Xi Jinping e Putin alleati contro la tregua

Donald Trump continua ad aumentare la pressione su Mosca, in vista della nuova scadenza entro la quale Vladimir Putin dovrà accettare un cessate il fuoco, fissata per la fine di questa settimana. Come ulteriore misura, gli Stati Uniti hanno imposto un dazio aggiuntivo del 25 per cento all’India, in risposta ai suoi acquisti di petrolio russo. Il presidente americano ha replicato direttamente ai cupi avvertimenti di guerra nucleare lanciati dall’ex presidente russo Dmitry Medvedev, ordinando il riposizionamento di due sottomarini nucleari per contrastare la minaccia. Nel frattempo, il suo inviato speciale, Steve Witkoff, è tornato mercoledì a Mosca per nuovi colloqui con il Cremlino, e Trump incontrerà Putin la prossima settimana. In sostanza, Trump sta mettendo in campo una gamma di strumenti per cercare di chiudere la guerra in Ucraina. Resta da vedere se qualcuno di essi darà frutti. Tuttavia, finora i suoi tentativi sembrano infruttuosi e rischiano di essere vanificati dall’intervento della Cina. Quel che il presidente e i suoi consiglieri sembrano non aver considerato nella loro strategia contro la Russia è che la Cina trae beneficio dalla situazione in Ucraina ed è quindi fortemente motivata a continuare a fornire assistenza militare a Mosca.

Così come Stati Uniti ed Europa forniscono equipaggiamenti militari e aiuti finanziari all’Ucraina per contrastare la minaccia russa, anche la Cina porta avanti una propria guerra per procura contro Washington, offrendo sostegno a Mosca. Dopo essersi astenuta dall’inviare sistemi d’arma completamente assemblati alla Russia, per evitare l’ira di Washington, Pechino ha fornito alla Russia tecnologie a duplice uso, utilizzate per la produzione di armamenti, il tutto mantenendo un sottile velo di negazione. Questi componenti critici includono microelettronica, ottiche per carri armati, sensori satellitari, apparecchiature di navigazione e simili, e vengono venduti dalla Cina alla Russia apertamente tramite imprese statali o segretamente tramite società di facciata, apparentemente per uso civile. In realtà, migliorano le capacità di combattimento della Russia, consentendole di combattere una prolungata guerra di logoramento in Ucraina. Di particolare importanza è il ruolo della Cina come facilitatore della campagna di guerra con i droni della Russia, una tattica di combattimento che è stata il segno distintivo della guerra in Ucraina. Si ritiene che la Russia importi ogni anno milioni di dollari di velivoli senza pilota (Uav) dalla Cina, oltre a produrli congiuntamente con aziende cinesi in Russia.

Valutazioni dell’intelligence suggeriscono che la Russia abbia creato una fabbrica segreta di Uav in Cina tramite Iemz Kupol, una sussidiaria dell’azienda di armi statale russa Almaz-Antey, dove gli ingegneri hanno sviluppato e testato in volo un nuovo modello di drone da combattimento a lungo raggio chiamato Garpiya-3 (G3). Contribuendo ad alimentare l’economia russa in tempo di guerra, la Cina (insieme all’India) è stata uno dei principali importatori di petrolio russo, rappresentando il 47 percento delle esportazioni di petrolio greggio della Russia nel giugno 2025. Gran parte delle esportazioni di petrolio della Russia vengono trasportate da una flotta ombra di petroliere anonime per aggirare il regime di sanzioni. La scorsa settimana, Pechino ha respinto la minaccia del segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent di imporre dazi del 100 per cento se avesse continuato con questa pratica.

Allineandosi ulteriormente a Mosca contro gli Stati Uniti, la Cina ha deciso di aumentare le importazioni di gas dalla Russia, riducendo al contempo gli acquisti di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti. Perché la Cina è così interessata ad assistere la Russia nella lotta contro l’Ucraina? La logica di Pechino può essere illustrata dalla seguente allegoria cinese: “Mentre due tigri combattono ferocemente nella valle, una scimmia saggia è seduta in cima alla montagna, guardando in basso e aspettando di vedere come andrà a finire”. Pechino si vede come la scimmia saggia, che attende pazientemente che Mosca e Washington erodano i rispettivi arsenali bellici. In effetti, sebbene Cina e Russia si presentino pubblicamente come alleate, avendo dichiarato una “partnership senza limiti” nel 2022, sono in realtà avversari strategici, legati da una relazione opportunistica volta a raggiungere l’obiettivo comune di limitare il predominio geopolitico degli Stati Uniti e dell’Occidente.

Cina e Russia hanno avuto molteplici scontri di confine nel corso della loro turbolenta storia e ancora oggi mantengono una disputa territoriale nell’Estremo Oriente russo. In calo demografico, la Russia considera la migrazione decennale di cittadini cinesi nella sua regione dell’Estremo Oriente una grave minaccia. Putin aveva avvertito già nel 2000 che se la Russia non avesse intrapreso un “vero sforzo” per sviluppare il suo Estremo Oriente a breve termine, allora “tra qualche decennio la sua popolazione russa parlerà principalmente giapponese, cinese e coreano”. La Cina ha interesse a prolungare il conflitto in Ucraina, nella prospettiva di indebolire ulteriormente le scorte di armi degli Stati Uniti, già sensibilmente diminuite dal sostegno militare fornito a Ucraina e Israele.

La Cina ritiene che l’erosione della prontezza al combattimento americana sia cruciale per impedire agli Stati Uniti di intervenire nella futura invasione cinese di Taiwan, che alcuni comandanti militari statunitensi valutano probabile intorno al 2027. Per Pechino, realizzare il suo grande piano “Una sola Cina” entro il 2049, assicurandosi il controllo di Taiwan, avrà probabilmente la priorità sul mantenimento di una relazione transazionale ed evitando una guerra commerciale con Washington. Finora, la Russia ha ampiamente ignorato le varie manovre del presidente Trump. Pechino, nel frattempo, ha condotto esercitazioni navali congiunte sino-russe nel Mar del Giappone. Il messaggio di Mosca e Pechino a Washington è netto: la pace in Ucraina sarebbe un ostacolo ai loro piani strategici.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza

Aggiornato il 08 agosto 2025 alle ore 11:08