
Partiti al grido simbolico di “Israele o morte” il gruppo di naviganti della Global Sumud Flotilla ha bene o male concluso la sua piccola ma significativa crociata. Forse l’uso di questo termine per definire queste avventure più simili a una crociera che a un’azione di guerra avrebbe suscitato l’ira sprezzante dei veri partecipanti medievali dell’impresa originale, ma dobbiamo invece riconoscere che a modo suo la Flotilla, potendo usufruire a proprio vantaggio di tutto il mondo mediatico moderno, ha smosso realmente molte coscienze dell’opinione pubblica. Prova ne è l’incredibile manifestazione del weekend scorso che, nonostante lo scippo politico di “maternità” operato dai sindacati dei lavoratori e il solito finale giunto a guastarla, ha dimostrato una forte e motivata sensibilità della gente nei riguardi di quella sciagurata guerra.
La prima cosa che ci ha preoccupati, vedendo le immagini in mare di quelle piccole barche, è stato, come nessuno ha notato, l’uso improprio delle bandiere. In mare i veri naviganti sanno quanto è importante la bandiera, che dev’essere quella della nazione dove è iscritta l’imbarcazione e può essere affiancata, per cortesia, da una bandiera più piccola della nazione dove si approda. Ebbene, l’arrembaggio della Flotilla si svolgeva innalzando ben in vista le bandiere del vecchio stato di Palestina. Questo, di norma, avrebbe autorizzato una nazione in guerra proprio contro la Palestina, a considerare realmente nemici e terroristi i piccoli naviganti in arrivo. Cercando di approdare in quel modo su quella costa, in assenza di interventi superiori e della risonanza dei media di cui parlavamo, un gruppo siffatto si sarebbe davvero esposto ad uno sterminio cruento. Ma loro nemmeno ci pensavano, sbandierando a tutto il mondo vessilli che comunque non gli appartenevano. Inoltre, la crociata-crociera dava spazio a molte illazioni, fantasiose ma non troppo: i quid esistenziali proposti da Paul Gauguin e qui corretti in seconda persona (chi siete, da dove venite, dove andate).
PRIMO DUBBIO: CHI SIETE?
Chi ha finanziato la spedizione? Non ce l’hanno detto prima ma nemmeno dopo. Eppure sapevano che all’arrivo avrebbero certamente perso almeno le barche, se non la vita. E una barca, se propria, non si butta via a cuor leggero solo per amore di bambini stranieri, anche perché il mondo è pieno di bambini da salvare e non ci risulta che nessuno, per quelli, abbia fatto più di un’iscrizione a una società di beneficenza (ci sarebbe da discutere anche su quelle ma lasciamo stare). Inoltre, i nostri naviganti evidentemente non avevano – beati loro – un ufficio cui rendere conto per la propria assenza, né bisogno di lavorare per mantenersi e via dicendo. Ma i soldi per l’azione c’erano.
SECONDO DUBBIO: DA DOVE VENITE?
Perché hanno dichiarato un’intenzione (portare viveri e medicine) manifestamente falsa fin dall’inizio per chiunque abbia un po’ di sale in testa, perché i viveri e l’acqua per salvare un popolo non entrano in una cinquantina di barche a vela da dieci metri, e non dovrebbero viaggiare così lentamente e così da lontano visto l’urgenza dei bisognosi. Inoltre aiutare gente allo stremo con un po’ di cibo è l’ultima cosa che serve, perché, anche se consegnato, il cibo si esaurisce, mentre senza una soluzione politica la fame continua. Ma questo, insieme al rifiuto deciso di accettare l’offerta israeliana di scaricare col loro aiuto i viveri destinati ai palestinesi nel porto israeliano di Ashdod e poi consegnarli essi stessi, e specialmente di ignorare le raccomandazioni di farlo a Cipro arrivate dal presidente Sergio Mattarella e addirittura da Papa Leone, dimostrano che non era un’operazione di pace ma una provocazione, forse giusta, forse utile, ma perché non dirlo?
TERZO DUBBIO: DOVE ANDATE?
Questo dubbio purtroppo ce lo terremo, perché avremmo proprio voluto vederlo, dove sarebbero andati. Loro non l’hanno mai dichiarato con precisione. Gli israeliani, però, li hanno presi sul serio e li hanno fermati. Noi, invece, li avremmo maliziosamente seguiti da vicino per guardare dove si sarebbero diretti, dopo aver rifiutato l’offerta del porto sicuro. Sulla spiaggia, con delle barche a vela che pescano alcuni metri? Avrebbero scaricato i viveri per un milione di persone da soli, con componenti femminili certamente più idonee a manifestare che a scaricare casse a mani nude? E poi? Una volta sbarcati i viveri e abbandonate le barche, dove li avrebbero portati? Come? E come sarebbero tornati a casa? Tante curiosità cui nemmeno l’Intelligenza artificiale saprebbe rispondere.
Dobbiamo comunque ammettere che lanciarsi in quest’azione senza aver considerato dei problemi tanto grandi ha dimostrato che dopotutto i naviganti avevano un bel coraggio, e forse non sbaglia chi ha parlato di incoscienza, visto anche alcuni tragici precedenti. Insomma, rischiavano e dovevano saperlo, specialmente confidando nelle regole con gente che sappiamo cosa se ne fa delle regole, quando vuole. E sostenendo di avere una ragione che invece è controversa, circa il diritto di agire fino alle 12 miglia dalla costa e non oltre, e che avrebbero dovuto sapere, informandosi bene prima di partire (leggete il “manuale di Sanremo” del 1994 e considerate che la Palestina è uno Stato a riconoscimento limitato, almeno finora).
Forse nemmeno gli ideatori si aspettavano tanta risonanza, altrimenti avrebbero organizzato meglio il tutto: le telecamere che hanno testimoniato la loro avventura erano poco professionali e mal gestite, mentre ora la diffusione video è tutto e la comunicazione con i media andava predisposta ed eseguita da esperti. Infine, l’impronta politica, soltanto di sinistra, è stata un piccolo boomerang per i risultati che cercavano, spingendo molti a dar credito alle parole di Giorgia Meloni, che l’ha descritta come un’operazione organizzata per attaccare il suo governo. Governo che ha fatto la sua figura mobilitando, nonostante le critiche, una nave militare a scortare le barche, fin dove possibile. Giuseppe Conte ed Elly Schlein si sono lamentati: fossero stati al governo loro, sarebbero scesi in guerra contro Israele. Proprio ora che Donald Trump è arrivato alla pace?
Infine tutti noi, il popolo, abbiamo dimostrato in mille interventi di essere schierati pro o contro sempre e solo a seconda dell’orientamento politico, mentre l’aiuto ai bambini dovrebbe essere trasversale. In conclusione, noi dubitiamo che la Flotilla (o lo sciopero generale) abbiano influito sulle decisioni di Israele per giungere ad un accordo ma sicuramente è stata un’azione che sarà storicamente ricordata.
Aggiornato il 10 ottobre 2025 alle ore 16:43