Lavoro addio

Da Lufthansa a Renault, l’occupazione è in demolizione controllata

Mentre a Bruxelles tentano l’impresa disperata di rianimare la siderurgia europea, messa in ginocchio dalla concorrenza di Cina, Turchia e India, con 10 anni di ritardo e 270mila posti lavoro persi, l’Europa reale del lavoro continua nella sua lenta e inesorabile operazione di demolizione controllata. La macelleria sociale delle ultime settimane ha portato sugli scudi aziende come Bosch, Lufthansa, Exxon e Renault. Altro che locomotiva franco-tedesca: qui ormai conta solo portare a casa la pellaccia. Le ristrutturazioni aziendali portano sono cattive notizie, per tute blu e colletti bianchi. Perché per mantenere competitività e soprattutto i dividenti per gli azionisti a certi livelli, il mantra libero mercatista impone la scure occupazionale.

E allora ecco Lufthansa, che si prepara a tagliare 4mila profili sui 20mila in totale nel settore amministrativo. In questo caso l’esigenza di digitalizzare, automatizzare e consolidare i processi, equivale a mettere in gravi difficoltà 4mila famiglie. Servirà, però, all’azienda a realizzare un utile operativo al lordo di voci straordinarie pari all’8-10 per cento del fatturato, per consentire agli azionisti di continuare ad attendersi nuovi dividendi compresi tra il 20 e il 40 per cento dell’utile consolidato. La tecnologia, in questo caso, genera esuberi. E fa aumentare i bonus. In parallelo con gli esuberi c’è la questione piloti. Più del 90 per cento del personale ha votato per gli scioperi, dopo il fallimento di 7 cicli di trattative con Lufthansa e Lufthansa Cargo sui piani pensionistici aziendali. Anche qui, lamenta il sindacato di categoria Vereinigung Cockpit (Vc), Lufthansa genera miliardi di profitti e annuncia dividendi, ma poi tira il freno a mano sulla redistribuzione, adducendo presunti limiti di finanziamento per quanto riguarda la previdenza aziendale. ll problema, aggiunge Arne Karstens, portavoce della commissione per la contrattazione collettiva (Gtk) dei piloti, “non sono i nostri contratti, ma gli errori di gestione”. Vc ritiene che Lufthansa si trovi in una posizione molto migliore di quanto comunicato esternamente. Da anni, dice Karstens, “vogliamo sapere come vengono distribuiti i risultati aziendali individuali tra le rispettive società e quali criteri di allocazione interna esistano per servizi come la manutenzione. Purtroppo, ci è stata negata qualsiasi informazione conclusiva in merito”.

Sono molte, invece, le informazioni che ci sta dando un colosso come Bosch, in merito allo stato delle sue finanze. Dopo i 6650 posti ridotti tra novembre 24 e lo scorso luglio, altre migliaia di dipendenti dovranno cercarsi un’altra sistemazione entro il 2030. Ad annunciarlo ai quotidiani Stuttgarter Zeitung e Stuttgarter Nachrichten sono stati Markus Heyn, responsabile della mobilità, e Stefan Grosch, direttore del lavoro di Bosch. I due dirigenti non hanno ancora quantificato l’entità dei tagli, ma hanno comunque affermato che i costi della divisione business saranno ridotti di 2,5 miliardi di euro all’anno, il che renderà inevitabile ulteriori sacrifici occupazionali. “L’intero settore sta attraversando una profonda trasformazione. È una sfida commerciale che ci obbliga a concentrarci su come mantenere la nostra competitività”, ha detto Heyn. Frank Sell, presidente del comitato aziendale generale della divisione fornitori, ricorda che sono già stati realizzati “ingenti risparmi” sui costi: “Ci aspettiamo che il management fornisca dettagli concreti su cosa vorrà fare nel prossimo futuro”. Bosch ha annunciato alla recente fiera Iaa Mobility di Monaco di Baviera che per il 2025 prevede un aumento delle vendite di poco meno del 2 per cento.

La Exxon si prepara ad eliminare 2mila profili, di cui 1.200 in Europa, entro la fine del 2027 pari al 3-4 per cento della sua forza lavoro globale. Particolarmente preoccupante la situazione in Belgio, dove l’azienda prevede il taglio di 337 posizioni, di cui 202 a Bruxelles, dove sono impiegate attualmente 502 persone. In Belgio, l’azienda americana possiede due impianti di polietilene, nelle Fiandre Orientali e a Meerhout, oltre a una raffineria e un sito petrolchimico nel porto di Anversa, dove ExxonMobil si è impegnata a costruire un nuovo edificio per uffici vicino dove prevede di ospitare i dipendenti attualmente impiegati a Bruxelles.

Infine, Renault. Le voci su qualche migliaio di esuberi sembrano diventare “ammissioni”. Il gruppo francese si prepara a ridurre la sua forza lavoro di 3mila unità nei settori risorse umane, ricerca e sviluppo, marketing e finanza. La notizia, data dall’agenzia di stampa L’Informé, viene parzialmente confermata dal gruppo, che in queste ore parla di “riflessioni” sulla possibilità di ridurre i dipendenti di circa il 15 per cento nei servizi di supporto. In totale, il numero degli effettivi scenderebbe da 98mila a 95 mila. Il progetto, se confermato, interesserebbe sia la sede centrale nella regione di Parigi sia alcune filiali all’estero. “Nessuna decisione” è ancora presa, chiarisce Renault, in una dichiarazione alla France Press. L’ipotesi, tuttavia, è sul tavolo dei dirigenti e potrebbe tuttavia limitarsi all’ipotesi di licenziamenti volontari.

La ristrutturazione in atto, in un contesto in cui il mercato automobilistico europeo fatica a riprendere slancio, prevede di “prendere in considerazione aree di semplificazione, velocità di esecuzione e ottimizzazione dei costi fissi”. Di fronte a crisi delle vendite, inflazione, normative europee più severe e un’offensiva cinese nel segmento elettrico, è probabile che si debba rispondere sacrificando l’occupazione. Dopo un primo semestre cupo, caratterizzato da un calo del 69 per cento degli utili rettificati, Renault ha fatto della riduzione dei costi una priorità. Secondo BFM, il gruppo ha già risparmiato 287 milioni di euro nei primi 6 mesi dell’anno, grazie anche a trattative più favorevoli con i suoi fornitori. A fine luglio, il management ha annunciato che avrebbe intensificato questo piano di austerità inasprendo le spese amministrative e di ricerca e sviluppo e congelando le assunzioni fino alla fine dell’anno, ad eccezione degli operai. 

Aggiornato il 09 ottobre 2025 alle ore 11:00