Fallisce il piano in extremis, Macron cerca l’ennesimo premier

“Le ho provate tutte. Considero che la mia missione sia finita” ed Emmanuel Macron nominerà un nuovo primo ministro nelle “prossime 48 ore”. Dopo due giorni di frenetiche consultazioni all’Eliseo, il premier dimissionario Sébastien Lecornu ha annunciato in diretta su France 2 che la Francia si concede ancora un margine di tempo per uscire dall’impasse politica che paralizza il Paese. “Un cammino è ancora possibile”, ha dichiarato con ottimismo, aggiungendo che l’attuale situazione “permette” al presidente, ora sempre più isolato, di nominare un nuovo capo del governo entro due giorni.

Secondo Lecornu, “c’è una maggioranza assoluta di deputati all’Assemblea nazionale che rifiuta lo scioglimento” dell’emiciclo, ipotesi sostenuta invece dalle opposizioni, dal Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen e da La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Il premier uscente ha precisato che il futuro esecutivo, “qualunque esso sia”, dovrà essere “completamente disconnesso dalle ambizioni presidenziali del 2027”. “La situazione è già abbastanza difficile. In fondo, ci serve una squadra che decida di rimboccarsi le maniche e risolva i problemi del Paese”, ha sottolineato, lasciando intendere la possibile nascita di un governotecnico”, con un premier super partes incaricato di traghettare la seconda economia dellEurozona fino alle prossime elezioni presidenziali.

Interrogato sull’eventualità di essere riconfermato a Matignon, Lecornu ha escluso ogni ambizione personale, ricordando di aver accettato l’incarico su mandato di Macron e di non essere “attaccato alla poltrona”. Resta tuttavia l’incognita sulla manovra finanziaria per il 2026: “Tutte le formazioni politiche che sono venute a Matignon – è stata la risposta – hanno detto di non volersi assumere il rischio di non avere un bilancio entro fine dicembre”. Quanto alla sospensione della riforma previdenziale, condizione posta dal Partito socialista per avviare un dialogo con i macroniani, Lecornu ha ammesso che “bisognerà trovare una strada affinché ci sia un dibattito” nei prossimi giorni.

La suspense politica resta dunque alta. La Francia si trova ora in una fase di stallo, con la patata bollente che torna nelle mani del presidente, sempre più sotto pressione e isolato, abbandonato anche da alcuni ex fedelissimi. L’ex premier Gabriel Attal ha ammesso di “non capire più le sue scelte”, mentre Édouard Philippe lo ha invitato a “organizzare presidenziali anticipate”. Domani, il capo dello Stato è atteso alla cerimonia solenne per l’ingresso al Panthéon di Robert Badinter, occasione nella quale “si esprimerà in tempo utile”, come ha riferito Lecornu, riconoscendo che la sua missione è solo “parzialmente riuscita”.

Nel frattempo, il Rassemblement national ha intensificato gli appelli per un ritorno immediato alle urne. “Adesso, basta, censuro tutto. La farsa è durata abbastanza. Fischiamo la fine della ricreazione”, ha dichiarato Marine Le Pen, durante una visita al summit degli allevatori a Cournon-dAuvergne, ribadendo che elezioni anticipate sono “assolutamente inevitabili”. “Mi aspetto uno scioglimento o le dimissioni del presidente, anche queste mi andrebbero bene. Se non sono troppo esigente, o una o l’altra opzione, la scelta spetta al presidente”, ha aggiunto la leader del Rn.

Sul fronte de Les Républicains, il presidente del partito e ministro dellInterno dimissionario, Bruno Retailleau – considerato l’artefice della crisi politica esplosa lunedì con il ritiro del sostegno a Lecornu – ha confermato le sue linee rosse per un’eventuale partecipazione del suo partito al futuro esecutivo. In videoconferenza con i deputati Lr, Retailleau ha ribadito il suo “no” a un primo ministro di sinistra o vicino a Macron, e ha rinnovato la contrarietà a una sospensione della riforma delle pensioni proposta dai socialisti. “Non bisogna imbarcarsi in un’avventura che potrebbe danneggiarci”, ha avvertito, precisando che il futuro premier dovrà “essere lontano dal macronismo per dare una garanzia ai francesi e dimostrare che il messaggio inviato nelle elezioni legislative venga rispettato”.

Aggiornato il 09 ottobre 2025 alle ore 16:28