Usa-Cina: c’è un’intesa di massima

La Cina e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo preliminare sui dazi, al termine di due giorni di negoziati intensi che hanno evitato l’introduzione di ulteriori tariffe del 100 per cento contro Pechino e aperto la strada a un nuovo vertice tra Xi Jinping e Donald Trump. Spetterà ora ai due leader finalizzare l’intesa, che segna un momento di distensione nelle relazioni tra le due maggiori economie mondiali e riduce sensibilmente il rischio di una guerra commerciale su larga scala. I dettagli della bozza restano al momento limitati. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha riferito di un’intesa riguardante la soia e le terre rare: Pechino avrebbe accettato di rinviare di un anno l’entrata in vigore delle restrizioni allexport, con l’impegno di rivedere la misura. La delegazione cinese ha parlato di un “consenso positivo”, di una trattativa “che mette sulla buona strada”, ma nel comunicato ufficiale non ha fatto alcun riferimento alle terre rare, al centro della recente “campagna dAsia” promossa dal commander-in-chief.

Sui mercati, l’accordo ha prodotto un effetto immediato. Il Bitcoin è salito sopra quota 115mila dollari, con un progresso giornaliero del 3,61 per cento, attestandosi per la precisione a 115.757,2 dollari. Un ritorno ai livelli del 10 ottobre scorso, pur restando al di sotto del massimo di oltre 124mila dollari toccato quattro giorni prima. Grazie al “sostanziale” accordo quadro raggiunto, la tregua commerciale tra Washington e Pechino – ha spiegato Bessent – verrà estesa oltre la scadenza del 10 novembre. “Fuori discussione” anche nuove tariffe del 100 per cento contro la Cina, ha precisato il segretario al Tesoro, lanciando un messaggio di rassicurazione ai mercati finanziari, tesi da settimane per la possibile attuazione dei nuovi dazi fissati da Trump a partire dal novembre, in risposta alla stretta cinese sulle terre rare.

La stretta di mano pone dunque le basi per un incontro tra il presidente americano e quello cinese, il primo dal 2019. In agenda non solo il tema dei dazi, ma anche la guerra in Ucraina e la pressione che Xi potrebbe esercitare su Vladimir Putin, alla luce di "quell’amicizia senza limiti” che li lega. Non si esclude inoltre un confronto diretto su Taiwan, tema particolarmente delicato nei rapporti bilaterali. Sul tavolo anche il dossier TikTok. I negoziatori hanno trovato un accordo preliminare che attende ora la firma dei due presidenti, potenzialmente un successo politico per Trump. Fin dal suo insediamento alla Casa Bianca, il tycoon ha promesso di salvaguardare la piattaforma, ritenuta cruciale nella sua vittoria elettorale del 2024. Il piano dell’amministrazione prevede la separazione delle attività statunitensi da ByteDance e la loro vendita a un consorzio di investitori americani: TikTok continuerà a operare negli Stati Uniti utilizzando l’algoritmo originale concesso in licenza, ma con i dati degli utenti custoditi sul territorio nazionale, superando così le preoccupazioni legate alla sicurezza interna. L’approvazione definitiva da parte di Pechino appare ora vicina.

“Quella che Donald Trump e Xi Jinping raggiungeranno, stando alle anticipazioni del ministro del Tesoro, Scott Bessent, sarà un’intesa significativa, ma non un grand bargain. E non sarà un accordo permanente: per adesso niente superdazi, e niente licenze d’esportazioni che ostacolano la vendita di terre rare cinesi alle imprese americane”. Lo afferma il presidente dellEurasia Group Ian Bremmer in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo l’esperto, Xi “non farà, invece, concessioni sull’Ucraina: vuole la fine della guerra ma non prenderà le distanze da Mosca. E continuerà ad acquistare petrolio russo”. Gli ostacoli negoziali sarebbero stati “alcuni eliminati, alcuni accantonati”. Tra questi, la cosiddetta “50 per cent rule”, introdotta poco prima del rischio di shutdown del governo federale americano, “potrebbe essere opera di un funzionario non di alto rango”. Tuttavia, aggiunge Bremmer, “i cinesi, convinti che Trump decida tutto, non ci credevano. Comunque ora l’ostacolo è stato rimosso, insieme ad altri: anche nei momenti di scontro più duro, non è mai venuto meno l’interesse delle parti a evitare rotture, a stabilizzare le relazioni”.

Aggiornato il 27 ottobre 2025 alle ore 13:06