Secondo round di negoziati, in Egitto “clima positivo”

Il primo round di colloqui a Gaza tra Hamas e i mediatori egiziani si è concluso “in un clima positivo”. Lo ha riferito Al-Qahera News, emittente vicina all’intelligence del Cairo, confermando che il dialogo riprenderà martedì a Sharm El-Sheikh, dove una delegazione israeliana è giunta lunedì. L’obiettivo è aprire un canale di trattativa indiretta tra Israele e Hamas sui dettagli della proposta presentata dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che punta a un duplice obiettivo: lo scambio di prigionieri e l’attuazione di un cessate il fuoco duraturo nella Striscia. Secondo fonti vicine ai negoziatori di Hamas, i “colloqui sul piano di pace per Gaza sono positivi”, confermando le indiscrezioni della stampa egiziana. Il secondo round, previsto per oggi in tarda mattinata a Sharm El-Sheikh, vedrà la partecipazione dell’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, e del genero del presidente, Jared Kushner, “arrivati in Egitto per prendere parte al secondo round di colloqui su Gaza”, come riportano i media del Cairo.

La presenza americana è stata confermata anche dal ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, che in una conferenza stampa congiunta con l’omologo tedesco Johann Wadephul ha annunciato che Witkoff e Kushner “si uniranno domani ai colloqui su Gaza”. Sul fronte europeo, la commissaria al Mediterraneo Dubravka Šuica ha sottolineato la necessità di porre fine al conflitto. “La tragedia di Gaza deve finire, ora ci sia un futuro migliore per i palestinesi e gli israeliani”, ha dichiarato intervenendo a Strasburgo, dove ha accolto i familiari degli ostaggi israeliani sequestrati da Hamas, presenti al Parlamento europeo nel giorno dell’anniversario del 7 ottobre. “L’Ue ha accolto con favore il piano in 20 punti proposto dal presidente Donald Trump e sostiene i suoi pilastri principali”, ha aggiunto Šuica, precisando che “il piano ora viene negoziato nel dettaglio e l’Ue può fare la sua parte nell’applicazione del piano. L’Ue vuole un maggior ruolo dei palestinesi nel futuro di Gaza, previa la riforma dellAutorità palestinese, e il gruppo dei donatori istituito da Ursula von der Leyen sarà utilizzato per verificare gli sviluppi”.

Dal fronte politico italiano sono arrivate reazioni di segno diverso ma accomunate da un tono pragmatico. “Se il Nobel per la pace lo ha vinto Barack Obama senza meriti di nessun genere, se riuscirà a fermare la guerra fra Israele e Palestina e fra Russia e Ucraina allora a Trump bisogna dargli due Nobel, non uno”, ha commentato il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un’iniziativa a Marina di Massa. “Non è semplice, le parole di Papa Leone XIV sono incoraggianti e vanno ascoltate, seguite e applicate. Però se non fosse arrivato Trump non staremmo parlando di due tentativi di arrivare alla pace”.

Sulla stessa linea di apertura si è espressa la premier Giorgia Meloni, che in una dichiarazione nel secondo anniversario degli attacchi terroristici di Hamas contro i cittadini israeliani ha definito l’iniziativa americana “un’opportunità che non deve andare sprecata”. “Il Piano di pace presentato dal presidente Trump – che ha incontrato il convinto sostegno non soltanto delle Nazioni europee, ma anche dei Paesi arabi e islamici – offre una opportunità che non deve andare sprecata, per giungere a una cessazione permanente delle ostilità, riportare a casa gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e avviare un processo verso un quadro di pace e di sicurezza in tutto il Medio Oriente”, ha dichiarato Meloni, aggiungendo che “abbiamo tutti il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità affinché questa preziosa e fragile occasione abbia successo. La tragedia di Gaza non può protrarsi oltre”, ha ribadito la premier, ricordando che “l’Italia non ha mai fatto mancare il suo contributo in questa direzione, e continuerà a fare la propria parte”.

Aggiornato il 07 ottobre 2025 alle ore 15:03