
L’immagine, uno screenshot di un video girato con uno smartphone, è diventata da un giorno all’altro un’icona internazionale.
A Dundee, in Scozia, un migrante di cui non vediamo il volto, ma la cui voce che non ha un accento britannico è udibile fuori campo, riprende con una videocamera due giovani adolescenti scozzesi. Le ragazze gli dicono di lasciarle in pace. Una delle due, che ora sappiamo chiamarsi Mayah Sommers, brandisce un coltello in una mano e una piccola ascia nell’altra. Urla all’uomo che la sta filmando dicendogli: “Stai aggredendo delle bambine, amico. (...) Siete dei f***uti aggressori di bambini”. L’altra ragazzina urla al migrante: “Non toccare la mia sorellina, c***o! Ha solo dodici anni! Ha solo dodici anni e tu mi stai bullizzando, st***zo!”
“Mostra il coltello”, dice lo straniero. “Mostra il coltello.” E si avvicina a loro, cercando di indurre le ragazzine spaventate a fare qualcosa che le metta nei guai. Nel filmato di 44 secondi, si intravedono due uomini adulti in piedi nelle vicinanze, riluttanti ad andare in aiuto delle bambine.
E questo le mette nei guai. La ragazzina che brandiva il coltello, la bionda Mayah Sommers con la coda di cavallo, viene arrestata dalla polizia scozzese e accusata di possesso di armi da taglio.
Sì, proprio così: lo Stato britannico, non volendo o non potendo proteggere i minori dai predatori sessuali immigrati, ne ha arrestata una che ha cercato di proteggere se stessa e sua sorella. Se esiste un’immagine più potente che rende l’assoluta vergogna e infamia della Gran Bretagna oggi, pochi di noi potrebbero sopportare di vederla.
Questo video non solo disonora le autorità britanniche, dalla polizia locale al Parlamento e al Primo Ministro, ma anche tutti gli uomini di quel Paese in disfacimento. Come si è potuti arrivare a questo punto, in cui una ragazza deve portare con sé un coltello e un’accetta per proteggersi dallo stupro da parte di migranti? Gli inglesi, specialmente gli uomini, non hanno un cuore? Non hanno coraggio? Non hanno un minimo di decenza?
È vero, non sappiamo quali eventi abbiano preceduto il video pubblicato online da quell’immigrato, ma è innegabile che quando la sua presenza ha causato alle ragazze un forte disagio, lui non le ha lasciate in pace, ma ha continuato ad avvicinarsi a loro e a stuzzicarle. L’uomo non identificato potrebbe non aver avuto intenzione di commettere violenza sessuale nei loro confronti, ma le stava chiaramente molestando. È difficile immaginare una situazione in cui quell’uomo sconosciuto sia completamente innocente.
Non è possibile determinare in che misura i migranti, i richiedenti asilo e le persone di origine straniera, non britannica, commettano violenze sessuali. Le autorità britanniche non registrano l’etnia degli accusati. Ciononostante, la Gran Bretagna è stata scossa nel profondo dallo scandalo delle gang di stupratori pakistani, in cui migliaia di ragazze della classe operaia come Mayah Sommers sono state sistematicamente rapite, drogate e violentate da uomini musulmani pakistani. Le autorità di polizia, i funzionari eletti e molti media hanno chiuso un occhio o minimizzato questi episodi.
Numerose testimonianze delle vittime delle gang di stupratori pakistani hanno affermato che i loro aggressori le chiamavano “troie bianche” mentre le violentavano, e dicevano loro che le ragazze bianche meritavano di essere stuprate. I media britannici tendono a evitare questi casi per paura di “alimentare le tensioni tra le comunità”, un eufemismo per indicare la rabbia nutrita dai britannici bianchi per ciò che i musulmani fanno alle loro figlie. Eppure, grazie a X, sono ampiamente diffusi i video che mostrano uomini anziani dalla pelle scura che cercano di rapire o molestare sessualmente ragazzine bianche britanniche.
Le terribili storie emerse da questi scandali hanno messo in allarme molti bambini e genitori del Regno Unito. L’anno scorso, mentre ero in visita da una famiglia nell'East Anglia, la loro figlia dodicenne e una sua compagna di scuola sono entrate di corsa in cucina dalla strada, dicendo alla madre che “un uomo asiatico ci stava seguendo”. (“asiatico” è un termine britannico che include i pakistani e altre persone provenienti dall’Asia meridionale). L’uomo potrebbe essere stato colpevole solo di camminare sul marciapiede, ma data la gravità dei crimini commessi dalle gang di stupratori e il fatto che prendono di mira giovani ragazze bianche britanniche, la paranoia è una reazione comprensibile.
