
Nel Governo francese di Sébastien Lecornu, durato una sola notte, a Bruno Le Maire era stato affidato il dicastero della Difesa. Nessun problema, però, per Le Maire: non rimarrà disoccupato. Per quindici anni ai vertici della politica transalpina, l’ex ministro dell’Economia in verità aveva deciso di lasciarla da qualche tempo. Annunciando che avrebbe abbracciato la carriera accademica. Invece è diventato consigliere del colosso olandese dei chip, l’Asml, una società che capitalizza 270 miliardi di euro. Decisione che aveva provocato polemiche nel suo Paese. Sicuramente rinfocolate dal ritorno sui propri passi se il tentativo di Lecornu fosse andato in porto. Intanto, polemiche di natura più o meno simile sono state accese in Irlanda dalla nomina di Niamh Sweeney ad alta commissaria dell’Autorità di protezione dei dati, che a Dublino ha un ruolo centrale nella regolamentazione dei giganti del digitale. Sweeney, ex lobbista ed ex comunicatrice nel settore delle alte tecnologie, per sei anni ha svolto infatti ruoli chiave in Meta.
Beninteso, questi due casi sono tutt’altro che isolati. Il problema delle sliding doors, vale a dire dei passaggi dal settore pubblico al privato e/o viceversa, affligge la politica dei Paesi occidentali da anni. Ai vertici delle istituzioni europee non si contano. E anche quando non fanno supporre conflitti d’interesse comunque appaiono spesso fuori luogo. In Italia queste pratiche sono molto meno diffuse. Di “Passaggi di campo” di un certo rilievo, negli ultimi dieci anni, probabilmente se ne ricorda uno solo. Quello di Lapo Pistelli, deputato e viceministro degli Esteri, che si è trasferito all’Eni, dov’è vicepresidente esecutivo e direttore delle relazioni internazionali. Di tanto in tanto, inoltre, viene sollevato qualche polverone per consulenze vere o presunte (da Romano Prodi a Matteo Renzi) che finisce per abbattersi così come si era innalzato. Viene legittimo domandarsi a questo punto se l’Italia sia un Paese felice, in quanto scarsamente soggetto a questi “traslochi”, oppure esista una tale reciproca sfiducia, se non disistima, tra il pubblico e il privato da sigillare addirittura le “porte”.
Aggiornato il 09 ottobre 2025 alle ore 10:40