
Nuovi colloqui previsti per domani. Ma la Russia continua a bombardare il suolo ucraino. A margine di una nuova ondata di attacchi di Mosca su Kiev e sull’Ucraina orientale, il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato per mercoledì un nuovo round di negoziati con la Federazione russa, riportando il confronto nella sede già utilizzata nei mesi scorsi: Istambul. Lo ha confermato anche un portavoce del governo di Recep Tayyip Erdoğan, che ospiterà nuovamente le delegazioni in una fase ancora incerta, dopo due cicli di trattative nei mesi di maggio e giugno rimasti privi di risultati concreti. “Oggi ho discusso con Rustem Umerov – il capo del Consiglio di sicurezza ucraino – i preparativi per lo scambio e un altro incontro in Turchia con la parte russa. Umerov ha riferito che l’incontro è previsto per mercoledì”, ha affermato il presidente di Kiev nel discorso serale di lunedì. Il presidente ucraino aveva già rilanciato nel fine settimana la possibilità di riaprire il dialogo, in un contesto aggravato dall’ultimo bombardamento su Kiev che ha colpito un rifugio antiaereo e causato incendi nella capitale. Ha inoltre annunciato che ulteriori dettagli sul vertice saranno resi noti nel corso della giornata.
A frenare gli entusiasmi, tuttavia, è stato lo stesso Cremlino, che ha preferito mantenere un profilo cauto e attendista. “Speriamo che i negoziati si tengano questa settimana”, ha dichiarato il megafono di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, senza confermare la data di mercoledì e ribadendo che “non c’è alcun motivo per aspettarsi miracoli o svolte improvvise, e difficilmente ciò è possibile nella situazione attuale”. La posizione russa resta improntata alla difesa degli obiettivi fissati fin dall’inizio del conflitto. “Abbiamo l’intenzione di perseguire i nostri interessi, di garantire i nostri interessi e di portare a termine gli obiettivi che ci siamo posti fin dall’inizio”, ha ribadito Peskov, precisando che i tempi per un’intesa restano indefiniti: “Non mi sentirei affatto di valutare i tempi potenziali, dipende da molti fattori, e ora qualsiasi previsione sarebbe errata”.
Nel frattempo, il fronte militare continua a registrare vittime civili. Un attacco aereo russo su Kramatorsk, nella regione orientale di Donetsk, ha colpito un edificio residenziale provocando almeno la morte di un bambino di 10 anni e il ferimento di altre cinque persone. A riferirlo è stato il capo dell’amministrazione militare locale, Oleksandr Honcharenko, secondo cui “alle 7:30 (le 6:30 in Italia), risulta morta una persona, un bambino nato nel 2015. Altre cinque persone sono rimaste ferite e stanno ricevendo cure mediche qualificate”. L’attacco, condotto con una bomba aerea teleguidata, ha causato un vasto incendio. Anche la città di Odessa è stata bersaglio nella notte di un’offensiva con droni kamikaze, tra cui i noti Shahed di fabbricazione iraniana. Secondo l’Aeronautica militare ucraina, sono stati impiegati 42 droni, di cui 33 sarebbero stati abbattuti o neutralizzati dai sistemi di difesa aerea o di guerra elettronica. Tre località sono state colpite direttamente, mentre frammenti di droni sono caduti in altre tre aree. A Odessa, secondo quanto riferito dal Servizio statale di emergenza, “a seguito dell’impatto, è scoppiato un incendio in un parcheggio, con auto in fiamme. Anche le finestre di un condominio sono state danneggiate, oltre a un negozio. Sul posto sono intervenuti psicologi del Servizio di emergenza statale” per assistere la persona rimasta ferita.
Il presidente ucraino ha ribadito l’obiettivo politico che guida il suo governo, in un appello ancora una volta improntato alla trasparenza e alla difesa dei diritti umani. “L’Ucraina è pronta a lavorare nel modo più produttivo possibile per la liberazione del nostro popolo dalla prigionia e il ritorno dei bambini rapiti, nonché per fermare le uccisioni e preparare un incontro dei leader per la vera fine di questa guerra – prosegue la nota – La nostra posizione è la più trasparente possibile. L’Ucraina non ha mai voluto questa guerra, ed è la Russia che deve porre fine alla guerra che essa stessa ha iniziato”. Sul tavolo del prossimo vertice si discuteranno anche “i progetti di memorandum” relativi al percorso negoziale, ha confermato Peskov, pur ricordando come “le proposte avanzate da ciascuna delle due parti siano assolutamente diametralmente opposte”. Durante i precedenti colloqui, i progressi sono stati limitati ad accordi di natura umanitaria, come lo scambio di prigionieri e la restituzione delle salme dei militari caduti. Un risultato che, per il Cremlino, rappresenta già un traguardo parziale, dati i margini di distanza tra le parti. “Il tema della risoluzione ucraina è così complesso che raggiungere accordi sugli scambi e sul ritorno dei corpi dei caduti è già un risultato”, ha sottolineato il portavoce del presidente russo.
Aggiornato il 22 luglio 2025 alle ore 14:16