Ciò che è accaduto a Mayah Sommers, ora soprannominata online “Sophie di Dundee”, suscita una reazione primordiale in tutti gli uomini moralmente sani. Lo stupro è sempre stato un’arma di guerra. Le violenze sessuali perpetrate sulle donne nemiche fanno parte del combattimento, un metodo progettato per umiliare i vinti. Se i pakistani che stuprano le ragazze inglesi fossero vichinghi sbarcati con le loro navi per saccheggiare i villaggi sassoni, i britannici saprebbero esattamente chi sono.
Allo stesso modo, se le centinaia e persino migliaia di giovani migranti “asiatici” e africani in età da combattimento che sbarcano dai gommoni sulla costa meridionale dell’Inghilterra fossero armati, verrebbero fucilati come invasori dall’esercito britannico, e meriterebbero di esserlo.
Ma questi uomini capiscono che oggi il popolo britannico è stato disarmato dal sentimentalismo umanitario e dal terrore di essere tacciato di razzismo o islamofobia. Oppure hanno paura di finire in prigione per mano del loro governo, che si comporta come se il vero crimine in queste questioni fosse disapprovare gli stranieri che entrano illegalmente in Gran Bretagna e infrangono la legge.
Lo scorso anno, Lucy Connolly è stata condannata a 31 mesi di carcere per un indignato tweet sui migranti, che ha subito cancellato. È stata rilasciata di recente dopo aver scontato il 40 per cento della pena. Nel frattempo, gli attivisti hanno segnalato diversi casi di migranti e richiedenti asilo condannati per stupro o altri reati gravi che hanno ricevuto pene inferiori o pressoché equivalenti a quella inflitta alla Connolly per aver twittato commenti offensivi.
La fiducia dei cittadini nelle istituzioni britanniche è ai minimi storici, soprattutto tra i giovani. Un sondaggio condotto nel luglio scorso da YouGov ha rilevato che il 90 per cento dei britannici è favorevole a un’inchiesta ufficiale sullo scandalo delle gang di stupratori, ma la maggior parte dei cittadini non crede che le autorità agiranno in modo equo e onesto.
Sophie di Dundee sarà un punto di svolta per il popolo britannico spaventato e furioso? John Robb pensa di sì. Il noto analista militare e antiterrorismo statunitense descrive l’immagine iconica di Sophie come un “innesco di empatia”, ovvero un’immagine o una storia che stimola un’immediata solidarietà negli individui o nei gruppi e ha il potere di mobilitarli rapidamente all’azione. Robb ha scritto, a proposito di Sophie: “Vedono il suo volto, la sua disperazione, e riconoscono immediatamente lo stesso volto che avevano loro, o che aveva un loro amico, quando hanno affrontato un bullo implacabile che li prendeva di mira da bambini. Un bullo dal quale nessuno li avrebbe protetti. Un bullo contro il quale hanno preso misure estreme. Tuttavia, non si limitano a vederla, ma sentono la sua disperazione dentro di sé, emotivamente e fisicamente. Questo li unisce a un livello profondo e crea un legame. I suoi nemici ora sono i loro nemici. La sua rabbia è ora la loro”.
È una bambina coraggiosa, pronta ad accoltellare un uomo adulto che temeva potesse violentarla. In un mondo normale, ragazzine come lei potrebbero trascorrere le loro giornate giocando al parco. Ma la Gran Bretagna di oggi non è un mondo normale. Da quando Sophie è nata nel 2011, ha importato diversi milioni di immigrati, molti legali, altri no. Questi migranti sono arrivati in una cultura che è diventata completamente demoralizzata e riluttante a difendere se stessa e la sua gente. Sarebbe più deprimente se si formassero bande di vigilanti per proteggere queste ragazze, o se non lo facessero? È difficile dirlo.
La Gran Bretagna vive oggi in uno stato che lo scomparso teorico politico americano Samuel Francis definiva “anarco-tirannia”, ovvero una condizione in cui lo Stato non riesce a far rispettare l’ordine fondamentale, imponendo al contempo un controllo oppressivo sui cittadini rispettosi della legge. La giovane Sophie di Dundee, come la chiamano, è il volto dell’anarco-tirannia. Se la disperazione della coraggiosa piccola Sophie non fa vergognare fino al midollo gli uomini del Regno Unito e non spinge i britannici all’indignazione e all’azione per risolvere la crisi migratoria, cosa potrà mai farlo?
Se lo Stato non protegge le ragazze dagli stupri perpetrati dai migranti e se non lo fanno nemmeno gli uomini britannici autoctoni, quale altra scelta hanno le Sophie di quella nazione malata nell’anima se non quella di armarsi?
(*) Tratto dal The European Conservative
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
Aggiornato il 03 settembre 2025 alle ore 11:18