Rivoluzione negli Usa per i media e il cinema

I super ricchi amici del presidente Donald Trump hanno messo in programma il varo di un secondo gruppo di informazione e produzione cinematografica che possa fare concorrenza al colosso Disney. Dalla fine di agosto è nata una mega fusione tra la casa di produzione cinematografica Skydance e la Paramount (la Paramount Skydance Corporation) per finanziare, con 350 milioni di dollari, i film del gruppo. Il passo successivo è l’offerta di acquisto della Warner Bros. Discovery. Ed essendo entrati nell’era dell’Intelligenza artificiale il quarantenne David Ellison, figlio del più ricco al mondo che ha scavalcato Elon Musk, non si pone limiti, avendo alle spalle i miliardi del fondatore di Oracle. Al compimento dell’operazione, David Ellison controllerà anche i colossi dell’informazione televisiva come Cbs e Cnn. In sostanza, verrebbero a operare sul mercato i sistemi operativi e creativi di Hollywood e l’elevata tecnologia della Silicon Valley.

Il quadro proprietario che emerge evidenzia che il mercato dei media è saldamente nelle mani dei Big Tech. Nello scenario internazionale è entrato anche il temine nuvola (cloud in inglese, che rappresenta la principale infrastruttura digitale, anche se l’origine della parola risale all’inizio degli anni Sessanta ma si è diffuso nel 2006 con il lancio di Amazon web services (Aws), seguito da Google e Microsoft. News, reti locali, canali di sport costituiscono un boccone molto appetibile. Partiamo dall’impero di Rupert Murdoch, il 94enne imprenditore d’origine australiana che ha lasciato il controllo di Wall Street Journal, Fox News, New York Post, Times di Londra al primogenito Lachlan, 55 anni, che dopo anni di braccio di ferro con i due fratelli Elizabeth e James ha preso le redini del trust da inizio settembre 2025 versando 3,3 miliardi di dollari.

Gli oligarchi dei media sono pochi. Elon Musk, che intensifica le operazioni per portare gli astronauti sulla Luna, ha acquistato Twitter, Jeff Bezos ha in portafoglio il Washington Post, Patrick Soon-Shiong controlla il Los Angeles Times, Apple, Google e Meta si sono spostati verso posizioni più favorevoli ai repubblicani del presidente Trump, il quale ha favorito l’accordo in Usa del cinese TikTok con Oracle di Larry Ellison. Secondo alcuni analisti del mondo dell’informazione a metà degli anni Ottanta circa 50 compagnie diverse controllavano il 90 per cento del mercato dei media Usa. Oggi sono diventate appena cinque. Alla tavolata dei primi giorni di settembre alla Casa Bianca c’erano Bill Gates (Microsoft), Safra Catz per Oracle, Sundar Pichai e Sergey Brin per Google, Tim Cook per Apple, Sam Altman per OpenAi, Chamath Palihapitiya (Social capital) e Mark Zuckerberg di Facebook che investirà 600 miliardi sull’Ia. Il punto critico dei media Usa è il Telecommunications Atc, adottato nel 1996 dall’amministrazione democratica di Bill Clinton, con un Congresso a guida repubblicana, che molti ambienti chiedono di modificare per aver rovesciato i divieti imposti dal New Deal sull’acquisto delle emittenti locali da parte dei grandi gruppi e che ha trasformato il mercato dei media in un sistema discrezionale.

Aggiornato il 16 ottobre 2025 alle ore 10:51