Iris, il progetto per lo sviluppo delle tecnologie superconduttive

Iris svilupperà tecnologie per gli acceleratori di particelle di prossima generazione. Il progetto italiano, tra i vincitori del bando Pnrr, si comporrà di un’infrastruttura distribuita su tutto il territorio nazionale volta a sviluppare tecnologie superconduttive ad alta temperatura e ad alto campo magnetico sia per applicazioni civili, come cavi di connessione per il trasporto di energia elettrica e la riduzione delle perdite energetiche, che per la realizzazione di magneti per gli acceleratori di particelle di prossima generazione, e in particolare per il Future Circular Collider (Fcc), il grande collisore di particelle proposto per sostituire Lhc al Future Circular Collider di Ginevra. Con una durata prevista di 30 mesi, il progetto sarà finanziato da un contributo di 60 milioni di euro, oltre il 50 per cento dei quali destinato al Sud.

Una delle tappe principali del progetto sarà la realizzazione, a Salerno, di un futuro centro di eccellenza per lo sviluppo della promettente tecnologia della cosiddetta superconduttività calda: questa tecnologia è in grado di lavorare a temperature di -200 gradi, meno difficili e costose da ottenere rispetto a quelle oggi impiegate nella superconduttività fredda (-270 gradi).

L’Infn parteciperà al progetto attraverso le sezioni di Genova, di Salerno, i laboratori nazionali di Frascati e il Laboratorio acceleratori e superconduttività applicata (Lasa) di Milano, che sarà il coordinatore. Molti i partner che affiancheranno l’Infn: le Università di Genova, Milano, Napoli, del Salento e di Salerno, e l’Istituto superconduttori, materiali innovativi e dispositivi del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Spin). Per Lucio Rossi, docente all’Università di Milano associato Infn e coordinatore tecnico del progetto, “con il progetto Iris l’Italia assume una posizione di primo piano in Europa e nel mondo nel campo della superconduttività”. Secondo Pierluigi Campana dell’Infn, coordinatore scientifico del progetto “Iris è un esempio virtuoso di come la ricerca di base possa fornire un importante sbocco applicativo in altri ambiti, come quello dello sviluppo di nuovi materiali per il risparmio energetico”.

Aggiornato il 16 novembre 2022 alle ore 15:04