
Male al Louvre. Malissimo al British Museum. “Bivaccheremo a Piccadilly!”, diceva Totò nel famoso film della “carta bianca” (“Batate Colonnello!”). A Londra, però, la sensazione è che la libertà di agire e decidere senza vincoli abbia generato uno spettacolo indecente (oltre che causato, se non proprio un incidente diplomatico, ancora forti tensioni tra Grecia e Regno Unito).
Il colpo del Diabolik di turno nel 2025 ci può pure stare. Non una cena di gala dei soliti 900 selezionatissimi, organizzata nella Partenon Sculpture Hall, una delle sale più importanti e prestigiose del museo, che ospita le sculture del Partenone. Scelta azzardata, che ha fatto ancora una volta arrabbiare il ministro della cultura greco, Lina Mendoni. Gli inglesi, infatti, ricorda il ministro, non sono nuovi a questo genere di situazioni: eventi, serate, perfino sfilate di moda, e sempre con le opere del Partenone a fare da sfondo. Qui si tratta, piuttosto, di uno sfondone, l’ennesimo dei responsabili del British Museum. Più volte, ha ricordato il ministro della cultura, “abbiamo condannato le cene, i ricevimenti e le sfilate di moda organizzati negli spazi dei musei, in cui sono esposti monumenti e opere d’arte. Tali azioni sono offensive per i beni culturali e mettono in pericolo le opere stesse. Questo è esattamente ciò che ha fatto l’amministrazione del British Museum sabato scorso, utilizzando ancora una volta le sculture del Partenone come elementi decorativi per la cena da lui organizzata. La sicurezza, l’integrità e l’etica dei monumenti dovrebbero essere la principale preoccupazione del British Museum, che ancora una volta dimostra un’indifferenza provocatoria”. E un atteggiamento da tardo colonialismo decadente, che qualifica il momento stesso che sta vivendo il Regno Unito, a cominciare dai nuovi scandali che imbarazzano la famiglia reale fino ai gravi problemi economici acuiti dall’inadeguatezza politica del partito laburista, al governo da poco più di 15 mesi.
La cena dello scandalo, intitolata Pink Ball, è stata organizzata nel contesto di una mostra sull’India antica e per l’evento sono stati allestiti i tavoli a ridosso dei capolavori scultorei, in particolare nella Duveen Gallery, dove sono conservati i fregi del Partenone, tesori archeologici di 2500 anni fa. Tanti i partecipanti, tra i quali si sarebbero notati, secondo alcune cronache, l’ex premier Rishi Sunak, il sindaco di Londra Sadiq Khan e gli immancabili Naomi Campbell e Mick Jagger. Libero bivacco in libero museo. A 2mila sterline a Vip. Che probabilmente ignorano che i fregi del Partenone sono oggetto di una controversia di lunga data tra la Grecia e il governo britannico. Atene chiede da decenni la restituzione, sostenendo che siano stati “saccheggiati” durante l’occupazione ottomana del Paese. Ma Londra risponde che le sculture sono state acquisite legalmente nel 1802 dal diplomatico britannico Lord Elgin, che le ha poi vendute al British Museum.
Due anni fa, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, nel corso di una visita ufficiale di 3 giorni in Gran Bretagna, ha provato a fare pressione sul governo dell’allora primo ministro Rishi Sunak (presente alla Pink Ball). In quell’occasione un portavoce di Downing Street dichiarò che il premier “è sempre stato coerente nella sua posizione”, ritenendo che i marmi del Partenone siano “una risorsa importante” per il Regno Unito, che ha “salvaguardato questo patrimonio per generazioni”. Le opere, dunque, “appartengono legalmente al British Museum”, il cui regolamento del 1963 “vieta la rimozione di oggetti dalla collezione del museo”, e che “non abbiamo intenzione di cambiare”. Mitsokatis affidò alla Bbc tutta la sua amarezza, spiegando che tenere parte dei fregi del Partenone fuori dalla Grecia era come “tagliare in due la Gioconda”. A due anni da quella dichiarazione, che fece impermalosire Sunak, a tal punto da annullare l’incontro con Mitsokatis, la Gioconda non solo è stata tagliata in due, ma è stata usata come tovaglia. O come un Sironi qualsiasi, tenuto in salone per 20 anni e che ha risolto tante di quelle serate, “perché è anche un argomento di conversazione”.
In passato si è esposto più volte perfino George Clooney. L’ultima volta a marzo 2021, quando chiese a Downing Street di restituire le sculture del Partenone “ai loro proprietari originari”, incassando ancora un rifiuto dall’allora premier Boris Johnson. A dicembre dello scorso anno, Mitsokatis ci ha riprovato con Keir Starmer, che ovviamente si è “difeso” agitando la legge del ‘63. In parallelo, però, sembra siano state avviate delle trattative per arrivare a un compromesso: nessuna restituzione, ma prestito a lungo termine. I fregi potrebbero essere esposti ad Atene, pur rimanendo ufficialmente di proprietà del British Museum. In cambio, la Grecia potrebbe prestare importanti opere a Londra. E sogna che un giorno finirà com’è finita con il Frammento di Palermo, un brandello di scultura in marmo risalente a 2500 anni fa che raffigura il piede e parte del vestito di una statua dell’antica dea greca Artemide, esposto per 2 secoli al Museo archeologico regionale Antonio Salinas del capoluogo siciliano, poi prestato alla Grecia per 8 anni e infine restituito definitivamente nel 2022.
Aggiornato il 23 ottobre 2025 alle ore 11:06