Intel: la crisi dei chip durerà fino al 2024

Secondo Intel, per riprendersi dalla crisi dei semiconduttori, il mercato globale avrà bisogno di più tempo del previsto. L’azienda, tra i principali produttori di semiconduttori al mondo, ha rivisto le sue previsioni circa la durata della carenza di chip. Se in un primo momento si parlava del 2023 come ultimo periodo prima di una ripresa del settore, adesso l’attenzione si sposta sul 2024. L’amministratore delegato di Intel, Pat Gelsinger, addebita l’estensione della crisi alla mancanza di apparecchiature di produzione nelle fabbriche. Anche la crisi dei trasporti, scatenata dalla guerra in Ucraina e dalla pandemia e il lockdown di Shanghai, non mostra ai produttori di chip neanche uno spiraglio di luce.

In una intervista alla Cnbc, canale televisivo specializzato in business (di proprietà della NbcUniversal News Group), Gelsinger ha affermato che la crisi globale dei chip potrebbe trascinarsi fino ad almeno la fine del 2024 per “le carenze che oggi colpiscono le apparecchiature e gli impianti produttivi, duramente messi alla prova”. Per far fronte al nuovo scenario e attrezzarsi contro il perpetrare della crisi, Intel aveva annunciato a marzo scorso un investimento da 33 miliardi di euro per i siti di produzione europei. Un modo per provare a risolvere il problema dei semiconduttori è stato, appunto, quello di importare meno dall’Est e di attivare una produzione locale. Ma i recenti dati del Client Computing Group di Intel, divisione che gestisce anche la fornitura di processori ad aziende come Google e Apple, mostrano un calo del 13 per cento nei ricavi inerenti l’ultimo trimestre.

Una riduzione che, per il colosso americano, si deve a vari fattori. Dal perdurare delle difficoltà nelle catene di fornitura asiatiche alla minor richiesta di Chromebook da parte delle scuole e al passaggio di Apple ai chip M1. I processori prodotti internamente dalla Big Tech di Cupertino hanno infatti sostituto, quasi del tutto, l’hardware che in precedenza veniva fornito in qualità di partner alla Mela. Probabilmente, Intel non si aspettava questa perdita improvvisa del quasi monopolio sulla distribuzione dei chip, ma resta il fatto che il mercato globale è stato messo a dura prova dai recenti avvenimenti. Non solo: per quanto riguarda soprattutto tecnologia ed energia, diverse aziende e Paesi stanno seriamente prendendo in considerazione di fare un passo verso l’autosufficienza e contro le importazioni.

Aggiornato il 02 maggio 2022 alle ore 18:47