![Appena quindici secondi per subire truffe online](/media/8310202/menicucci-1-3.jpg?crop=0.0474313549715175,0.021354803070155654,0.075088578055408764,0.011045555510887355&cropmode=percentage&width=370&height=272&rnd=133837609550000000)
I rischi tecnologici sono in aumento e sempre più sofisticati. Il grande pubblico degli appassionanti sportivi da alcuni anni conosce gli strumenti della pirateria editoriale per vedere gratis, ma illegalmente, le partite di calcio in esclusiva ad alcune piattaforme, le grandi manifestazioni sportive di tennis, Formula uno, basket. Clonati anche i quotidiani e riproposti, senza alcuna autorizzazione, articoli o saggi. Di recente si è scoperto che bastano 15 secondi per clonare tono e suoni delle voci dei personaggi famosi con lo scopo di convincere ingenui e persone deboli a effettuare pagamenti e accettare richieste dell’ultimo momento. Il valore delle truffe online ammonta ormai a oltre 500 miliardi di dollari nel mondo. Un fenomeno in espansone che ha indotto il settimanale inglese The Economist a dedicare la copertina, Scam Inc, alle truffe via web. I truffatori al telefono si fingono uomini d’affari o dello staff di ministri per chiedere somme ingenti con la scusa di risolvere gravi situazioni familiari. L’utilizzo poi delle criptovalute consente la possibilità di spostare danaro in modo rapido e anonimo nel mondo reale. Secondo l’istituto di ricerca Usip oltre 500mila persone lavorano, nel mondo, nei gruppi altamente specializzati in tecnologie truffaldine.
Il fenomeno dei raggiri web ha superato i pur abili scassinatori di portoni e finestre degli appartamenti presi di mira dopo essersi procurati informazioni dettagliate sulle abitudini dei proprietari di case o negozi. Il sistema di chiedere informazioni è sempre più sofisticato. I bersagli sono di tutte le categorie sociali: dagli anziani agli ingenui, da imprenditori o personaggi politici come il ministro Guido Crosetto e l’attuale inviato speciale Ue per il Golfo Persico Luigi Di Maio, che hanno raccontato le loro vicende su Instagram o su X di Elon Musk. Nei primi giorni di febbraio centinaia di telefonate sospette hanno messo in all’erta una dozzina di segreterie di grandi imprenditori che twittando sulle ipotesi di effettuare bonifici su un conto corrente di Hong Kong hanno fatto scoprire l’esistenza di un vasto piano per carpire trasferimenti bancari. Le denunce per truffa hanno spinto le Procure della Repubblica ad affidare ai carabinieri le indagini per seguire le tracce di vari versamenti di cui uno di circa un milione di dollari.
Le preoccupazioni di un uso non corretto dell’Intelligenza artificiale nel campo della medicina e nei procedimenti penali si sono allargate quando è venuta alla luce l’utilizzazione dei “droni killer” e dei sistemi per identificare i bersagli in Ucraina e nel Medio Oriente. Era da tempo che in Cina (a Pechino è stato individuato un intero quartiere in cui operano migliaia di tecnici-militari specializzati in fake news, in sistemi per influenzare e indirizzare i voti elettorali di vari Paesi, in strumenti di falsificazione di dati e video) e in Russia (il leader Vladimir Putin proviene dal Kgb) si stava lavorando per applicare l’Ai nel campo militare. L’esercito Usa aveva già da tempo accesso ad alcune tecnologie di Google, la big web di Sam Altman. Il 4 dicembre 2024 OpenAi ha firmato un contratto di collaborazione con Anduril, una startup di droni autonomi per la difesa fondata nel 2017 da Palmer Luckey, un imprenditore vicino a Elon Musk e quindi Donald Trump. Secondo gli esperti l’applicazione bellica delle Ai è “inevitabile” e diventerà sempre più significativa. Lo dimostra una delle tante aziende di Kiev, la Vyriy Drone, che dall’inizio della guerra sta sviluppando droni in grado di agganciare automaticamente i bersagli e mitragliatrici automatiche. Aumentano così i dubbi etici dal momento che le macchine possono commettere gravi errori.
(*) Fine prima parte
Aggiornato il 11 febbraio 2025 alle ore 15:22