Il digitale piace ma gli hacker fanno paura

Il digitale migliora la vita, anche se aumentano le cyber-paure degli italiani.

È la fotografia che il Censis e WindTre scattano nel secondo Rapporto sul valore della connettività, da cui emerge come gli italiani siano “immersi” nella digital life. C’è chi usa il mobile (10,8%) e chi la linea fissa (17,7%), la stragrande maggioranza entrambe (71,5%). L’importante è garantirsi l’accesso sempre, ovunque e comunque.

“Prima della pandemia, Internet era una distrazione dalla vita reale, mentre oggi la nostra vita si svolge dentro la Rete – sottolinea Roberto Basso, Director External Affairs and Sustainability di WindTre – E come operatore di tlc che apre la porta di Internet agli utenti – aggiunge – avvertiamo su noi stessi una responsabilità, il dovere di aiutare gli utenti a cogliere tutto ciò che c’è di positivo. Ma sappiamo che, come la vita reale, anche quella in Internet è disseminata di rischi, e riteniamo fondamentale aiutare i più fragili ad affrontare questo mondo con consapevolezza, la parola chiave”.

Agli operatori di Rete sono richieste connessioni veloci, con un’alta qualità e fluidità dei contenuti (51,6%), connessioni affidabili, senza incorrere in interruzioni (41,7%), un servizio di assistenza rapido e facilmente accessibile in caso di guasti o di problemi amministrativi (31,1%) e il 43,9% degli italiani (il dato sale al 51,5 per cento tra i laureati e al 55 per cento tra i giovani) pagherebbe qualcosa in più pur di avere la connessione con i requisiti indicati (fonte Ansa).

Ma dal Rapporto “Vivere e valutare la digital life” emerge anche il lato oscuro della digital life, le cyber-minacce. I ripetuti attacchi informatici a istituzioni, imprese e cittadini spaventano di più di quanto si tema il libero accesso alla Rete da parte dei minori (34,7%), i rischi di dipendenza dal web e le minacce alla salute mentale (23,7%), gli hater che aggrediscono le persone sul web (22,0%). Non hanno presa invece le ipotesi complottiste sul 5G che invece viene apprezzato dal 57,1 per cento degli italiani (il 68,4 per cento dei giovani, il 62,5 per cento dei laureati) che lo vorrebbe operativo ovunque.

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 11:22