Analisi dell’uomo sintetico

Le nostre società sono attaccate da sé stesse e fuori di sé. Vi è un attacco demografico e un attacco che definisco identitario, alla identità, preciserò. E altre forme di scontro, ovviamente. L’aggressione demografica, nel tempo è la devastatrice massima. Utilizza, spiace dirlo, persino i naufragati, addirittura potrebbe causarli per suscitare colpa e pietà. D’altro canto, traghettatori che deliberatamente pongono su barconi spezzabili, al vento e alle onde, centinaia di persone aggrovigliate, pagatissime, a rischio di perdizione, possono, debbono, essere sospettati di qualsiasi magagna, persino di naufragi voluti o non evitati pur di suscitare con la morte, colpa e pietà. Chi osa dopo una tragica morte di migranti respingerne l’approdo? Non si parla di limitazione. Si dice che abbiamo bisogno di stranieri per il lavoro, ma non si perviene a una strategia di procreazione italiana, sicché, evidente, se non generiamo noi di sicuro bisogniamo di stranieri. Risolvere la denatalità con gli stranieri che provoca? La stranierizzazione del Paese.

Ossia: non risolvere anzi dissolvere. Incredibile: l’Italia verrebbe salvata da popolazioni straniere! Gli ottimisti ritengono che gli stranieri si italianizzerebbero, assaporerebbero, gustandole, le nostre concezioni, e poi, in fondo, gli umani sono tutti umani e la crisi demografica risolta con gli stranieri manterrebbe la nostra società. Certo, ma non sarebbe la nostra società. Qualcuno si riferisce ai “barbari” che, in fondo, ricostituirono il nostro Paese. Sbaglio ferale. I “barbari” cercarono di farsi romani, ed erano cristiani (ariani), e in ogni caso, minoranze. Oggi la situazione è radicalmente opposta. Un musulmano che si converte avrebbe del miracoloso, e demograficamente gli stranieri ci sommergeranno se proseguiamo la penuria generativa. Allora? Se non generiamo noi saremo sfiniti. Purtroppo: vi è un calcolo pernicioso, ottenere lavoratori stranieri a basso salario per rivaleggiare competitori dai bassi salari. Quanto durerebbe l’evenienza? Nel periodo ampio, la sopraffazione demografica si imporrebbe anche in economia. Attenti all’Africa, è il Continente che ha un futuro “europeo”!

L’ulteriore attacco, tra i molti, sta nel sovvertimento dell’identità alimentare, dopo e con quella demografica. Gli uomini sono entità naturali-storiche. Come identità naturale siamo uguali, come entità storiche varie. Religione, lingua, costumi, alimentazione. Con riguardo al cibo si amplia il tentativo sostitutivo complementare alla sostituzione demografica. Una guerra. I prodotti stranieri e i prodotti di laboratorio scansano i prodotti nazionali e naturali. Ovviamente esistono dei teorizzatori “colti”, sull’argomento. Per dire (e sorridere), che il buon Parmigiano lo coagulano nel Wisconsin, che la “Carbonara” è invenzione americana, di nostro nazionale non avremmo che i fichi d’India, dalla denominazione sospetta, però. Che si inventano coloro che intendono dissolvere! Al dunque: noi facciamo un ottimo Parmigiano, noi cuciniamo una eccellente “Carbonara”. Gli altri provino, benissimo. Ridicolaggini. Un tentativo di denazionalizzare o rendere gli altri superiori. Diverso e rilevantissimo il caso degli alimenti “sintetici”.

La carne sintetica ovviamente prelude a tutti i cibi “sintetizzabili” e transgenibili, questi già attuati. Arriveremo a esseri umani “sintetici”. Sussistendo queste possibilità, le useremo. Indubbiamente. Laboratorializzazione della natura. Una cellula staminale “coltivata”. Perverremo alle nuvole sintetiche. La motivazione di questa impennata di sintesi è nobilissima, moltiplicare i prodotti per sfamare la crescente e povera umanità, non uccidere animali, salvare l’ambiente! Si giunge a dichiarare che i prodotti sintetici venendo da cellule staminali sono naturali! Saranno naturali ma vengono prodotti in laboratorio. Originalissima neonatura! Il prodotto seriale di moltiplicazione di un prodotto naturale è naturale? Com’è possibile che sia naturale, che cosa interviene per renderlo naturale in un processo di laboratorio!? Non è naturale che una cellula si moltiplichi e noi contribuiamo con qualche apporto estraneo alla natura! Che cosa consente alla cellula di sopravvivere e moltiplicarsi, diventare una massa nutritiva? Ecco il punto che dovrebbe essere chiarito.

