
Donald Trump non nasconde la propria indignazione. “Presto parlerò con Vladimir Putin”. All’indomani del più grande attacco russo sull’Ucraina, che con oltre 800 tra droni e missili ha colpito per la prima volta anche il palazzo del Governo a Kiev, il tycoon afferma di non essere “affatto contento di quello che sta succedendo” e che parlerà con Putin nei prossimi giorni perché resta comunque fiducioso “che si troverà un accordo”. Trump si è detto pronto “ad una seconda fase” di sanzioni contro la Russia. Il presidente americano è probabilmente indispettito dalla sordità di Vladimir Putin ai suoi sforzi per il dialogo. A Washington è presente un team della Commissione Ue proprio per arrivare ad un maggior coordinamento delle misure, a cominciare da quelle contro l’import di energia russa. L’obiettivo di Bruxelles è da un lato azzerare nel giro di due anni quel 20 per cento di gas e petrolio di Mosca che ancora giunge in Europa e, dall’altro allargare l’uso degli asset congelati della Russia per dirottarli sul sostegno militare a Kiev e sul capitolo ricostruzione. Nel prossimi giorni la Commissione comincerà a lavorare ad un diciannovesimo pacchetto di sanzioni. Ci sarà, come sempre, da superare i veti di Ungheria e Slovacchia, ma questa volta le resistenze dei sovranisti Viktor Orbán e Robert Fico potrebbero incrociare anche l’irritazione del loro principale alleato politico, Donald Trump. Del resto, il maxi-attacco su Kiev ha ricevuto la condanna unanime di tutti i leader europei, da Keir Starmer e Emmanuel Macron. Con un concetto che appare sempre più chiaro alle cancellerie europee: “Putin non vuole la pace, non è serio nei negoziati”.
La replica di Mosca non si fa attendere. “Nessuna sanzione potrà costringere la Federazione Russa a cambiare la sua posizione coerente”. Lo dichiara il portavoce di Putin, Dmitri Peskov ripreso dall’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti. Intanto, in merito alla guerra in Ucraina, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avvertito che il “piano imperialista” del presidente russo Vladimir Putin “non si concluderà con la conquista dell’Ucraina, ma sarà solo l’inizio”. Intervenendo a una conferenza degli ambasciatori tedeschi, Merz ha affermato che “stiamo subendo quotidianamente e con crescente intensità attacchi ibridi russi, anche alle nostre infrastrutture”, e ha sottolineato le “provocazioni” di Mosca nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. Gli Stati Uniti hanno invece avvertito che i paesi europei dovrebbero smettere di acquistare petrolio e gas russi se vogliono che Washington inasprisca le sanzioni contro Mosca: lo ha detto al Financial Times il segretario all’energia Usa Chris Wright, secondo cui i paesi europei dovrebbero invece acquistare gas naturale liquefatto, benzina e altri prodotti derivati dai combustibili fossili americani per rispettare i termini dell’accordo commerciale Usa-Ue, che prevede che i paesi dell’Ue acquistino 750 miliardi di dollari di energia statunitense entro la fine del 2028. “Se gli europei tracciassero una linea e dicessero ‘non compreremo più gas russo, non compreremo più petrolio russo”, questo avrebbe un’influenza positiva anche sul fatto che gli Stati Uniti si orientino in modo più aggressivo sulle sanzioni? Assolutamente sì”, ha dichiarato in un’intervista prima dei colloqui con la sua controparte europea a Bruxelles questa settimana. Tra le misure prese in considerazione per il 19esimo pacchetto sanzioni contro la Russia allo studio della Commissione europea c’è – a quanto si apprende – anche l’ipotesi di limitare l’emissione di visti turistici ai russi grazie a linee guida più severe, questo anche alla luce degli alti numeri d’ingressi registrati questa estate. Inoltre si vorrebbero applicare restrizioni ai diplomatici di Mosca. Una proposta avanzata tempo fa dalla Polonia chiedeva di non permettere viaggi in Europa al di fuori del Paese in cui il diplomatico è accreditato, in pratica non applicando Schengen.
Aggiornato il 08 settembre 2025 alle ore 17:37