello umano”, spiega Demis Hassabis, ceo di Google DeepMind e vincitore, insieme a David Baker e John M. Jumper, del Nobel 2024 per la Chimica. Gemini fa un ‘upgrade’ con la versione 2.5 Flash e Deep Think e, inserito nel browser Chrome, permette di chiedere informazioni mentre si naviga online. L’intelligenza artificiale di Google entra sempre di più nella generazione di immagini e video, un tema caldo per Hollywood e l’industria dei contenuti. Arriva Flow, una piattaforma nata con la collaborazione di alcuni registi (Dave Clark, Henry Daubrez, Junie Lau): aiuta nel processo creativo con scene e clip di qualità cinematografica. E si aggiornano Veo 3 e Imagen 4, per la generazione di video e immagini. L’Ia aiuta poi nelle conferenze video con Google Beam, videochiamate realistiche in 3D e con traduzioni inclusive in real time che mantengono espressioni e voce dei partecipanti. Infine, Big G sfida Meta sugli occhiali intelligenti un settore su cui è stata pioniera con i Google Glass.

Aggiornato il 22 maggio 2025 alle ore 14:58