Conflitto Russia-Ucraina: strategia e tattica

Le varie e molteplici analisi geopolitiche generate dai media, circa la diffusione e la informazione sulle azioni diplomatico-militari di vario genere poste in essere dai soggetti internazionali a vario titolo attualmente attivi per la individuazione, nel conflitto russo-ucraino, di un serio percorso di “cessate il fuoco”, di “armistizio” ed in ultimo di uno stabile Trattato di pace, articolato e complesso che possa resistere anche agli aspetti critici futuri e possibili inerenti la sua applicazione, induce a tentare di dare un minimo contributo per individuare un ordine metodologico nel complesso lavoro preliminare oggi in atto collegato alla possibile definizione e cessazione dello stato di guerra tra Russia e Ucraina. È auspicabile potere rilevare nel contesto internazionale, oggi impegnato nella composizione della detta crisi per un futuro e possibile successo, che le attività profuse per detto scopo siano sostenute necessariamente da una leggibile Strategia e tattica. In tale ottica segnaliamo, sia pur brevemente e non certo esaustivamente, le riflessioni che seguono.

In un contesto così complesso e altamente critico, come si presenta oggi la attuale crisi di guerra tra Russia e Ucraina, occorre operare una chiara distinzione tra il concetto di strategia e quello di tattica, attesa la evidente ed imprescindibile necessità che un soggetto di diritto internazionale (Stato od organizzazione internazionale), chiamato a gestire ed a governare efficacemente tale situazione dimostri chiaramente di possederle. La strategia infatti, intesa come il disegno complessivo e a lungo termine degli obiettivi politici, militari e diplomatici, costituisce la base su cui si fondano tutte le decisioni di governo e di coordinamento. Essa si propone di definire la visione che guida l’intervento dei soggetti internazionali coinvolti, mirando a preservare la sovranità nazionale, garantire la stabilità regionale e contenere l’espansione del conflitto attraverso l’impiego calibrato di mezzi e risorse. Questo livello di pianificazione strategica richiede una prospettiva che va ben oltre il presente immediato, prevedendo non solo l’evoluzione del conflitto, ma anche le fasi successive, come la ricostruzione post-bellica e l’ancoraggio di alleanze internazionali solide ed efficaci. La strategia pertanto rilancia una visione politica globale ed integrata, volta a mantenere la coesione e la resilienza del sistema internazionale nel suo complesso.

Viceversa, la tattica consiste nell’esecuzione di molteplici, singole o coordinate, azioni operative concrete, prevalentemente di breve termine, finalizzate e tempestive per sviluppare sul terreno attività di contrasto avverso le manovre avversarie. In questo senso le tattiche attuate dalle forze militari e dagli organi di sicurezza non si limitano a reagire a uno scenario statico con azioni prevedibili, ma richiedono anche una capacità di flessibilità e di adattamento continuo, alfine di garantire una risposta efficace alle rapide e spesso imprevedibili evoluzioni nemiche del teatro bellico. Le operazioni tattiche necessitano di una gestione puntuale della difesa del territorio conteso, delle azioni di contrasto delle offensive nemiche, della sicurezza urbana e della mitigazione di crisi umanitarie specifiche. La loro natura transitoria e situazionale conferisce un grado di dinamismo che permette di incidere direttamente sugli esiti immediati del conflitto, seppur senza mai perdere di vista la coerenza con i fini strategici.

Mentre l’orizzonte temporale che contraddistingue la strategia è di lungo periodo e orientato ad assicurare la continuità degli obiettivi in un futuro post-crisi, la tattica, invece, si configura come un insieme di interventi immediati e mirati, orientati a garantire vantaggi operativi sul breve termine. Questa disparità temporale non è solo quantitativa, ma incide profondamente sulla natura delle decisioni: la strategia, pur necessitando di revisioni e adattamenti, conserva un nucleo di stabilità e coerenza, fondamentale per non disperdere lo sforzo complessivo; la tattica, al contrario, richiede agilità e prontezza, con continui aggiustamenti in risposta alle variabili del conflitto. Sul piano dell’ambito operativo, la strategia agisce a un livello altamente integrato, comprendendo piani governativi, manovre diplomatiche sia simmetriche che asimmetriche, sanzioni economiche e campagne di disinformazione o informazione, coinvolgendo tutte le istituzioni centrali dello Stato e tutti i partner internazionali. La tattica, invece, limita, se così può dirsi, operativamente il suo intervento su scala più circoscritta, operando infatti su aree geografiche specifiche o su unità militari e di sicurezza determinate, con un focus su azioni dettagliate e puntuali. Tale distinzione è cruciale per evitare sovrapposizioni o dispersioni di risorse e per garantire che ogni livello operi nel suo ambito di competenza.

In ultimo e brevemente riteniamo opportuno a questo punto segnalare che la relazione tra strategia e tattica va intesa in termini di coordinamento e integrazione funzionale piuttosto che come mera separazione. La strategia deve fornire un quadro di riferimento che orienta e sostiene le tattiche, mentre queste ultime devono comunicare efficacemente i feedback operativi e adattarsi senza compromettere la visione strategica. Senza un’adeguata armonizzazione, le tattiche rischiano di diventare meri interventi isolati e recessivi, non in grado di sostenere una politica di crisi efficace. Inoltre, la gestione delle risorse riflette questo doppio livello: la strategia coinvolge strumenti sofisticati quali la diplomazia multilaterale, l’intelligence strategica e le sanzioni economiche, mentre la tattica si avvale, in prevalenza e non in maniera esaustiva, di mezzi militari su campo, gestione della sicurezza interna e delle azioni di emergenza umanitaria. In sintesi infatti un’analisi rigorosa di strategia e di tattica, in un quadro di crisi bellica complessa come quella russo-ucraina, richiede di superare una visione semplicistica e di adottare una prospettiva integrata. La strategia fornisce le linee guida e l’indirizzo politico e istituzionale per la gestione della crisi, mentre la tattica traduce in azione concreta, anche adattandola a seconda delle circostanze contingenti, cercando così di garantire il più possibile la capacità di risposta rapida e circoscritta che può fare la differenza sul campo bellico. Le superiori distinzioni e le segnalate interdipendenze tra i due istituti certamente costituiranno la struttura portante di ogni discorso scientifico, politico e operativo volto a interpretare, gestire e eventualmente risolvere la detta crisi bellica nel suo complesso.

Aggiornato il 11 dicembre 2025 alle ore 10:52