Legge anti-TikTok, perché il governo Usa rischia di inciampare nella libertà di espressione

L’obbligo di vendere TikTok si fonda su pretese ragioni di sicurezza nazionale. Ma fino a che punto è giustificata l’intrusione nella libertà economica di fronte ad accuse generiche?

Il presidente Joe Biden ha firmato una legge che obbliga ByteDance, la società cinese proprietaria di TikTok, di venderne la suddivisione statunitense. Quali sono le ragioni dell’Amministrazione americana e come si difenderà TikTok? In un Focus dell’Istituto Bruno Leoni, intitolato “Il caso TikTok tra sovranismo tecnologico e tutela della libertà di espressione”, Aldo Iannotti della Valle spiega perché la norma rischia di soccombere in tribunale. Spiega Iannotti della Valle: “L’azione giudiziale intentata da ByteDance contro il Governo federale degli Stati Uniti punta su diverse linee direttrici: dimostrare che la legge costituisce una vera e propria messa al bando, stante l’irrealizzabilità sotto il profilo commerciale, tecnologico e giuridico (“not commercially, not technologically, not legally”) di una vendita in così breve tempo e conseguentemente denunciare la violazione del Primo emendamento della Costituzione americana da parte della legge, scollegando di fatto la comunità americana dalla comunità globale della piattaforma. La difesa si propone, inoltre, di dimostrare l’effettività di tutte le iniziative che sono state prese per superare i dubbi sulla sicurezza nazionale, come il trasferimento delle informazioni sugli utenti statunitensi di TikTok su server Oracle”.

(*) Aldo Iannotti della Valle è avvocato, dottore di ricerca in Humanities and Technologies, Università degli studi Suor Orsola Benincasa

Aggiornato il 15 luglio 2024 alle ore 13:20