
Il gruppo hacker Black Mirror ha diffuso, tra il 2 e l’8 ottobre 2025, due tranche di documenti riservati appartenenti alla corporazione statale russa Rostec, pilastro del complesso militare-industriale della Russia e principale attore nelle esportazioni di armamenti. L’archivio, composto da oltre trecento file tra note di servizio, contratti e corrispondenza interna, rivela una fitta rete di cooperazioni internazionali, meccanismi di elusione delle sanzioni e contatti diretti con partner stranieri, in particolare cinesi, per lo sviluppo di nuove tecnologie militari. La prima parte del materiale, pubblicata il 2 ottobre, mostra come le sanzioni imposte alla Russia abbiano colpito duramente la capacità delle aziende del settore militare di condurre transazioni internazionali. L’impossibilità di emettere garanzie bancarie e di operare tramite il sistema Swift ha costretto Rostec e le sue controllate a elaborare schemi di pagamento alternativi in yuan, rubli o euro, spesso attraverso intermediari e banche con sede in Paesi terzi. I documenti descrivono in dettaglio i tentativi di stabilire nuove rotte finanziarie per evitare il blocco occidentale, a conferma di una crescente dipendenza della Russia dal sistema bancario asiatico e, in particolare, dalla valuta cinese. Una parte consistente dell’archivio riguarda la rete logistica e di manutenzione internazionale creata da Rostec per sostenere le esportazioni militari in tempo di guerra e di sanzioni.
Le carte parlano di una struttura globale di centri tecnici destinati alla riparazione e al supporto di elicotteri russi in Paesi come Emirati Arabi Uniti, Afghanistan, Vietnam, Bulgaria e Kazakistan. Il progetto più ambizioso appare quello di un grande hub logistico a Dubai, nei pressi dell’aeroporto di Al-Maktoum, concepito come centro regionale per lo stoccaggio e la distribuzione di pezzi di ricambio e componenti destinati al mercato estero. La scelta degli Emirati, spiegano i documenti, è motivata dall’elevato livello di sviluppo infrastrutturale e dalla favorevole politica doganale e fiscale del Paese, elementi che lo rendono un punto strategico per aggirare controlli e restrizioni commerciali. Un documento particolarmente significativo descrive la collaborazione tra Rostec e gruppi industriali cinesi per la ricerca e la produzione di sistemi di guerra elettronica. In un file indirizzato al direttore di Rostec, Sergej Čemezov, viene proposto di stabilire contatti con “un gruppo di aziende della Repubblica popolare cinese” attive nello sviluppo e nella produzione di complessi di disturbo e difesa elettronica. I nomi delle società non vengono specificati, ma si parla di un consorzio che comprenderebbe un istituto di ricerca, un’impresa manifatturiera, una compagnia logistica e una assicurativa. Il Ministero della Difesa russo, secondo quanto emerge, avrebbe già condotto test dei sistemi cinesi sul campo di battaglia in Ucraina.
Gli scienziati cinesi sarebbero stati inoltre incaricati di progettare strumenti per l’individuazione di droni che operano su frequenze 4G e di sviluppare contromisure contro la rete satellitare Starlink, utilizzata dalle forze ucraine per le comunicazioni e la guida dei droni. Un ulteriore documento suggerisce che Rostec avrebbe “stabilito un canale di accesso a informazioni tecniche” relative alla base di componenti elettroniche di produzione cinese, un passaggio che gli stessi hacker di Black Mirror hanno definito “un atto riuscito di spionaggio industriale”. Se confermato, questo elemento indicherebbe che Mosca non si limita a cooperare con Pechino, ma cerca anche di acquisire conoscenze tecnologiche sensibili in modo non ufficiale, rafforzando la propria autonomia nella produzione di microcomponenti cruciali per l’industria bellica. Parallelamente, emergono discussioni interne su possibili modifiche legislative per permettere una gestione più flessibile dei profitti derivanti dall’export militare.
Una comunicazione dell’azienda Kret (Consorzio russo di tecnologie radioelettroniche) propone una formula semplificata per il calcolo dei prezzi all’esportazione, un aumento dei margini di profitto e la possibilità di destinare una parte più ampia dei ricavi al reinvestimento in ricerca e sviluppo. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire competitività alle imprese del complesso militare-industriale in un contesto di crescente isolamento economico. Gli hacker hanno annunciato che la pubblicazione degli archivi di Rostec continuerà. Le informazioni contenute nei documenti non solo delineano il tentativo della Russia di ricostruire un ecosistema industriale e finanziario parallelo, ma mostrano anche l’estensione delle sue relazioni con la Cina nel campo tecnologico-militare, in un momento in cui Mosca cerca di sopravvivere alla pressione economica dell’Occidente. L’immagine che emerge è quella di un’alleanza pragmatica e fragile, fondata su interessi convergenti ma anche su diffidenze reciproche, dove cooperazione e spionaggio si confondono sullo sfondo di una guerra che continua a ridefinire gli equilibri geopolitici globali.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza
Aggiornato il 09 ottobre 2025 alle ore 12:19