“Acchiappare le stelle”: estrarre energia dai buchi neri

“Quello che sto tentando di dimostrare è rivoluzionario e quasi inaccessibile”. Nikola Tesla ha affermato: “volevo illuminare tutta la terra”, “risvegliare l’energia contenuta nell’aria”. Lo spazio vuoto non esiste né sul nostro pianeta né nell’universo. Lo spazio vuoto è la manifestazione della materia che non è stata ancora svegliata. Prima c’è l’energia e poi la materia. Energia eterna. La materia è l’espressione delle forme di luce. La materia si crea a partire dall’energia originaria ed eterna che noi conosciamo come luce. La materia è una espressione delle infinite forme della luce, perché l’energia è più “vecchia” di lei. Tutti gli esseri viventi sono luce, noi siamo luce. Tutto è luce. Ci trasformiamo in luce e ancora esistiamo dopo la morte. Il segreto è nel fatto che le particelle di luce “restaurano” il nostro stato originario, è un “ritornare” ad una energia originaria, eterna”. “Cercare di conservare l’energia umana “è stato l’obiettivo geniale, grandioso e generoso di Nikola Tesla a favore dell’umanità. L’energia umana è una forma della luce. La prima caratteristica dell’energia è che si trasforma – e solo in questo senso esiste quello che chiamiamo tempo – è in perpetua trasformazione (Tesla ha osservato “come le nuvole dei Taoisti”). Nikola Tesla ha parlato di quattro leggi della creazione:

1) La mente non può concepire o misurare matematicamente la fonte di tutta la trama sconcertante ed oscura; in questa trama si inserisce tutto l’universo. Non siamo in grado di misurare l’energia matematicamente;

2) La seconda legge risiede nella oscurità espansiva che è la vera natura della luce, dell’inspiegabile che si trasforma in luce;

3) La necessità della luce di trasformarsi in una materia di luce;

4) Non c’è nessun inizio né una fine, queste leggi hanno sempre luogo, la creazione è eterna.

Tutto quello che anche solo una volta abbiamo visto, ascoltato, letto e imparato ci accompagna in forma di particelle di luce. Gli esseri umani sono parte della luce: la vediamo, la sentiamo, la proviamo, la “annusiamo”, la tocchiamo, la pensiamo. “Pensare” la luce è come un nostro sesto senso. Le particelle musicali sono musica-luce, il lampo è un’intera sonata. I suoni sono messaggi della mente, i nostri battiti del cuore sono parte della sinfonia della terra, in cui vige la legge suprema della armonia. La bellezza è una medicina, così come i raggi del sole sono un alimento, la musica di Mozart o di Bach è energia vitale. Quando Tesla ha affermato di volere illuminare tutta la terra non ha inteso solo sistemi per captare l’energia dai buchi neri – che ha sostenuto essere le più importanti fonti di energia e di vita – ma ha inteso dire anche di mettere in condizione gli organismi viventi di riguadagnare la coscienza delle proprie ali, sapere attirare a sé, “centrare” e generare l’energia. L’energia del cibo che acquieta i nostri cuori e ci fa capire quello che Cristo, Buddha, o Zarathustra sapevano e cioè che noi siamo l’universo – Tesla ha affermato che noi siamo “dèi”. L’energia che annulla la sofferenza e la malattia e l’energia che emana da una sorta di eccesso di luce nell’universo.

Negli ultimi cinquanta anni gli scienziati hanno immaginato e studiato i diversi processi in grado di liberare l’energia dai buchi neri. Proviene dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein la intuizione e previsione di quanto detto da Nikola Tesla, ovvero che i buchi neri rotanti possiedono una enorme quantità di energia che può essere estratta. Il fisico premio Nobel Roger Penrose ha parlato a tale proposito di disintegrazione di particelle proponendo nel 1969 un possibile metodo di estrazione di energia. Stephen Hawking ha sostenuto che i buchi neri rilascino energia attraverso emissione quantomeccanica – poi chiamata in suo onore “radiazione di Hawking”. Di recente due fisici – Luca Comisso e Felipe Asenjo – hanno pubblicato uno studio sulla rivista scientifica Physical Review D in cui riferiscono di avere trovato un modo per estrarre energia dai buchi neri attraverso la riconnessione delle linee del campo magnetico in prossimità dell’orizzonte degli eventi. Quest’ultimo è il confine da cui niente può sfuggire – nemmeno la luce – tale è la forza di gravità esercitata dal buco nero.

