Donald Trump è arrivato in Corea del Sud. Prosegue il viaggio del commander-in-chief statunitense nell’estremo Oriente. E dopo la tappa in Giappone, il tycoon si prepara a incontrare il presidente sudcoreano Lee Jae-myung, ma con un rammarico sul groppone: non poter visitare la Corea del Nord. Il capo di Stato americano ha infatti chiarito che non incontrerà il leader Kim Jong-un durante la sua permanenza nel Continente, attribuendo la decisione a ragioni di calendario. “Conosco molto bene Kim Jong-un. Andiamo molto d’accordo. Non siamo riusciti a trovare una tempistica”, ha spiegato The Donald nel corso del bilaterale con Lee Jae-myung, come riportato dalla Cnn. “Lavoreremo molto duramente con Kim Jong-un e con tutti gli altri per sistemare le cose”, ha aggiunto, ribadendo la volontà di mantenere aperto il dialogo con Pyongyang. Trump ha inoltre espresso l’intenzione di rivedere Kim “in un futuro non troppo lontano. A un certo punto dovremo confrontarci con la Corea del Nord. Credo che loro lo vogliano, e lo voglio anch’io”, ha dichiarato ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, segnalando un possibile rilancio del dossier nordcoreano nei prossimi mesi.
La visita del presidente statunitense ha già prodotto risultati concreti: Washington e Seul hanno infatti raggiunto un nuovo accordo commerciale, come confermato dai media americani che citano il capo dello staff presidenziale sudcoreano per le politiche economiche, Kim Yong-beom. L’intesa prevede una riduzione dei dazi automobilistici dal 25 per cento al 15 per cento – equiparandoli a quelli giapponesi – e una revisione delle tariffe sui semiconduttori, per evitare condizioni sfavorevoli rispetto a Taiwan. Dei 350 miliardi di dollari di investimenti annunciati da Trump, 200 miliardi saranno versati direttamente, mentre i restanti 150 arriveranno tramite accordi nel settore della cantieristica, guidata da conglomerati industriali sudcoreani.
Nel corso del vertice della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec), in corso a Gyeongju, il presidente Usa ha poi accennato a un’intesa imminente con un altro gigante asiatico, l’India. “Stati Uniti e India firmeranno presto un accordo commerciale”, ha dichiarato, lodando al contempo il premier indiano. “Nutro grande rispetto e amore per il primo ministro indiano”, ha detto Trump. “Modi è una persona squisita, ma è anche duro come una roccia. Uno che difficilmente perdona”. Le relazioni tra Washington e Nuova Delhi sono tese da mesi, complicate da dazi e sanzioni reciproche, in particolare per l’acquisto di petrolio russo da parte indiana. L’accordo in via di definizione includerebbe una tariffa del 16 per cento sulle esportazioni indiane verso gli Stati Uniti e un aumento delle importazioni di mais e soia americani, rigorosamente non Ogm, da parte dell’India.
Alla vigilia della prossima tappa, la Cina, Trump ha anticipato alcuni dei temi che affronterà con il presidente Xi Jinping. “Come concordato tra Cina e Stati Uniti, il presidente Xi Jinping incontrerà il presidente a Busan per colloqui approfonditi su questioni importanti”, ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri cinese. Il tycoon, dal canto suo, si è detto fiducioso sull’esito dell’incontro: “Penso che avremo un ottimo incontro e molte questioni saranno risolte”, ha affermato ai giornalisti. Tra i temi al centro del dialogo, la riduzione dei dazi legati al traffico di fentanyl, la potente droga sintetica responsabile di migliaia di morti negli Stati Uniti. “Penso che li ridurrò perché credo che ci aiuteranno con il problema del fentanyl”, ha dichiarato il presidente, sottolineando che “la Cina collaborerà con le forze dell’ordine statunitensi” per contrastare il fenomeno. Sulla questione di Taiwan, invece, Trump ha mantenuto la consueta cautela. Alla domanda se il tema sarà affrontato nel bilaterale con Xi Jinping, ha risposto: “Non so se ne parleremo, non ne sono sicuro. Non c’è molto da chiedere: Taiwan è Taiwan”.
Aggiornato il 29 ottobre 2025 alle ore 15:04
