Sanità da remoto

Più di 8 milioni di inglesi curati a distanza entro il 2030

Lo slogan “un mondo nuovo sta arrivando” comprende tutto ciò che è possibile delegare al digitale. Una variazione sul tema è anche “fondamento di uno Stato moderno”, utilizzata dal governo per presentare il progetto della carta d’identità obbligatoria per vivere e lavorare in Gran Bretagna. Il “mondo nuovo” di cui ha parlato Keir Starmer è il servizio ospedaliero da remoto del national National Health Service, che verrà avviato nel 2027 con l’obiettivo di abbattere i tempi di attesa delle visite. Nhs Online avrà medici dedicati che si occuperanno di quei pazienti che sceglieranno di utilizzare il servizio.

“Si tratta fondamentalmente − ha detto il ministro della salute Wes Streeting − di modernizzare il servizio sanitario nazionale, aiutandolo a stare al passo con i tempi”, sulla base di quanto già sperimentato in alcuni ospedali inglesi, come l’ospedale universitario di Southampton. I britannici potranno utilizzare le app per prenotare una scansione, un esame o una procedura presso un centro diagnostico locale. Il servizio si concentrerà su quelle aree in cui è presente un numero significativo di pazienti che non hanno bisogno di cure ospedaliere, e potrebbero includere anche oftalmologia, ginecologia e patologie digestive.

L’obiettivo di Downing Street è fornire fino a 8,5 milioni di appuntamenti e visite entro il 2030, circa 4 volte superiore alla media attuale di un ente sanitario del Nhs. Il ministero sta cercando di rassicurare quei cittadini giustamente preoccupati dalla digitalizzazione e dalla sua incidenza su certi servizi essenziali. L’idea, ha spiegato Streeting, è proprio quella di utilizzare la tecnologia per liberare il personale e renderlo disponibile per chi desidera essere visitato di persona.

Secondo il direttore generale di Nhs England, Jim Mackey, il progetto “garantirà milioni di appuntamenti in più entro la fine del decennio, offrendo una vera alternativa ai pazienti e un maggiore controllo sulla propria assistenza”. L’esempio, come si accennava, è l’ospedale universitario di Southampton, che ha sviluppato un servizio di visite virtuali per le malattie infiammatorie intestinali a basso rischio, consentendo ai pazienti di accedere a cure a distanza. Tre quarti dei pazienti sono stati gestiti virtualmente e i tempi di attesa si sono ridotti del 58 per cento.

Il Moorfields Eye Hospital di Londra, da par suo, ha introdotto un sistema virtuale per la gestione dei ricoveri oculistici non urgenti, fa sapere la BBC. Se è vero che il modo in cui il Nhs fornisce servizi ambulatoriali non è cambiato molto negli ultimi decenni, è vero anche però, rilevano gli esperti, che nei mesi pandemici il settore ha imparato molto sulle opportunità di nuovi approcci basati sulla tecnologia digitale. Che ha bisogno del tempo necessario per pianificare adeguatamente questo servizio, perché ci sono molti fattori da considerare. Tra questi, la gestione dei dati dei pazienti e la necessità di evitare l’esclusione digitale di quelle persone che non possono accedere al servizio.

Le domande, tuttavia, non mancano. Si tratta, infatti, di capire da dove verranno reclutati i medici e gli infermieri per l’assistenza digitale, in una fase in cui la sanità pubblica sta continuando a ridurre profili occupazionali e posti di lavoro. Come si farà, per esempio, a trasferire i pazienti che necessitano di cure dai servizi digitali a quelli fisici? L’assistenza on line sarà sicura e adatta solo a determinati pazienti, e come il servizio sanitario garantirà per loro? A riportare tutti bruscamente alla realtà, ci ha pensato la British Medical Association (Bma), in merito a un sistema di prenotazione online, già attivo dal 1° ottobre, che in teoria consentirà ai pazienti che desiderano un appuntamento immediato o un contatto telefonico in giornata di “evitare le lunghe attese al telefono già dalle 8 del mattino”. Sistema che, però, avverte il sindacato dei medici, potrebbe generare il “caos”, perché il sistema informatico non è in grado di distinguere adeguatamente tra messaggi urgenti e non urgenti dei pazienti, e questo potrebbe ritardare gli interventi nei casi potenzialmente gravi. Bma ha avvertito inoltre che, senza personale aggiuntivo per far fronte all’aumento della domanda, il rischio è quello di un “tsunami informatico”, che spingerebbe i medici di base a una controversia ufficiale con il governo, limitando gli appuntamenti dei pazienti al minimo richiesto dal loro contratto. Di fatto, le schermaglie con il ministero sono già cominciate.

Il dicastero della sanità ricorda che sono stati assunti 2mila nuovi medici di base in tutta l’Inghilterra, e che il sindacato ha accettato l’introduzione della prenotazione online come parte di un nuovo contratto negoziato, in cui si sono concordate “garanzie chiare”, in base alle quali i pazienti saranno invitati a telefonare o presentarsi di persona per appuntamenti urgenti. I medici di base di Bma replicano che a febbraio di quest’anno è stato concordato, “per iscritto”, di approvare le modifiche a condizione che fossero messe in atto le necessarie garanzie entro il 1° ottobre. Dopo 8 mesi, sostiene il sindacato, queste garanzie sulla gestione dei servizi telematici non ci sono. Il ministero, osserva Bma, è stato avvertito che le modifiche potrebbero causare liste d’attesa di tipo ospedaliero nella medicina generale e ridurre le visite di persona con i medici di base.

Aggiornato il 10 ottobre 2025 alle ore 10:33