
La più grande “intesa mai raggiunta”. Così si può chiamare, anzi, così viene annunciato da Donald Trump l’accordo sui dazi al 15 per cento sui prodotti europei, svelato nella giornata di ieri con l’Unione europea. Una stretta di mano che segna l’introduzione di una tariffa uniforme e generica su tutti i prodotti dell’Eurozona, in cambio – secondo quanto dichiarato dallo stesso presidente statunitense – di nuovi impegni dei Ventisette su energia, investimenti e perfino armamenti americani. “L’Unione europea accetterà di acquistare dagli Stati Uniti energia per un valore di 750 miliardi di dollari; accetterà di investire negli Stati Uniti 600 miliardi di dollari in più di quanto stiano già investendo”, ha affermato il commander-in-chief a stelle e strisce, illustrando l’architettura dell’intesa. Il patto includerebbe anche l’acquisto da parte europea di una “grande quantità di equipaggiamento militare”, a dimostrazione – ha aggiunto il tycoon – “della superiorità della nostra produzione”. Restano fuori dall’accordo, per il momento, acciaio e alluminio: “La situazione resta com’è”, ha precisato il presidente Usa, sottolineando invece come l’Europa “accetterà di aprire i loro Paesi al commercio a dazi zero” per i prodotti statunitensi.
A caldo, da Addis Abeba, è intervenuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha accolto positivamente la notizia, pur invitando alla prudenza: “Giudico positivamente il fatto che si sia raggiunto un accordo, ho sempre pensato e continuo a pensare che un’escalation commerciale tra Europa e Stati Uniti avrebbe avuto conseguenze imprevedibili e potenzialmente devastanti”. Ma la premier ha anche sottolineato che “bisognerà studiare i dettagli dell’accordo, bisognerà lavorare ancora sull’accordo perché quello sottoscritto ieri è di massima, giuridicamente non vincolante, quindi nei dettagli bisogna ancora andare, c’è ancora da battersi”. Meloni ha citato tra le aree da chiarire “le possibili esenzioni, particolarmente su alcuni prodotti agricoli”, e ha dichiarato di non avere “ancora i dati chiari” su alcune voci rilevanti, come “gli investimenti” e “l’acquisto di gas”. Dopo un confronto telefonico con Matteo Salvini e Antonio Tajani, i tre leader del centrodestra hanno diffuso una nota congiunta nella quale rivendicano il lavoro fatto “con grande impegno e facendo squadra comune”, evitando “di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell’Atlantico”.
Ma l’intesa ha acceso subito lo scontro politico in Italia. Per Giuseppe Conte, leader maximo del Movimento 5 stelle, “l’unico vincitore è l’inquilino della Casa Bianca, ad essere sconfitti sono Meloni e Ursula von der Leyen”. Il Partito democratico parla di “resa senza condizioni dell’Europa” che, secondo i capigruppo Francesco Boccia e Chiara Braga, “costerà anche alle aziende italiane molti miliardi”. E ancora i pentastellati: “Non ci pare un accordo equo e di reciprocità, ma piuttosto una imposizione americana all’Europa. “Abbiamo l’Europa degli Stati Uniti”, ironizza il deputato M5s Riccardo Ricciardi. Duro anche il fronte rosso-verde con Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs): “Trump ha aperto una guerra economica e commerciale pesante, dagli esiti imprevedibili. È un atto di forza che mette in ginocchio l’economia dell’Ue, con effetti devastanti sull’Italia”. Più cauta la posizione centrista. “Troppo facile dire facciamo il braccio di ferro quando in gioco c’è il futuro di imprese e famiglie”, ha ragionato Maurizio Lupi (Noi Moderati), che definisce l’intesa “un compromesso necessario” in un quadro globale che resta fragile e instabile.
Aggiornato il 28 luglio 2025 alle ore 09:57