
Non si ferma la scia di sangue. Charlie Kirk, noto attivista conservatore, figura di spicco del movimento Maga e stretto alleato di Donald Trump, è stato colpito a morte al collo da un singolo proiettile mentre parlava agli studenti della Utah Valley University. Resta ancora ignota l’identità del killer, come le sue motivazioni. L’episodio si inserisce in una sequenza crescente di attentati e aggressioni che negli ultimi anni hanno coinvolto personalità politiche di primo piano, da Mike Pompeo al marito dell’ex speaker Nancy Pelosi, dal governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, Melissa Hortman, John Hoffmann e, infine, allo stesso Donald Trump, sopravvissuto a un attentato durante un comizio per le Presidenziali. Le immagini diffuse online mostrano la fuga dei presenti subito dopo lo sparo. In un video, si nota la testa di Kirk sobbalzare mentre dal collo scorreva sangue. L’attivista stava portando avanti uno dei suoi format più famosi – simbolo del libero pensiero, e del libero linguaggio – in cui rispondeva a domande e (soprattutto) critiche da parte dei campus universitari. Secondo la portavoce dell’Uvu, è stato colpito da un colpo proveniente dal Losee Center, a circa 200 metri di distanza, 20’ dopo l’inizio del suo intervento. L’intero campus è stato posto in lockdown e chiuso per il resto della giornata.
Il presidente Trump ha scritto sul suo social Truth, quando ancora Charlie stava lottando contro le ferite: “dobbiamo tutti pregare per Charlie Kirk, che è stato colpito. Un bravissimo ragazzo, dalla testa ai piedi. Dio lo benedica!”. Anche il vicepresidente J.D. Vance ha invitato gli americani a “pregare per Charlie Kirk, un bravissimo ragazzo e un giovane padre”, pubblicando una foto insieme a lui e a Donald Trump Jr., con il quale Kirk aveva condiviso anche un viaggio in Groenlandia per sostenere l’idea del presidente di acquisire il territorio artico. Residente in Arizona con la famiglia, Kirk si è affermato come uno dei più influenti leader conservatori della nuova generazione, guadagnandosi un ruolo di rilievo accanto a Trump e partecipando da ospite d’onore alla cerimonia di insediamento del tycoon. Fondatore di Turning Point Usa, la principale organizzazione giovanile della destra americana, ha costruito una rete capillare in oltre 850 campus universitari, promuovendo la registrazione degli studenti al voto e consolidando una piattaforma politica attraverso eventi, podcast e social media.
Jeff Long, il capo della polizia dell’Università dello Utah, ha dichiarato che Kirk disponeva di un servizio di sicurezza privato. “Questo – ha spiegato – è un campus con 40mila studenti. All’evento c’erano 3.000 persone, noi eravamo addestrati anche per questa situazione”. La gestione della sicurezza è però finita al centro delle polemiche, giudicata “inadeguata” da più commentatori. Trump, in un video dallo Studio Ovale diffuso su Truth, ha reso omaggio all’attivista definendolo un “patriota”, un “martire della verità e della libertà” e una persona “che ha combattuto per la democrazia, la giustizia e il popolo americano”. Le indagini sull’attacco restano confuse: il capo dell’Fbi, Kash Patel, ha fatto sapere su X che “il soggetto in custodia è stato rilasciato dopo un interrogatorio da parte delle forze dell’ordine. Le nostre indagini proseguono e continueremo a diffondere informazioni nell’interesse della trasparenza”.
Nel medesimo intervento Trump ha accusato la retorica della “sinistra radicale” che “per anni ha paragonato meravigliosi americani come Charlie ai nazi e ai peggiori criminali e assassini di massa del mondo”. Ha quindi aggiunto: “Questo genere di retorica è direttamente responsabile per il terrorismo che stiamo vedendo nel nostro Paese ora e deve cessare ora. Questo è un momento buio per l’America”, ha aggiunto il presidente, parlando di “un atto odioso” e invitando i media e la società a riflettere sul fatto che “violenza e omicidi sono una tragica conseguenza del demonizzare coloro con cui non si è d’accordo, giorno dopo giorno, anno dopo anno”. Per Trump, Kirk rappresentava “il meglio d’America”. Il commander-in-chief ha quindi annunciato: “In onore di Charlie Kirk, un vero grande patriota americano, ordino che tutte le bandiere americane degli Stati Uniti siano ammainate a mezz’asta fino a domenica sera alle 18”. Anche la Camera dei rappresentanti ha osservato un minuto di silenzio in suo onore, cerimonia interrotta improvvisamente dalle urla di una deputata che hanno generato momenti di caos nell’aula.
La premier italiana Giorgia Meloni ha commentato sui social: “Sconvolge la notizia dell’uccisione di Charlie Kirk, giovane e seguito attivista repubblicano. Un omicidio atroce, una ferita profonda per la democrazia e per chi crede nella libertà”. Ha quindi espresso il proprio cordoglio “alla sua famiglia, ai suoi cari e alla comunità conservatrice americana”.
Aggiornato il 11 settembre 2025 alle ore 13:25