
Apple e Meta avrebbero infranto la Legge sui mercati digitali (Dma). Per queste ragioni, la Commissione europea sta preparando delle multe nei confronti delle due multinazionali statunitensi che dovrebbero essere annunciate in settimana. È quanto hanno riferito all’Ansa, nei giorni scorsi, fonti interne alla Commissione Ue. Si tratta di un dossier separato da quello dei dazi ma che, inevitabilmente, rischia di intersecarsi con i negoziati tra Ue e Usa. Gli Stati membri, spiegano, sono stati consultati nei giorni scorsi in merito alla decisione che dovrà essere finalizzata da Palazzo Berlaymont con una procedura scritta. A quanto si apprende, la chiusura dell’indagine, la prima ai sensi del Dma, e la scelta di multare i due colossi tech ha ottenuto un “sostegno unanime” da parte dei Ventisette. Nel mirino dell’Ue, ci sono da un lato la politica di gestione dell’App Store di Apple e dall’altro il modello pubblicitario “pay or consent” di Meta per pagare ed evitare pubblicità o non pagare e consentire l’uso dei propri dati, nessuno dei due conformi al Dma. Ai sensi della legge sui mercati digitali, la Commissione può infliggere multe fino al 10 per cento del fatturato globale delle società interessate, ma Palazzo Berlaymont è più orientata ad imporre sanzioni al di sotto di questa soglia. “Il fine ultimo del Dma, come del Dsa (legge sui servizi digitali, ndr) non è quello di multare un’azienda, ma è quello di renderla conforme”, spiegano le fonti. Nonostante le indagini svolte ai sensi del Dma siano indipendenti, il timing nella pubblicazione delle multe potrebbe subire dei rinvii a causa dei negoziati in corso tra Stati Uniti e Unione europea sui dazi “reciproci” annunciati dal presidente americano Donald Trump. Il timore della Commissione è che le multe possano essere viste “come una sanzione immediata” contro le tariffe appena annunciate, compromettendo la trattativa in corso.
Frattanto, “entro lunedì pomeriggio il nostro programma di fact-checking negli Stati Uniti sarà ufficialmente concluso”. Lo ha riferito Joel Kaplan, responsabile delle politiche di Meta, con un post sul social X. Inizia dunque oggi, come annunciato a gennaio, l’era delle Note della comunità del colosso social, un metodo che sostituisce la verifica dei fatti fino ad ora condotta con organizzazioni indipendenti e certificate. Al suo posto, a partire dagli Usa, un sistema simile a quello in vigore su X con cui gli stessi utenti potranno aiutare la piattaforma a segnalare imprecisioni di determinati post, soprattutto quelli più virali. Per essere idonei a contribuire gli utenti devono avere più di 18 anni, un account in regola, essere iscritti alle piattaforme da più di sei mesi, iscriversi ad una lista d’attesa. Nelle scorse settimane Meta ha reso noto che sono circa 200mila i potenziali contributors negli Stati Uniti che si sono già iscritti al programma. Secondo quanto annunciato da Kaplan su X, le prime note della comunità inizieranno ad apparire gradualmente su Facebook, Threads e Instagram, senza che vengano applicate penalità ai post segnalati. Al momento, non sono stati annunciati piani per l’introduzione della funzionalità al di fuori degli Stati Uniti. L’amministratore delegato Mark Zuckerberg ha annunciato a gennaio il nuovo sistema subito dopo l’elezione di Donald Trump. La mossa è stata vista come un avvicinamento alla nuova Amministrazione. Contestualmente all’abbandono del fact-checking, Meta ha anche ridotto le sue iniziative sulla diversità.
Aggiornato il 07 aprile 2025 alle ore 14:22