La richiesta formale avanzata al giudice Amit Mehta affonda i titoli Alphabet a Wall Street, dove arrivano a perdere oltre il 5,6 per cento, e scatena l’ira di Mountain View. Google non ci sta e attacca il Governo degli Stati Uniti. La vicenda riguarda la storica vittoria ottenuta in tribunale dal Dipartimento di Giustizia americano lo scorso agosto rispetto alla richiesta di vendita del browser Chrome da parte di Google. L’obiettivo, evidente, è spezzare una posizione di monopolio. Le autorità “continuano a portare avanti un’agenda radicale che van ben oltre le questioni legali di questo caso”, ha tuonato Lee-Anne Mulholland, vicepresidente di Google, sottolineando che le proposte avanzate danneggerebbero “i consumatori, gli sviluppatori e la leadership tecnologica americana proprio nel momento in cui ne ha più bisogno”. Gli analisti ritengono che i rimedi suggeriti dal Dipartimento di Giustizia “difficilmente saranno approvati in tribunale e difficilmente supereranno il processo di appelli” che è destinato ad aprirsi. “Per il Governo la strada è in salita”, osservano. Oltre alla vendita di Chrome, le autorità americane hanno chiesto a Mehta di offrire a Google una scelta: vendere Android, il suo sistema operativo per smartphone, o impedire a Google di rendere obbligatori i suoi servizi sui telefoni che usano Android.
Qualora Google infrangesse i paletti imposti o se questi termini non si rivelassero sufficienti a migliorare la concorrenza, allora Google potrebbe essere costretta a vendere Android in un secondo momento. Nell’istanza depositata in tribunale, il Dipartimento di Giustizia ha anche chiesto al giudice di impedire a Google di stipulare accordi a pagamento con Apple e altri per diventare il motore di ricerca selezionato automaticamente sugli smartphone e nei browser. Google dovrebbe anche essere obbligata a consentire ai motori di ricerca rivali di accedere ai suoi dati per un decennio. Le richieste avanzate dalle autorità americane sono le più significative in un caso antitrust dal 2000, da quando chiesero senza successo lo scorporo di Microsoft. Uno degli ultimi successi in questo senso è stato lo spezzatino di At&t negli anni Ottanta. Se il giudice Mehta adottasse le proposte chieste per Google, a tremare sarebbe l’intera Silicon Valley, da tempo nel mirino dell’antitrust americano. Per Google la vendita di Chrome e Android sarebbe un duro colpo. Chrome è il browser più popolare la mondo, e Android è il software più popolare sui cellulari. Guardando avanti all’Amministrazione Trump, Google non ha inoltre molto da separare: il caso contro Mountain View è stato aperto proprio durante i primi quattro anni del presidente eletto. E la sua recente nomina di Brendan Carr, noto critico di Big Tech, alla guida della Federal Communications Commission non appare di buon auspicio.
Aggiornato il 22 novembre 2024 alle ore 17:53