Curricula gonfiati e lauree inesistenti: politici spagnoli senza vergogna

Il curriculum non ti salverà. Soprattutto se lo riempi di boiate. Va bene mettere in risalto la propria storia professionale, l’importante tuttavia è non farsi prendere troppo dall’entusiasmo, edulcorando o addirittura mentendo su titoli accademici mai conseguiti. Che l’abito facesse il monaco, non v’erano dubbi. Occhio però a non esagerare con tutte quelle foto appese alle pareti. La vita politica spagnola vive, con imbarazzo, il suo “momento Manuel Fantoni”. Troppe fregnacce sui curricula hanno generato una valanga di dimissioni. Rigorosamente bipartisan. A ogni partito il suo Cuticchia Cesare. Psoe, Pp e Vox: ci sono cascati tutti. Ognuno con la sua piccola grande bugia.

Tra gli ultimi a cedere, Noelia Nuñez, deputata del Partito popolare e vicesegretaria per la mobilitazione e la sfida digitale, che a fine luglio ha annunciato le sue dimissioni da tutti i suoi incarichi organizzativi e istituzionali dopo aver riconosciuto di non essere in possesso della doppia laurea, in giurisprudenza e in scienze giuridiche delle pubbliche amministrazioni, che diceva di aver conseguito presso l’Uned (Università nazionale di Madrid), come dichiarato nel suo profilo pubblico al Congreso. “Mi assumo la piena responsabilità delle mie azioni”, ha scritto su X. “Mi sento più a mio agio − ha detto − se contribuisco a ripristinare la fiducia nella politica, assumendomi personalmente la decisione più difficile possibile”. La polemica, fa sapere la Rtve, è scoppiata dopo i dubbi espressi dal ministro dei trasporti Óscar Puente, ai quali Nuñez ha risposto sui social, affermando che non c’era alcuna intenzione di ingannare e spiegando di aver lasciato incompiuti gli studi universitari a causa della sua carriera politica, sebbene avesse intenzione di riprenderli. Nuñez ha sostenuto che, se avesse avuto intenzione di ingannare qualcuno, non avrebbe presentato versioni diverse del suo Cv in così poco tempo.

I socialisti non se lo sono fatto ripetere due volte e hanno colto al volo l’occasione per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dagli scandali per corruzione che lo hanno travolto nelle settimane scorse. Il Psoe, infatti, ha chiesto subito le dimissioni di Nuñez per aver “ripetutamente mentito” sul suo partito, sostenendo che avrebbe fornito versioni contraddittorie delle sue esperienze in interviste e documenti ufficiali: una “grave falsità che scredita le istituzioni”.

Il 1° agosto si è dimesso Ignacio Higuero (Vox), responsabile delle politiche forestali della giunta regionale dell’Estremadura, dopo aver ammesso di non essere in possesso della laurea in marketing presa all’Università San Pablo Ceu nel 1993, periodo in cui, però, questi titoli non erano ancora conseguiti.

Il caso di Noelia Nuñez ha trascinato a fondo anche José María Ángel Batalla, che si è dimesso da tutti i suoi incarichi il 31 luglio al consiglio provinciale di Valencia, perché indagato per presunto accesso a un impiego pubblico grazie a un titolo di studio falsificato. Tre giorni prima, il quotidiano El Mundo aveva scritto che Ángel Batalla aveva fornito un falso diploma in archivistica e biblioteconomia negli anni Ottanta. Nello specifico, si trattava di un documento datato 1983 e certificato dall’Università di Valencia. Lo stesso quotidiano riporta che la questione è venuta alla luce grazie a una denuncia anonima presentata il 9 aprile all’Agenzia valenciana per la lotta antifrode. Tre dimissioni in una settimana, dunque, di esponenti politici che hanno dichiarato credenziali che non avevano.

I casi di curricula gonfiati in Spagna da “false informazioni”, secondo gli esperti, evidenziano che la “vergogna non ha più limiti”. Mentire sui Cv, si fa notare, può avere conseguenze legali, lavorative, reputazionali e personali. In teoria, ci vorrebbe un attimo a capire se qualche “Amedeo di Nettuno” ha lavorato troppo con la fantasia: basta porre la domanda giusta per capire se l’hai sparata grossa. Il colloquio di lavoro rivela tutto. E scopre le magagne. Con l’immancabile Intelligenza artificiale però, assicurano, anche il più ingenuo dei Sergio Benvenuti potrebbe farla franca. E abbandonarsi a sogni di gloria mostruosamente proibiti. Che è un po’ come camuffare la voce al telefono per sembrare più sicuro di sé, mentre alle tue spalle il futuro suocero ascolta allibito. L’Ia può intervenire (o interferire) sul Cv falsificando titoli di studio e gonfiando meriti che non si hanno? Fortunatamente no, ci si affretta a chiarire nell’ambito del cosiddetto talent management. Nulla può la macchina di fronte una laurea certificata o una certificazione ufficiale. Le bugie, anche e soprattutto quelle professionali, hanno sempre le gambe corte. Anche se richiedono un po’ più di tempo per essere scoperte. Perché chi mente sulla propria formazione, nel medio termine si ritrova a dover rendere conto delle proprie bugie, non fosse altro per le lacune professionali che inevitabilmente emergeranno. E, dunque, per l’impossibilità di dimostrare le proprie capacità. 

Aggiornato il 06 agosto 2025 alle ore 12:17