Cripto-attività, dal Consiglio dei ministri arriva la stretta

Un nuovo decreto legislativo fissa la cornice di regole per il mercato del bitcoin. Il Consiglio dei ministri ha approvato una stretta con sanzioni, sia penali sia amministrative. Sono previste sanzioni fino 5 milioni di euro per chi esercita abusivamente e il carcere. In Italia 3,6 milioni di persone possiedono criptovalute o token, i cryptoasset sono più diffusi soprattutto nella generazione Z e millennials e nelle fasce di reddito più elevate. Sono gli ultimi dati contenuti nella ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico Milano, condotta in collaborazione con Bva Doxa, e riferiti al 2023. Giacomo Vella, direttore dell’Osservatorio Blockchain e Web3 del Politecnico di Milano commenta il provvedimento del Cdm. “Riteniamo – afferma – che le misure proposte siano necessarie per regolare adeguatamente il mercato delle cripto-attività. Queste iniziative, che prevedono pene più severe per chi viola le regole, sono in linea con le normative europee e rappresentano un passo importante verso una maggiore sicurezza e trasparenza nel settore. L’importanza di regolamentare il mercato delle cripto-attività, garantendo sicurezza e fiducia per i milioni di italiani coinvolti”.

Secondo l’analisi del Politecnico di Milano, la maggior parte dei consumatori guarda al mondo crypto solo per investimento. Il 32 per cento di chi ha acquistato criptovalute o token, lo ha fatto tramite una piattaforma di scambio di criptovalute, il 17 per cento con un servizio di wallet con acquisto diretto. Ma molti preferiscono esporsi in modo indiretto attraverso servizi di trading tradizionali (26 per cento) o app bancarie (20 per cento). Anche tra chi possiede o ha posseduto in passato cryptoasset, risulta però ancora bassa la consapevolezza sulle applicazioni web3, soprattutto tra gli utenti meno avanzati. Tra chi possiede crypto-asset, il 37 per cento conserva i propri beni utilizzando servizi di exchange (soprattutto Coinbase, Crypto.com e Binance), il 36 per cento software wallet non-custodial e l’8 per cento hardware wallet. Aumentano gli utenti che detengono criptovalute o token presso servizi di trading finanziari generici o su app bancarie (38 per cento, contro il 23 per cento del 2022), probabilmente anche per via dell’incremento dell’offerta.

Aggiornato il 25 giugno 2024 alle ore 16:46