Elezioni negli States: tris vincente per i Democratici

Un risultato abbastanza scontato. Gli Stati Uniti si sono svegliati con i festeggiamenti del Partito Democratico, che ha vinto tutte e tre le chiamate alle urne di ieri. Da New York, dove è stato eletto il sindaco a sinistra dei Dem Zohran Mamdani, passando per il New Jersey e infine in Virginia, dove sono state elette le prime donne governatrici dei rispettivi Stati. Abigail Spanberger e Mikie Sherrill, due figure più moderate e incasellate nell’establishment progressista statunitense. E Donald Trump, dopo aver sostenuto il candidato indipendente Andrew Cuomo a New York, ha ammesso la sconfitta su Truth, affermando che “il fatto che Trump non fosse sulla scheda elettorale e lo shutdown sono stati i due motivi per cui i repubblicani hanno perso le elezioni stasera”.

La Grande mela ha stupito ancora il mondo scegliendo per la guida della città, simbolo del capitalismo globale, un sindaco musulmano e socialista – o addirittura marxista Zohran Mamdani, 34 anni, il più giovane eletto in oltre un secolo. Nato in Uganda da madre indiana e padre ugandese, Mamdani rappresenterebbe un profondo cambiamento nella politica newyorchese. Ex deputato statale, sostenuto dall’ala progressista di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, e in seguito anche da Barack Obama – seppur senza un endorsement ufficiale – Mamdani ha costruito la sua vittoria su un programma orientato all’equità sociale: trasporti gratuiti, affitti calmierati, supermercati comunali e maggiori tasse ai ricchi. Il giovane astro nascente della sinistra Usa è figlio della pluripremiata regista Mira Nair e di Mahmood Mamdani, professore di antropologia alla Columbia University; non della classe operaia che ha, nonostante ciò, promesso di proteggere. L’affluenza, superiore ai due milioni di elettori (record dal 1969), ha premiato la sua campagna. Il nuovo sindaco ha mantenuto un margine di circa dieci punti sull’ex governatore democratico Andrew Cuomo, fermatosi poco sotto il 40 per cento, mentre il repubblicano Curtis Sliwa non ha superato il 10 per cento. Cuomo, sconfitto alle primarie, si era ricandidato come indipendente con il sostegno del commander-in-chief ed Elon Musk.

Ma il partito dell’Asinello ha mostrato di saper vincere anche con candidati moderati, non appartenenti all’ala “estremista” del partito, che fa riferimento a Bernie Sanders. In Virginia, la 46enne Abigail Spanberger, ex agente della Cia, ha strappato ai repubblicani la guida dello Stato, diventando la prima donna governatrice nella storia del Commonwealth. Al suo fianco, come vice, Ghazala Hashmi, senatrice statale di origini indiane e prima persona musulmana e sudasiatica a ricoprire una carica esecutiva nell’Old Dominion State. I democratici hanno inoltre conquistato la carica di attorney general, con Jay Jones che ha battuto il repubblicano uscente Jason Miyares, sostenuto da Trump. Anche il New Jersey ha confermato la svolta democratica, con la vittoria della 53enne Rebecca MichelleMikieSherrill, che diventa la prima governatrice donna del Garden State. Ex ufficiale della Marina e procuratrice federale, madre di quattro figli, Sherrill ha prevalso sull’imprenditore italoamericano Giacchino MichaelJackCiattarelli, 64 anni, sostenuto da Trump. Una figura di disciplina e pragmatismo, che incarna la tradizione moderata e istituzionale del partito.

Essendo New York una metropoli atipica, un unicum per gli Stati Uniti, la vittoria di Zohran Mamdani dovrebbe risultare ai osservatori più normale di quanto sembri. È invece da analizzare come, in Virginia e New Jersey, ci sia stato un ricambio generazionale per i Democratici, con due candidate nate agli estremi degli anni Settanta, con una buona carriera nelle stanze della politica, della difesa e del law enforcement a stelle e strisce. Un identikit che il Grand old party conosce bene, che calza a pennello alla figura di Ron DeSantis.

Aggiornato il 05 novembre 2025 alle ore 14:12