Mentre l’Europa accelera nel rafforzare le proprie difese contro la crescente minaccia dei droni russi, molti Paesi guardano a Kyiv come al laboratorio più avanzato del mondo nella guerra tecnologica. “L’Ucraina è attualmente leader mondiale nella guerra con i droni”, ha dichiarato lo scorso ottobre la premier danese Mette Frederiksen, invitando i partner europei a “prendere tutte le esperienze, tutte le nuove tecnologie, tutte le innovazioni dall’Ucraina e a metterle a frutto nel nostro riarmo”. Le sue parole riflettono una consapevolezza sempre più diffusa: la tecnologia, da sola, non basta. Le presunte incursioni di droni russi in Europa nella seconda metà del 2025 hanno mostrato quanto il continente sia vulnerabile e sollevato interrogativi sulla reale preparazione degli eserciti europei di fronte a una nuova tipologia di conflitto. Mentre Varsavia investe massicciamente in armamenti tradizionali, cresce il timore che i decisori europei stiano preparando le proprie forze per la guerra del passato, non per quella del futuro.
L’esperienza ucraina dimostra quanto i droni siano diventati un elemento imprescindibile nella guerra moderna. Dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala nel 2022, Kyiv ha puntato su tecnologie a basso costo per bilanciare la superiorità convenzionale di Mosca e ridurre la dipendenza dagli arsenali occidentali. In pochi anni, il numero dei produttori di droni in Ucraina è passato da pochi a centinaia, con una produzione che ha raggiunto milioni di unità all’anno. Il dinamismo del settore tecnologico prebellico ha favorito l’espansione di un ecosistema di difesa flessibile e innovativo, sostenuto da iniziative come il cluster Brave1, che coordina lo sforzo tra industria, governo e forze armate. Nell’estate del 2024, l’Ucraina è stata anche la prima nazione a creare un corpo militare autonomo dedicato ai droni, le Forze per sistemi a pilotaggio remoto.
I risultati sono evidenti: secondo stime recenti, fino a tre quarti delle perdite russe sarebbero oggi causate da attacchi con droni. L’esercito ucraino ha costruito un vero e proprio “muro di droni” profondo 10 chilometri lungo la linea del fronte, mentre in mare i droni navali hanno costretto la flotta russa a ritirarsi verso Novorossijsk, rompendo il blocco dei porti ucraini sul Mar Nero. Kyiv ha inoltre utilizzato droni a lungo raggio per colpire obiettivi di alto valore all’interno del territorio russo, ridefinendo le regole della guerra a distanza. Ma non è solo la dimensione offensiva a contare. I droni sono diventati fondamentali anche per la difesa aerea dell’Ucraina. Con la Russia che, dal 2024, ha intensificato la produzione di droni kamikaze, l’impiego di droni intercettori prodotti in serie è diventato una necessità, poiché le tradizionali difese missilistiche si sono rivelate troppo costose e limitate per fronteggiare attacchi di massa.
In Europa, gli sforzi per imitare il modello ucraino si sono finora concentrati soprattutto sull’acquisizione delle tecnologie più recenti. Un approccio logico, ma incompleto. “Un drone da solo, senza il lavoro coordinato del team, non produce nulla”, ha spiegato Maria Berlinska, direttrice del progetto Victory drones, sottolineando come “fino al 90 per cento del successo nella guerra con i droni dipenda dall’addestramento dell’equipaggio e non dalla tecnologia impiegata”. Formare un pilota di droni efficace richiede almeno tre mesi, ma, tra gli operatori, sono necessari anche ingegneri e meccanici capaci di riparare e riconfigurare i propri dispositivi sul campo. Per rispondere a questa esigenza, l’Ucraina ha sviluppato una rete capillare di centri di formazione, molti gestiti da volontari, e il Ministero della Difesa ne ha certificati oltre 30 entro la fine del 2024. Tra le iniziative più curiose, una scuola mobile allestita in un autobus riconvertito.
“Non vedo nascere tanti centri di addestramento quanti stabilimenti di produzione. È un errore grave, perché non riguarda solo le competenze tecniche, ma anche quelle tattiche”, ha avvertito l’esperto ucraino Fedir Serdiuk in un’intervista a Euronews, denunciando la tendenza europea a privilegiare la produzione rispetto alla formazione. Proprio per colmare questo divario, l’Ucraina si prepara a diventare il centro d’eccellenza europeo per l’addestramento alle operazioni con droni. Istruttori ucraini stanno già collaborando con forze armate di Paesi come Gran Bretagna, Danimarca e Polonia, in un processo che segna uno spostamento strategico verso est del baricentro della difesa europea. In questo nuovo scenario, l’esperienza maturata da Kyiv sul campo non rappresenta soltanto un patrimonio tecnologico, ma una vera e propria scuola di guerra contemporanea, in cui la lezione principale è chiara: la tecnologia è importante, ma senza addestramento resta solo un guscio vuoto.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza
Aggiornato il 11 novembre 2025 alle ore 10:44