La certezza che l’umanità si accresce provoca ipotesi: diminuirla con guerre e pandemie (esiste qualche profeta apocalittico); nutrirla con cibi artefatti. Tra Thomas Robert Malthus e l’Utopia (distopica). I grandi gruppi produttivi e gli Stati che li intendono si trovano in un dilemma: o diminuiscono la popolazione o aumentano la produzione. Se diminuisce la popolazione (guerra, pandemia) la faccenda è risolta; se aumenta la popolazione, come risolverla? Il cibo sintetico darebbe la via di conforto. Sostengono taluni. Al dunque, siamo non alla fine ma all’inizio della globalizzazione. Coloro i quali credono che la globalizzazione sia finita, errano. Siamo all’inizio della vera globalizzazione, entità potentissime onnilaterali si litigano il mercato mondiale, come mai prima. È questa la contraddizione del nostro tempo. Molti Paesi, Russia, Cina, in parte l’India, Stati Uniti, Europa e presto l’Africa hanno organismi produttivi che necessitano del mondo, appunto: globalizzazione. I mercati separati, chiusi, escludenti sono illusionistici. In piena contraddizione con la potenza dei mezzi produttivi globalistici, invasivi, espansivi.

Renderli circoscritti o frenarli rende la contraddizione esplosiva. Fare entrare in una cassa di un metro un oggetto di un metro e ventidue centimetri. La ragione veritiera di quanto sta accadendo insorge dalla contraddizione: voler comprimere la potenza dei mezzi produttivi mondiali altrui espandendo la propria. Si tratta nientedimeno che del dominio del mercato mondiale da parte di organismi idonei al mercato mondiale! Le scatenate forze produttive hanno generato questa situazione: grandioso bisogno di mercato mondiale da molti organismi in condizioni di espandersi nel mondo. Le aree non bastano a soddisfare la potenza mondiale dei sistemi produttivi. Viviamo, ripeto, l’inizio della globalizzazione vera, realistica. Tutti i sistemi, tutti, vogliono, debbono, rendersi mondiali, perché sono idonei a esserlo. O si trova un accordo mondiale, difficilissimo tuttavia salutare oppure vi sarà il conflitto mondiale anche bellico. Non c’è uscita dalla dialettica storica. La potenza mondiale di alcuni Paesi nominati costituisce la difficoltà di dare spazio per tutti, quindi lotta di mercati. Una ricerca di allargarsi stringendo l’altro, costringendo l’altro.

Persia e Grecia, Roma e Cartagine, e via via. Oggi la differenza è abissale, l’umanità può distruggersi. Non è mai successo, bisognerebbe ripensare la guerra, anche commerciale (!) in tempi di sterminio mondiale possibile. D’altro canto, i mezzi produttivi sono talmente potenti che bisognano di uno sfogo mondiale. Come si conciliano le due esigenze, sfogo mondiale e coesistenza, competere senza la guerra mondiale? I popoli dovrebbero tentare, osare convincere i governanti a farli sopravvivere. E se i governanti ascoltano la voce del popolo che vuole sopravvivere una scampata si reperirà. Certo, purché i popoli vogliano sopravvivere. E riescono a farsi ascoltare. Se qualche Paese, ad esempio il più potente, gli Stati Uniti, fosse capace di controllare il mercato (e la politica) mondiale senza una guerra mondiale, otterrebbero un esito sbalorditivo, sommo.

E credo che alla sostanza abbiano tale finalità: indebolire i rivali da scoraggiarne il conflitto armato. Che ne pensa Zarathustra? Quanto detto riguarda il presente. L’evoluzione tecnologica dissesterà tutti i sistemi produttivi. Intelligenza artificiale, Automazione, modificazioni genetiche, economia verde e il “verde” generalizzato, conquiste degli spazi, utilizzazione del nucleare, sconvolgeranno, ribadisco, tutte le società. O volgeremo le conquiste al bene dell’umanità o un pugno di potentissimi dominerà persino suscitando pseudomini controllabili. L’uomo sintetico. Da rilevare che l’attuale governo avverte il pericolo. Tra superuomo e tramonto dell’uomo forse verrà a mancare l’uomo! Ipotesi.       

Aggiornato il 04 aprile 2023 alle ore 16:11