Noboa ha dichiarato il suo allineamento alla politica estera degli Stati Uniti e di Donald Trump, e ha giustificato la presenza della Nato in Europa come esempio per l’Ecuador.
Che l’Ecuador fosse un Paese amico degli Stati Uniti già si sapeva. Dopo gli sguardi d’intesa politica scambiati tra Donald Trump e il presidente Daniel Noboa, gli Usa e la Nazione latinoamericana vorrebbero iniziare un sodalizio nella lotta al narcotraffico. Ed è qui che entra in gioco la segretaria alla Sicurezza interna degli States, Kristi Noem, che è stata ricevuta ieri da Noboa presso le strutture dell’ex base militare Usa di Manta, nella provincia di Manabí. L’incontro, svoltosi a porte chiuse, ha visto la partecipazione del ministro della Difesa, Gian Carlo Loffredo, e della ministra degli Esteri, Gabriela Sommerfeld. Come dichiarato dalla portavoce del governo, Carolina Jaramillo, la visita di Noem rientra in una missione di alto livello volta a rafforzare la cooperazione bilaterale in materia di sicurezza, migrazione e contrasto al crimine organizzato. Tra i punti al centro del colloquio, la possibile creazione in Ecuador di “basi di cooperazione tecnica” del Dipartimento per la Sicurezza interna statunitense (Homeland Security). “Quando il crimine non conosce confini, anche le strategie contro di esso non dovrebbero conoscere confini. Il focus di questa cooperazione è sulle risorse e sulle attrezzature tecnologiche che mancano ancora all’Ecuador”, ha dichiarato Loffredo in un video diffuso dal Governo, sottolineando l’importanza del sostegno tecnologico statunitense nella modernizzazione delle forze armate ecuadoriane.
I sopralluoghi effettuati a Manta e a Salinas, ha spiegato Jaramillo, hanno l’obiettivo di “consolidare meccanismi di cooperazione tecnica tra i due Paesi”. La portavoce ha inoltre confermato che Quito sta intrattenendo colloqui con il Brasile per la creazione di basi congiunte nelle province amazzoniche di Orellana e Sucumbíos, aree strategiche nella lotta al narcotraffico e ai gruppi criminali transnazionali. La missione di Noem giunge in un momento delicato per il Paese, a poche settimane dal referendum del 16 novembre. Tra i quesiti proposti da Noboa figura una modifica costituzionale che consentirebbe l’installazione di basi militari straniere sul territorio nazionale. Il presidente mira a riattivare la collaborazione strategica con Washington, interrotta nel 2009 dopo la chiusura della base di Manta.
Il Dipartimento di Homeland Security, che tutela gli Stati Uniti da minacce interne ed esterne, è responsabile della sicurezza delle frontiere, della gestione dei flussi migratori e delle operazioni antiterrorismo. Qualora il referendum dovesse essere approvato, le “agenzie di sicurezza e difesa” statunitensi collaborerebbero direttamente con la polizia e le forze armate ecuadoriane nelle basi del Paese. Noboa ha tuttavia chiarito che è stata esclusa l’installazione di una base statunitense nelle isole Galápagos, “come parte di una campagna anti-narcotici del Pacifico”, anche per via delle proteste degli ambientalisti, che ricordano come l’arcipelago sia patrimonio mondiale dell’umanità. Il presidente ha aggiunto di aver discusso con il Brasile la possibilità di creare una forza di polizia amazzonica regionale per contrastare le attività criminali nella zona.
La presenza militare statunitense nelle Galápagos, tuttavia, non è un fenomeno recente. Risale alla Seconda guerra mondiale, quando nel 1942 furono siglati accordi segreti che permisero il dispiegamento di truppe americane nelle basi di Salinas e Baltra, gli stessi punti oggi richiamati da Noboa. Già nel 1929 l’allora presidente della Banca centrale, Neptalí Bonifaz, aveva avanzato la proposta di vendere le isole a Washington per estinguere il debito estero, iniziativa respinta dal Congresso ma che segnò l’avvio di una lunga agenda geopolitica. Durante il governo di Guillermo Lasso, Washington è riuscita a riattivare la cooperazione militare e l’accesso logistico, un processo che molti analisti considerano il preludio al ritorno statunitense nello spazio strategico ecuadoriano.
Aggiornato il 06 novembre 2025 alle ore 13:46
