Hamas consegna altri quattro corpi, ma uno non è un ostaggio

Al momento la missione “Eubam” resta in stand-by

“La missione Eubam a Rafah resta in stand-by” e sarà dispiegata “a sostegno del piano di pace per Gaza non appena le condizioni lo consentiranno”. Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea per gli affari esteri, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa di Bruxelles. “Come Unione europea, invitiamo tutte le parti ad attuare pienamente l’accordo senza ulteriori indugi, consentendo l’istituzione di un cessate il fuoco duraturo, il rilascio di tutti gli ostaggi e la distribuzione continuativa degli aiuti umanitari su larga scala verso Gaza”, ha aggiunto, ribadendo il ruolo dell’Ue nel sostenere il processo di stabilizzazione della Striscia. Intanto, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, Israele e Hamas avrebbero avviato i negoziati per la seconda fase del piano di pace promosso dagli Stati Uniti, mentre continuano le pressioni sull’organizzazione terroristica affinché restituisca i corpi degli ostaggi deceduti. Non facile, anche perché secondo i terroristi molti custodi degli ostaggi sarebbero morti o comunque non raggiungibili. Il quotidiano statunitense evidenzia tuttavia che l’attuazione del progetto di una forza internazionale sotto supervisione araba – come previsto dal piano di Donald Trump – si prospetta complessa, poiché diversi governi arabi non intendono essere percepiti come forze doccupazione all’interno della Striscia di Gaza.

Sul fronte umanitario, emergono nuovi dettagli sulle restituzioni avvenute durante la notte. Uno dei quattro corpi consegnati da Hamas a Israele non apparterrebbe a un ostaggio, secondo fonti della sicurezza israeliana citate da Ynet. Solo tre delle quattro salme, infatti, risultano riconducibili a cittadini israeliani rapiti il 7 ottobre 2023. Tra le vittime identificate figurano Uriel Baruch, 35 anni, sequestrato durante il festival musicale Supernova, e il soldato Tamir Nimrodi, 19 anni, catturato presso la base di Erez. Le famiglie hanno confermato i riconoscimenti, successivamente convalidati dall’Istituto di medicina legale Abu Kabir. Il quarto corpo, inizialmente attribuito a un ostaggio, non apparterrebbe invece a un cittadino israeliano, ma non sono stati forniti dettagli sull’identità o sulle circostanze della restituzione. A seguito degli sviluppi notturni, il governo israeliano ha sospeso le sanzioni previste per la giornata odierna – tra cui la riduzione degli aiuti umanitari e la chiusura del valico di Rafah con l’Egitto – come riportato dall’emittente pubblica Kan. Le misure erano state introdotte dopo che Hamas aveva consegnato solo quattro dei 28 ostaggi uccisi.

“La riuscita dell’iniziativa di pace avviata dal presidente degli Stati Uniti potrebbe davvero costituire una svolta storica che cambia il volto del Medio Oriente e quindi del Mediterraneo. Un successo ancora legato ad un filo, molte sono le variabili che ancora non sono state definite, dal ritorno delle salme degli ostaggi assassinati fino alle modalità effettive dello smantellamento della struttura militare di Hamas. Tuttavia quel filo di speranza si sta rivelando solido perché interpreta la volontà di pace di popolazioni che hanno sofferto moltissimo da una parte e dall’altra. Da qui tante, troppe vittime innocenti e tanti sopravvissuti che chiedono cibo, cure mediche e soprattutto sicurezza e speranza per un futuro della loro terra. Oggi questa è la grande speranza che si affaccia. Quel futuro potrebbe finalmente essere a portata di mano”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la sua informativa alla Camera dei deputati.

NELLA GAZA DELLA TREGUA SI CONTINUA A MORIRE

Il fragile cessate il fuoco non ha posto fine alla violenza nella Striscia di Gaza, dove proseguono le esecuzioni sommarie dei miliziani di Hamas contro i clan rivali e le famiglie beduine accusate di collaborare con Israele. “Se Hamas non accetterà di disarmarsi, si scatenerà l’inferno”, ha avvertito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista alla Cbs news. “Abbiamo concordato di dare una possibilità alla pace. Portiamo a termine la prima parte e ora diamo la possibilità di fare la seconda”, ha aggiunto. Ma le immagini che circolano sui social raccontano una realtà ben distante da quella che molti media internazionali hanno raccontato. L’ultimo video diffuso dalla Striscia mostra sette uomini inginocchiati, con le mani legate dietro la schiena, giustiziati pubblicamente da miliziani di Hamas in abiti civili. Attorno a loro una folla, composta anche da bambini e adolescenti, riprende la scena con i cellulari gridando Allahu Akbar. Poi gli spari, i corpi a terra, il silenzio.

Aggiornato il 15 ottobre 2025 alle ore 14:42