La regione in cui avviene la liberazione di energia è l’ergosfera. I buchi neri sono immersi in un campo magnetico che è sostenuto dal plasma che li circonda. Tale plasma è composto da elettroni e positroni ed è quasi inseparabile dalle linee di forza del campo magnetico. Dove va il plasma, vanno anche le linee di forza del campo magnetico, e viceversa. Questo succede più o meno dappertutto tranne in alcuni casi in cui le linee di forza del campo magnetico non seguono il plasma. In queste regioni le linee si sconnettono e riconnettono con altre linee del campo magnetico trasferendo una grande quantità di energia dal campo magnetico alle particelle che costituiscono il plasma. In questo modo le particelle del plasma vengono accelerate così bruscamente da raggiungere velocità prossime a quelle della luce. Il plasma viene accelerato in due direzioni diverse: metà è accelerato nella direzione di rotazione del buco nero, mentre l’altra metà viene scaraventata nella direzione opposta. È questa seconda metà del plasma che viene catturata dal buco nero, mentre la prima metà viene rilasciata a grande velocità e sfugge alle fauci del buco nero. Il buco nero rilascia dunque energia che viene trasferita al plasma accelerato nella direzione di rotazione, che “scappa” dal buco nero e porta via con sé più energia di quanta era contenuta originariamente nel plasma e nel campo magnetico.

L’energia rotazionale del buco nero non è al suo interno – dove sarebbe inghiottita dato il campo gravitazionale intensissimo – ma al di fuori dell’orizzonte degli eventi, nella regione chiamata ergosfera. Da qui i possibili metodi per estrarre l’energia contenuta nella ergosfera. Comisso e Asenjo sfruttano le proprietà dell’ergosfera per estrarre l’energia rotazionale. Tutti o quasi tutti i buchi neri ruotano su se stessi trascinando con sé lo spazio-tempo – questa è una conseguenza della relatività generale di Einstein e si applica a tutti i corpi in rotazione (per esempio la rotazione dello spazio-tempo dovuta alla rotazione terrestre modifica e devia l’orbita dei satelliti). Avvicinandosi al buco nero la rotazione dello spazio-tempo diventa fortissima tanto che niente può opporvisi. Questa regione, dove ogni cosa, anche la luce, è forzata a ruotare nella stessa direzione del buco nero, è l’ergosfera. Dalla ergosfera si può “fuggire”, diversamente dalla zona racchiusa all’interno dell’orizzonte degli eventi. Dalla ergosfera si può estrarre l’energia associata alla rotazione dello spazio-tempo. Un buco nero in questo modo può perdere, per la fisica classica, fino al ventinove per cento della sua energia, mentre secondo la fisica quantistica molto di più. È quest’ultima alla base della radiazione termica emessa da un buco nero teorizzata da Stephen Hawking.

La riconnessione delle linee del campo magnetico grazie a tale energia rotazionale nella ergosfera è oggi più un problema tecnologico, allo stesso modo, per intendersi, di come mille anni fa fosse impossibile immaginare di spostarsi regolarmente da un continente all’altro tramite navi volanti robotizzate, cioè i nostri aerei moderni. Tale energia potrebbe peraltro dare vita a forme di vita nelle vicinanze dei buchi neri che sfruttano, appunto, la loro energia. “Quando un uomo diventa cosciente, la sua meta più alta deve essere correre verso una stella cadente e tentare di catturarla” e, ancora, “le nostre anime sono in relazione tra loro con fili inscindibili, i nostri corpi sono fatti della stessa materia”. “La sparizione di una stella e l’apparizione delle comete ci influenzano più di quello che possiamo immaginare”. “In tutti gli angoli dell’universo esiste l’energia della vita, una di esse è l’immortalità la cui origine è fuori dell’uomo e lo aspetta. L’universo è spirituale, come la metà di noi”, ha predetto il genio Nikola Tesla.

Aggiornato il 01 marzo 2023 alle ore 13:06