
Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto. Ma quando entrambi incontrano una donna con la tastiera è anche peggio. Per i cowboy, ovviamente. E non basta nemmeno un pugno di dollari per trarsi d'impiccio senza uscirne con l'autostima ridotta a brandelli e il morale sotto i calzini. Nemmeno se sei il Clint Eastwood col cappello. Forse può tornare utile una carta gold, ma solo se accettata dagli spacciatori di Louboutin e Blahnik. Se internet fa male ai nerd, e in questo caso per nerd intendiamo l'accezione semantica italiota, ovvero quella secondo cui la sfigaggine esistenziale non è necessariamente compensata da particolari doti tecnico-scientifiche, le donne sul web riescono a farne ancora di più. Va ancora peggio ai "fighi", quelli che almeno nella vita reale possono vantare fisici scultorei, agganci da rapace e sguardi alla Paul Newman. Perché non appena tentano di tradurre tutte queste belle cose on-line, finiscono immancabilmente col tramutarsi nel cugino scemo del vampirla di Twilight. E allora sono guai. Le Donne del web, quelle con la D maiuscola sapientemente camuffata dietro un innocuo sfondo di Hello Kitty, ne fanno polpette. Da rifilare al gatto. Qui scompostamente giace l'ultimo brandello della sedicente superiorità maschile. Perché chi porta i calzoni, ormai, sono soltanto più i camerieri nelle pizzerie.
In cura dallo Stregatto
Sarcasmo, acidità, odio ecumenico, egosessualità: "In cura dallo
Stregatto" è la suocera del vostro nubilato. Le sue pagine gettano
luce abbagliante nel buio della quotidianità del genere umano e un
tostapane acceso nella vostra vasca da bagno. Questo è uno di quei
blog in grado di scoperchiare il vaso di Pandora delle insicurezze
degli sventurati che sul web provano a ricostruirsi un'esistenza
migliore dietro l'effimero paravento di un pc: peccato che
stavolta, sul fondo, resti soltanto la consapevolezza di quanto sia
inadeguato il vostro pene. O, come scrisse Umberto Eco in una delle
sue più esilaranti Bustine di Minerva, «qualunque cosa abbiate là
sotto, a seconda dei vari sessi». Già il nome del blog è tutto un
programma. Appare e scompare quando vuole e senza il minimo
preavviso. Sorride a 32 denti, graffia qualche post e se ne va. Per
poi magari ritornare proprio mentre il malcapitato di turno si sta
ancora irrorando gli sfregi con abbondante acqua ossigenata. A
gestirlo è Ilallà, giovane traduttrice torinese che sogna un futuro
da docente per insegnare l'inglese al liceo. Nel frattempo insegna
ai maschietti, pure a quelli che l'esame di maturità l'hanno già
dato e non lo dimostrano, a stare al mondo. A suon di sganassoni.
Da qualche tempo se la prende quasi esclusivamente con il
fidanzato, cui per lo meno fa la grazia di non citare nome e
cognome. Il poveretto, serafico come un buddha di ottone, fa
spallucce come per dire "beh, che ci vuoi fare?". Già. Da qualche
mesetto, purtroppo, il blog è fermo al palo. Un'eternità per i
tempi della rete. Ma forse è solo tattica, e guai a dare per morto
qualcosa che di solito è abituato ad uccidere. Forse il felino si
sta solo facendo le unghie in attesa di tornare a graffiare. Forse
è in letargo. Insolito, per un gatto. Ma che ne sappiamo noi di
come si comportano quelli del Cheshire? Nel frattempo, lo trovate a
sonnecchiare placidamente qui: ilalla.wordpress.com
Pensatoio
Togliete il cappello e fate un inchino con tanto di baciamano. Più
che un blog, infatti, è un'istituzione del web. La sua creatrice,
Selvaggia Lucarelli, è assurta alla notorietà proprio grazie a
queste pagine digitali, quando ancora la maggior parte degli
italiani pensava che "blog" fosse una qualche specie di buffo
animale che vive sulle pendici degli Urali. Ora Lucarelli è
diventata un'editorialista di costume contesa da numerose testate,
persino più dell'omonimo scrittore che veste sempre di nero e si
diverte a spaventare la gente in prima serata. Ha scritto un libro,
ha spopolato in tv e radio, ha calcato i palcoscenici. Anche il suo
profilo Twitter, dove condensa in 140 caratteri la stessa ironia
tagliente che ha forgiato nel chiuso della "Stanza Selvaggia", è
diventato uno dei più seguiti. Nonostante la grafica minimal in
campo rosa (e mi fermo qui, perché la retina maschile si ferma a 16
colori come i primi Pentium, e a citare la tonalità sbagliata si
rischia davvero fare una brutta fine), questo è un blog che ha
fatto scuola. Per la fortuna dei comuni mortali, Selvaggia
Lucarelli se la prende soprattutto con i Vip. Che sotto la sua
penna implacabile diventano come d'incanto tanti Vut, Very
Undefended Target. Ed tra l'altro è uno dei rarissimi motivi per i
quali uno non vorrebbe mai diventare famoso. Perché quando il
sarcasmo di una ragazza sveglia si mescola all'eloquio forbito non
ce n'è nemmeno per James Dean. Ne sanno qualcosa l'agente di
spettacolo Lucio Presta e il nuotatore olimpionico Filippo Magnini,
che di recente sono partiti con l'intento di tenerle testa e sono
ritornati poi con la coda tra le gambe. Se ve lo siete persi,
perché avete trascorso l'ultimo decennio chiusi dentro una
cassapanca stile impero, potete ritrovare tutto quanto qui: selvaggialucarelli.it
Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:44