
Stasera la parola “pace” potrebbe tornare al centro del discorso. È ciò che si augura l’Occidente tutto, in vista dei colloqui che si terranno a Istanbul tra Russia e Ucraina. Alle 19 locali (18 ora italiana) riprenderanno le trattative. La cornice scelta per questo nuovo incontro è il palazzo Ciragan, un sontuoso edificio di epoca ottomana affacciato sul Bosforo, simbolo di un equilibrio da ricostruire. A presiedere la tornata negoziale sarà il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, affiancato da figure chiave dell’apparato di sicurezza di Ankara: il direttore dell’intelligence (mit), İbrahim Kalin, e il capo di Stato maggiore, Metin Gürak. Secondo una fonte del Ministero degli Esteri turco, la delegazione russa sarà nuovamente guidata da Vladimir Medinsky, consigliere del presidente Vladimir Putin, affiancato dal vice ministro degli Esteri, Mikhail Galuzin. Per la parte ucraina sarà Rustem Umjerov, segretario del Consiglio nazionale per la Difesa e la Sicurezza, a guidare i negoziatori, insieme al primo vice segretario per gli Affari esteri, Sergiy Kyslytsya.
Nel pomeriggio, le agenzie russe hanno dato notizia della partenza della delegazione di Mosca verso la Turchia, pur in assenza di una conferma ufficiale da parte del governo russo. Solo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha riconosciuto formalmente l’appuntamento, sottolineando il carattere interlocutorio e preparatorio del confronto. “I colloqui serviranno per concordare i memoranda presentati dalle due parti in preparazione di un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky”, ha dichiarato il megafono dello zar, precisando che “senza aver svolto tutto questo lavoro complesso, è improbabile che sia opportuno fissare già degli incontri specifici”. Una linea di prudenza che Peskov ha ribadito più volte, insistendo sulla delicatezza del momento: “Si tratta di un lavoro molto complesso e molto impegnativo”. A complicare la trattativa, le profonde divergenze tra le proposte sul tavolo. “Nessuno si aspetta una strada facile, naturalmente saranno colloqui molto difficili”, ha ammesso, osservando che i rispettivi memorandum con le ipotesi di pace sono “diametralmente opposti”.
Il portavoce del Cremlino ha poi replicato alle dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky, che aveva parlato della volontà di Kiev di discutere con Mosca la preparazione di un vertice ai massimi livelli. “Tutto il lavoro che deve essere fatto per concordare i memoranda – ha spiegato Peskov – è proprio la preparazione dell’incontro. Ma senza aver svolto tutto questo lavoro complesso, non è molto opportuno fissare concretamente l’incontro. Altrimenti questo lavoro preliminare molto complesso e impegnativo dovrà essere svolto ad alto livello”.
Istanbul, ancora una volta, si propone come punto di mediazione tra Est e Ovest, nella speranza che dalle stanze del Ciragan possa emergere almeno un punto di contatto tra due mondi che, da oltre due anni, non smettono di combattersi.
Aggiornato il 23 luglio 2025 alle ore 15:43