That's the twitter, baby

@PierluigiBattis

«Corriere della Sera, Juventus, Saul Bellow, Rione Monti». È asciutta la biografia che Pierluigi Battista regala ai suoi followers su twitter. Che sono ormai quasi 12mila (11.882 nel momento in cui scriviamo). Con un seguito del genere, il vicedirettore del quotidiano di via Solferino è da annoverarsi in quelle che il gergo degli addicted del social network deviniscono "Twitstar". Uno di quegli opinion leader dei cinguettii ai quali l'Unità sta addirittura dedicando una serie di videointerviste. Tanto che per farti seguire devi essere qualcuno: da Christian Rocca a Bruno Manfellotto, da Franco Bechis a Stefano Menichini, da Ferruccio De Bortoli a Giuliano Ferrara. Sono solo 214 gli account al quale il giornalista dedica attenzione: moltissimi giornalisti, qualche politico, alcuni amici.

Eppure Battista ha da poco scoperto twitter, ma ne ha subito preso le misure. Una ventina di messaggi al giorno, uno stile aggressivo e politicamente molto poco corretto. 

A spulciare fra i suoi tweet, raramente si trovano link agli articoli del Corrierone. Battista, pur senza citarlo esplicitamente, ha preso spavaldamente alla lettera il disclaimer tanto in voga fra i giornalisti italiani: «Ogni opinione espressa qui è a titolo personale». E spara, senza pietà, ogni cosa che gli passa per la testa. O quasi. Come dimostra il poco accomodante tweet di ieri, a metà pomeriggio: «Trovo ridicola l'Anpi che apre le iscrizioni ai giovani che si credono i "nuovi partigiani". Quelli veri sono un'altra cosa (come anche la Resistenza)». E a un utente che osservava come la tessera dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani non equivalga a una patente di partigianeria, ha risposto serafico: «Chiedo l'iscrizione ai garibaldini». 

Lo osservi, con il suo understatement, lo sguardo curioso da dietro gli occhiali, l'immancabile cravatta (anche nella foto profilo, con la concessione delle maniche arrotolate) e pensi a una sala da thé, una pipa e un quotidiano della sera come cornice naturale al personaggio. E invece il George Smiley del giornalismo italiano rivela una verve insospettata. «Storia di un grande amooooooore, bianco che abbraccia il neeeeeero» è il tutt'altro che sobrio commento alla vittoria della Juventus sull'Inter di domenica scorsa.

Martedì, dopo la notizia che il Cavaliere avrebbe scritto una sceneggiatura sulla propria vita politica, impazzava l'hashtag #kolossalberlusconi. Accompagnava titoli di film famosi, rivisitati in chiave "berlusconiana". Tra l'ilarità generale, Battista si è scatenato: "La vitola è bella", "In dépandance Day", "Pel Harbour", "Il glande Gatsby" e "Sette spose per sette bordelli" sono solo alcuni degli spunti che non ti aspetti consegnati alla twitsfera.

 

@istat_it

«Tutti gli aggiornamenti sulle attività e i dati diffusi dall'Istituto nazionale di statistica». Così si presenta l'Istat su twitter (anche nella sua versione anglofona @istat_en) . Ammiccando dall'avatar con un uccellino rosso che cinguetta dati e cifre. Un account poco conosciuto: poco più di tremila follower sono un numero di tutto rispetto, ma non le cifre che contraddistinguono i profili che orientano il dibattito sulla rete. Un po' per la poca immediatezza dei tweet, un po' per la loro rara frequenza. Sono due o tre i messaggi consegnati ogni giorno a chi segue l'account, troppo pochi per inserirsi stabilmente nelle timeline di chi usa abitualmente twitter. Nemmeno mille, in diversi mesi di attività. Compreso qualche retweet, esclusivamente dall'account gemello @censimentoistat, appositamente pensato per diffondere «Tutte le attività, gli aggiornamenti e le informazioni sul 15° Censimento della popolazione e delle abitazioni in Italia».

Nonostante ciò, il profilo dell'istituto è utilissimo per orientarsi nella marea di tabelle e di studi che quasi quotidianamente sforna sulla situazione politica, economica e sociale del nostro paese. Un lungo elenco cronologico - fornito del puntuale link di riferimento - di tutti i paper che fanno discutere stampa e addetti ai lavori.

In un'unica schermata ci si rende conto di come la fiducia nel settore commerciale e manifatturiero sia cresciuta rispetto al mese scorso, o di quanto sia calata quella nel comparto industriale. Di quanti siano gli extracomunitari regolari presenti nel nostro paese e di come sia cambiato il valore della nostra moneta dal 1861 ad oggi. Oltre a trovare la scansione completa dei dati che verranno diffusi nei prossimi giorni.

Chi cura l'account dell'Istat ha dimestichezza con il mezzo: usa gli hashtag per inserirsi nelle discussioni e per caratterizzare i propri tweet, evita riprese di lunghi titoli che rischiano di essere tagliate nel passaggio dal web tradizionale o da facebook. Riuscisse a trovare un compromesso tra la rigida burocratizzazione che determina cosa twittare o meno e l'immediatezza e la rapidità propria del mezzo, diventerebbe  facilmente una delle fonti più utili della twittersfera.

Ah, impossibile diventarne fonte di informazioni. Solo 36 gli utenti seguiti. Gli ultimi? Gli istituti di statistica di Lituania, Bosnia e Spagna.  

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:41