Mosca continua ad affermare di essere “aperta” al dialogo. Stavolta Vladimir Putin, nella consueta conferenza stampa di fine anno, ha ribadito la disponibilità della Russia a riaprire il negoziato di pace con l’Ucraina, seguendo le proposte avanzate nel 2024. Il capo del Cremlino ha puntualizzato di non vedere, suo malgrado, ancora “la disponibilità di Kiev a discutere la questione territoriale”, come riportato dall’agenzia di stampa Tass. Putin ha poi assicurato che la Federazione dispone degli strumenti necessari per sostenere sia l’economia sia lo sforzo bellico. Non è una novità infatti che la Russia si sia preparata a continuare la guerra anche durante tutto il 2026. La Nazione “sarà in grado di affrontare le questioni relative allo sviluppo e di soddisfare pienamente le esigenze delle forze armate”. Nel quadro più ampio della gestione interna, il presidente ha insistito sulla tenuta del sistema economico e finanziario: “Saremo in grado di affrontare pienamente le questioni legate all’adempimento degli obblighi sociali nei confronti della popolazione, di affrontare le questioni di sviluppo nel quadro dei progetti nazionali, di raggiungere gli obiettivi di sviluppo tecnologico e di soddisfare incondizionatamente le esigenze delle forze armate”, ha spiegato Putin.
Il capo del Cremlino ha indicato una crescita del Pil dell’1 per cento, sottolineando tuttavia l’andamento cumulato dell’ultimo triennio, che a suo avviso registra un incremento del 9,7 per cento. L’intero comparto economico russo, ha aggiunto, è “pienamente sotto il controllo del governo e della Banca centrale”. Rimane sotto osservazione l’andamento del debito pubblico, che “nei prossimi tre anni, non dovrebbe superare il 20 per cento”, con un condizionale d’obbligo. Ampio spazio è stato dedicato alla situazione militare. Il presidente ha affermato che le forze russe stanno consolidando il proprio avanzamento lungo l’intera linea di contatto: “Le nostre truppe stanno avanzando lungo l’intero fronte, in alcuni punti più velocemente, in altri più lentamente, ma in tutte le direzioni il nemico si sta ritirando”, ha osservato. Putin ha rivendicato che la “piena iniziativa strategica” sul fronte sia ora nelle mani delle forze armate russe, dopo aver, come ha sostenuto, “cacciato” il nemico dal territorio di Kursk.
Inoltre, il capo del Cremlino ha definito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “un attore di talento”. Ha poi citato un episodio a Kupyansk, richiamando la fotografia di Zelensky davanti all’obelisco con la scritta “Kupiansk”, contestando che quell’immagine smentisse il controllo russo dell’area: “La stele si trova a circa un chilometro dalla città. Perché fermarsi sulla soglia? Entrate”, ha dichiarato. Putin è tornato infine sulla questione dei beni russi congelati in Europa, definendo il possibile utilizzo di tali asset una “rapina” e sostenendo che i leader europei non sarebbero riusciti a raggiungere un’intesa per il timore che “le conseguenze potrebbero essere davvero dure per i rapinatori”. A tal riguardo ha avvertito: “Non importa cosa rubino, prima o poi dovranno restituirlo e, cosa più importante, andremo in tribunale per proteggere i nostri interessi. Faremo del nostro meglio per trovare una giurisdizione indipendente dal contesto politico”.
Secondo lo Zar, un simile sequestro rischierebbe inoltre di compromettere la fiducia nell’area valutaria europea: “Ci sarebbero anche conseguenze più gravi per coloro che stanno cercando di farlo. Non si tratterebbe solo di un duro colpo alla loro immagine, ma anche di una perdita di fiducia nell’eurozona, in questo caso specifico. Il motivo è che, oltre alla Russia, molti altri Paesi conservano le loro riserve auree e valutarie in Europa, così come quelli che dispongono di risorse libere”, ha osservato. Sul versante diplomatico, Putin ha accusato Kiev di respingere sostanzialmente qualsiasi prospettiva di cessazione delle ostilità: “In sostanza, si rifiutano di porre fine a questo conflitto in modo pacifico”, ha dichiarato. Ha tuttavia riconosciuto alcuni segnali, provenienti anche da Kiev, che indicherebbero un’apertura a forme di dialogo: “Tuttavia, vediamo, sentiamo e siamo a conoscenza di alcuni segnali, anche da parte del regime di Kiev, che indicano che è pronto a impegnarsi in una qualche forma di dialogo”, ha affermato.
Putin ha concluso così il suo discorso alla Nazione: “Siamo pronti e disposti a porre fine a questo conflitto pacificamente, sulla base dei principi che ho delineato lo scorso giugno al Ministero degli Esteri russo, e affrontando le cause profonde che hanno portato a questa crisi”. E infine: “Abbiamo semplicemente detto loro: Ascoltate, saremo costretti a riconoscere queste repubbliche non riconosciute, e sarebbe meglio se lasciaste semplicemente che la gente vivesse in pace come vuole, senza i vostri colpi di Stato, senza russofobia e così via. Ritirate le vostre truppe e basta”.
Aggiornato il 19 dicembre 2025 alle ore 13:19
