Quel gran volpone di Zuckerberg ha annunciato il ribaltone di Meta con un video sul suo profilo che, a tutti gli effetti, segna indelebilmente la virata a destra. L’imminente insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca ha imposto al nostro di agire concretamente per dimostrare ulteriormente il proprio sostegno al nuovo presidente Usa. E − dopo aver cenato lo scorso novembre con il presidente eletto nel suo resort a Mar-a-Lago e donato un milione di dollari al fondo per la sua inaugurazione − ha pensato bene prima di annunciare con un post su Facebook l’ingresso nel board di Meta di Dana White (amico personale di Trump), John Elkann e Charlie Songhurst, per poi uscirsene con il video dove si trasforma nel suo antagonista Elon Musk.
Zuck ha deciso di abolire il fact-checking sulle sue piattaforme, Facebook e Instagram in primis: il controllo che veniva effettuato da organizzazioni terze sulla veridicità delle notizie pubblicate sulle reti social del gruppo sarà sostituito da “community notes”. Esattamente come avviene su X, saranno altri utenti a correggere o contestualizzare l’eventuale post controverso. “Ci libereremo dei fact-checker che sono stati troppo schierati politicamente e hanno distrutto più fiducia di quanto ne abbiano creata, specialmente negli Stati Uniti”.
Ma c’è di più. La divisione trust and safety verrà trasferita: dalla progressista California la sede finirà nella roccaforte repubblicana del Texas allo scopo, sottolinea il presidente e AD di Meta, “di aiutarci ad avere fiducia nello svolgere questo lavoro in luoghi dove ci sia meno preoccupazione riguardo l’orientamento delle nostre squadre”.
Poi attacca l’Unione europea per “il crescente numero di leggi che istituzionalizzano la censura e rendono difficile costruire qualcosa di innovativo lì”. Il riferimento alle norme di Bruxelles che minaccia di multare le piattaforme se non manterranno rigore nella moderazione non è casuale, dato la battaglia intrapresa contro il suo nuovo miglior amico, il patron di X.
Ed è buffo che, proprio in questo momento, Zuck giochi a trasformarsi in quel “demonio” di Musk (così definito da Corrado Augias). Chissà se verrà condannato all’inferno pure lui o verrà graziato. Rimane il fatto che questo ribaltone, economicamente necessario affinché il nostro eroe possa mantenere il potere della sua enorme azienda inalterato, viene visto come una rivoluzione. E tutto sommato il cambiamento potrebbe anche avere risvolti positivi.
Aggiornato il 08 gennaio 2025 alle ore 14:32