Il premier britannico Rishi Sunak ha annunciato di voler organizzare, entro la fine dell’anno, un vertice mondiale dedicato all’Intelligenza artificiale. Sarebbe il primo incontro della storia su questo argomento, dedicato a comprenderne le potenzialità ma anche i rischi concreti. “L’Intelligenza artificiale può trasformare le nostre vite in meglio se però viene utilizzata in modo sicuro e protetto”. Lo ha dichiarato il primo ministro sul suo account Twitter. L’inquilino di Downing Street ha molto a cuore la questione, un tema di grande attualità a livello internazionale, e intende parlarne anche con il presidente americano Joe Biden, durante la visita del premier negli Stati Uniti.
“Nessun Paese può farcela da solo in questo ambito: ci vorrà uno sforzo globale”, ha aggiunto Sunak, sottolineando l’estrema importanza della trasparenza in tutte le ricerche che vengono condotte in questo ambito. “Ma con la nostra esperienza e il nostro impegno per un sistema internazionale aperto e democratico – ha detto il politico – il Regno Unito si schiererà insieme ai nostri alleati per fare da guida”. Una data precisa per il fatidico incontro non è stata ancora fissata, ma l’appuntamento dovrebbe tenersi in autunno, riunendo “Paesi con un approccio simile” al fine di gettare le basi per una forma di regolamentazione, come ha precisato un portavoce di Downing Street.
Chi usa l’Intelligenza artificiale
Intanto, l’Intelligenza artificiale sarebbe più “chiacchierata” che effettivamente utilizzata. Secondo un sondaggio della Morgan Stanley dell’aprile scorso, solo il 19 per cento degli utenti nel mondo ha usato ChatGpt e – ancora meno – il 9 per cento si è interfacciato con la piattaforma rivale Google Bard. Lo studio è stato condotto su un campione di duemila utenti. La maggioranza di coloro che non utilizzano ChatBot di alcun tipo, pensa sia improbabile che utilizzi questi strumenti tecnologici nei prossimi sei mesi. “È importante che gli investitori tengano presente che siamo ancora agli albori”, deducono gli analisti della banca. Per esempio, l’Intelligenza artificiale di OpenAi viene utilizzata quotidianamente dal 4 per cento degli intervistati, settimanalmente dall’8 per cento e mensilmente dal 7 per cento degli stessi. Le percentuali di Google Bard, si aggirano tra l’1 e il 4 per cento. Secondo Morgan Stanley, queste piattaforme vengono sfruttate prevalentemente per la ricerca di nuovi prodotti e per il confronto dei prezzi. Tutto ciò, secondo la ricerca, potrebbe tradursi in entrate pubblicitarie nel futuro.
Aggiornato il 09 giugno 2023 alle ore 15:20