
Nessun leader di Hamas può dirsi al sicuro, nemmeno chi vive fuori dalla Striscia di Gaza. È l’avvertimento lanciato dal capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano, Eyal Zamir. “Nella Striscia di Gaza, ieri abbiamo colpito uno dei leader di Hamas, Abu Obeida. Questa non è la fine, la maggior parte della leadership di Hamas è all’estero e raggiungeremo anche loro”, ha dichiarato Zamir durante una riunione al comando settentrionale delle Forze di difesa israeliane, come riportato in una nota ufficiale diffusa dall’Idf.
Il premier Benjamin Netanyahu ha commentato l’eliminazione del portavoce di Hamas. “L’annuncio di Hamas su Abu Obeida non arriverà, a quanto pare non c’è più nessuno con cui parlare”, ha affermato durante la riunione del gabinetto di sicurezza, secondo quanto riportato dal Times of Israel. A confermare la notizia, solo in parte, era stata in precedenza una fonte palestinese non meglio identificata che, ad Al-Arabiya, aveva parlato di un attacco israeliano contro l’appartamento di Obeida a Gaza City. Israele non aveva però ancora ufficializzato l’operazione, né Hamas aveva diffuso comunicazioni. “Lo Shin Bet (l’agenzia di intelligence interna) e le Forze di difesa hanno colpito il portavoce di Hamas, Abu Obaida”, ha aggiunto il premier, spiegando che “saranno le prossime ore e i prossimi giorni a determinarlo” in assenza di conferme dirette dal movimento islamista. Il ministro della Difesa Israel Katz ha invece sciolto ogni dubbio, attribuendo a Idf e Shin Bet l’operazione che ha portato all’uccisione del portavoce delle Brigate Ezzedin al Qassam. “È stato eliminato a Gaza e mandato a incontrare tutti i membri dell’asse del male provenienti da Iran, Gaza, Libano e Yemen, nel profondo dell’inferno”, ha scritto su X, congratulandosi con le forze di sicurezza per “la perfetta esecuzione”. E ha aggiunto: “Presto, con l’intensificarsi della campagna contro Gaza, incontrerà molti altri suoi complici: assassini e stupratori di Hamas”, ha concluso Katz.
Infine, un comunicato congiunto delle Forze armate e dello Shin Bet ha poi ufficializzato la morte di Hudahaifa Kahlout, noto come Abu Obaidah, definito il “volto pubblico” dell’ala militare dell’organizzazione terroristica. “L’operazione è stata diretta dalla sala operativa dello Shin Bet ed è stata resa possibile grazie alle informazioni raccolte in precedenza dall’Isa e dalla direzione dell’intelligence dell’Idf, che hanno identificato il nascondiglio del terrorista”, recita la nota. “Obaidah era uno degli ultimi terroristi di alto rango dell’ala militare di Hamas di prima del 7 ottobre 2023 ancora in vita”. Per oltre un decennio, secondo l’intelligence israeliana, avrebbe gestito l’apparato propagandistico del movimento, coordinando comunicazioni, portavoce e linee politiche.
ISRAELE E LA FLOTILLA: “SARANNO TRATTATI COME TERRORISTI”
Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha illustrato un piano per impedire l’arrivo della Global Sumud Flotilla, imponendo misure particolarmente severe contro gli attivisti coinvolti. I partecipanti arrestati saranno trattenuti a lungo nelle carceri di Ketziot e Damon, in condizioni riservate ai prigionieri di sicurezza. Privati di privilegi come tivù, radio e alimenti speciali, saranno trattati – ha spiegato – alla stregua di terroristi. “Non permetteremo a chi sostiene il terrorismo di vivere nell’agiatezza”, ha affermato Ben-Gvir, annunciando anche la confisca e il riutilizzo delle navi sequestrate. “Dobbiamo creare un deterrente chiaro. Chiunque scelga di collaborare con Hamas e sostenere il terrorismo incontrerà una risposta ferma e inflessibile da parte di Israele”.
EVACUARE IN SICUREZZA GAZA CITY? IMPOSSIBILE
Sul fronte umanitario, la presidente del Comitato internazionale della Croce rossa, Mirjana Spoljaric, ha messo in guardia da eventuali piani di evacuazione di Gaza City da parte israeliana. “È impossibile che un’evacuazione di massa di Gaza City possa avvenire in modo sicuro e dignitoso nelle condizioni attuali”, ha dichiarato. La carenza di rifugi, assistenza sanitaria e alimenti renderebbe l’operazione “non solo irrealizzabile ma incomprensibile”. Sul piano politico, Israele ribadisce di non voler considerare soluzioni intermedie nel negoziato sugli ostaggi. “Non è all’ordine del giorno” un cessate il fuoco temporaneo, ha chiarito il ministro della Cultura Miki Zohar. “C’è una chiara decisione dello Stato di Israele, e a mio parere potrebbe essere espressa in modo più chiaro nei prossimi giorni: solo un accordo completo”. Nessuna ipotesi di intesa parziale, dunque, ma solo la fine del conflitto accompagnata dal rilascio di tutti gli ostaggi e dalla smilitarizzazione di Gaza.
E all’interno di Israele cresce l’opposizione alle scelte dell’Esecutivo, soprattutto tra le famiglie degli ostaggi. “La pressione militare uccide gli ostaggi”, ha denunciato il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, che si prepara a una nuova mobilitazione a Tel Aviv. Nel frattempo, l’esercito ha confermato che due soldati sono rimasti feriti a Zeitoun, nel nord della Striscia, a causa dell’esplosione di un ordigno durante le operazioni di terra.
Aggiornato il 01 settembre 2025 alle ore 10:07