Nuovo attacco sull’Ucraina: droni distruggono una palazzina

Gli Usa autorizzano Kiev all’uso di armi a lungo raggio

Nella notte un attacco di droni russi nella regione nord-orientale di Sumy ha provocato la morte di una famiglia di quattro persone, tra cui due bambini. Lo ha reso noto Oleg Grygorov, capo dell’amministrazione militare regionale, con un post su Telegram: “Stanotte, il nemico ha preso di mira un edificio residenziale nel villaggio di Chernechchyna, nella comunità di Krasnopillia”. I soccorritori, scrive Grygorov, hanno recuperato “da sotto le macerie, i corpi di quattro persone decedute. Si tratta dei genitori e dei loro figli, di sei e quattro anni”. Quest’ultimo raid ha confermato che l’obbiettivo principale di Vladimir Putin è solo e soltanto la guerra, e per questo il presidente della Federazione russa ha ordinato la coscrizione di 135mila cittadini. La più ampia campagna di reclutamento autunnale dal 2016 durerà dal 1 ottobre al 31 dicembre 2025. Le campagne di coscrizione in Russia si svolgono regolarmente in primavera e in autunno per richiamare uomini tra i 18 e i 30 anni al servizio obbligatorio. Ufficialmente, i coscritti svolgono servizio all’interno del Paese, anche se in passato sono emerse segnalazioni di invii in prima linea. Analisti e fonti sottolineano come i coscritti formati possano poi risultare più facilmente impiegati in operazioni future.

E visto che la pace in Ucraina sta andando a farsi benedire, il presidente Usa ha preso una decisione: secondo l’inviato speciale Keith Kellogg, Donald Trump avrebbe autorizzato Kiev a condurre attacchi a lungo raggio contro obiettivi in Russia. Sebbene, ha precisato Kellogg, “a volte il Pentagono non ha dato all’Ucraina l’autorità di eseguirli”. Sulla questione dei sistemi d’arma di lungo raggio, il vicepresidente Usa J.D. Vance ha confermato che l’amministrazione sta valutando la possibilità di fornire missili Tomahawk all’Ucraina, precisando che si tratta di una “decisione finale del presidente”. Le dichiarazioni aperte su autorizzazioni e forniture di missili sollevano immediatamente il rischio di un’escalation e rinnovano il confronto sull’estensione del conflitto oltre i confini ucraini.

Dal canto ucraino, le parole statunitensi hanno trovato pronto riscontro politico e militare: il ministro degli Esteri Andriy Sybiha, che al Forum sulla sicurezza di Varsavia, ha affermato che la Russia “deve rendersi conto che da oggi non ci sarà più un posto sicuro sul suo territorio” e che le forze e le armi ucraine “raggiungeranno qualsiasi base militare sul loro territorio”. Sybiha ha sottolineato che l’Ucraina agisce nel quadro del diritto all’autodifesa sancito dall’articolo 51 della Carta delle Nazioni unite, aggiungendo che la capacità di colpire obiettivi profondi è già stata dimostrata.

Aggiornato il 30 settembre 2025 alle ore 16:21