Milei-Bullrich, la nuova alleanza per rottamare il kirchnerismo

Nel poscritto in appendice alla monumentale opera La società libera, “Perché non sono un conservatore”, Friedrich von Hayek illustra le differenze tra i liberali classici e chi si ispira alla concezione filosofica del conservatorismo. Lo studioso riconosce che, in alcune circostanze, i difensori della libertà e i custodi della tradizione siano portati a unirsi per contrastare le vicende che minacciano i rispettivi ideali, sebbene quest’incontro nasconda dei pericoli. Ciò dipende dai fondamenti valoriali delle due ideologie che, nella maggior parte dei casi, ambiscono a esiti diversi. Il conservatore resiste al progresso rallentando gli sviluppi che ritiene indesiderabili ma non può ostacolarli, perché non è in grado di indicare altre direzioni da percorrere; il liberale, invece, si interroga sulla via da intraprendere senza indugiare sulla velocità o sul punto d’arrivo. Il timore del cambiamento tipico dei conservatori più intransigenti scaturisce dalla sfiducia nell’ignoto, ma è un elemento incompatibile alla natura evoluzionistica del pensiero liberale.

La postilla dell’economista austriaco sembra ricollegarsi all’introduzione della History of Freedom di Lord Acton: “In tutti i tempi, rari sono stati i sinceri amici della libertà; il trionfo di questa è dovuto a minoranze che hanno prevalso associandosi con ausiliari il cui fine differiva spesso dal loro; e questa associazione, che è sempre pericolosa, è stata a volte disastrosa, offrendo agli avversari validi motivi d’opposizione”. Tuttavia, è bene ricordare che Hayek concluse il suo lavoro nel maggio 1959, quando i conservatori britannici di Harold MacMillan seguivano il consenso post-bellico e si proponevano come i garanti della middle way, collocandosi in una posizione di perfetta equidistanza tra l’economia di libero mercato e il socialismo. Non fanno testo Margaret Thatcher e Ronald Reagan, che ebbero il coraggio di integrare le idee della libertà all’interno dei loro partiti. La Lady di ferro ridusse il ruolo dello Stato grazie alle sue politiche di liberalizzazione e trasformò la Gran Bretagna, già “malata d’Europa” a causa di una perdurante crisi finanziaria, in una nazione prospera e fiera. Il 40° Presidente degli Stati Uniti riuscì a esaltare il primato morale dell’Occidente e segnò una svolta duratura per il Partito Repubblicano sposando la piattaforma fusionista di Barry Goldwater, che combinava la libertà economica, il conservatorismo sociale e una postura muscolare in politica estera. Un esperimento simile ai governi della New Right – e assai fortunato – sta vedendo la luce anche in Argentina.

Dopo essersi insediato alla Casa Rosada, Javier Milei si è trovato di fronte a un’incognita: realizzare il suo ambizioso progetto riformatore pur non avendo una maggioranza nel Congresso. Fino ad oggi i deputati e i senatori de La Libertad Avanza hanno contato sull’appoggio esterno del centrodestra macrista di Juntos por el Cambio e dei radicali dell’Ucr, ma il rapporto tra le compagini parlamentari non è stato privo di fibrillazioni. Ne è un esempio la bocciatura del disegno di legge Ficha Limpia, che impedisce alle persone condannate per reati gravi di candidarsi a cariche elettive o esercitare funzioni pubbliche, respinto lo scorso 28 novembre in virtù del mancato raggiungimento del quorum. In questo scenario caratterizzato dall’alternarsi di accordi poco stabili, facili entusiasmi e malintesi, si sta muovendo abilmente una leader che tenta di accorciare le distanze tra le anime della coalizione in sostegno a Milei: Patricia Bullrich.

La candidata del Pro, uscita sconfitta al primo turno delle elezioni presidenziali del 2023, decise di schierarsi con Javier Milei nel ballottaggio contro Sergio Massa insieme al suo ex compagno di corsa, Luis Alfonso Petri, per lanciare un messaggio di discontinuità. Da allora, i due hanno instaurato un’amicizia sincera e una sintonia fondata sulla condivisione dei medesimi princìpi. Bullrich ha una lunga carriera alle spalle: attiva in politica fin da giovanissima, fece capo all’ala destra del movimento peronista, si avvicinò a Carlos Menem nella metà degli anni Novanta, fu nominata ministro del Lavoro sotto Fernando de la Rúa nel 2000 e, quindici anni più tardi, ministro della Sicurezza durante la presidenza di Mauricio Macri. Guida la corrente rigorista del suo partito, i cosiddetti “halcones”, ed è proprio l’inflessibilità che la contraddistingue ad esserle valsa la riconferma come ministro della Sicurezza nel gabinetto di Javier Milei.

 Patricia Bullrich ha adottato una strategia di tolleranza zero nei confronti della criminalità organizzata, del narcotraffico e dello sfruttamento minorile. La sua agenda securitaria, tesa a mantenere l’ordine pubblico attraverso l’applicazione ferrea della legge, si è rivelata molto efficace: l’Argentina ha rafforzato i controlli alle frontiere per fermare le gang dedite allo spaccio di stupefacenti e ha pianificato visite nelle zone di coltivazione della cocaina in Perù, potenziando la cooperazione con la Drug Enforcement Administration e il Federal Bureau of Investigation degli Stati Uniti. Inoltre, le autorità hanno avviato la costruzione di un tratto di muro al confine con la Bolivia, nella provincia settentrionale di Salta, e stanno intensificando il monitoraggio delle zone limitrofe al Brasile dove, negli ultimi anni, la sorveglianza è risultata pressoché assente. Il ripristino della legalità ha determinato un crollo degli omicidi nella regione di Rosario, passati dai quasi 300 del 2022 e dai 261 del 2023 ai 90 del 2024, la cifra più bassa del primo quarto di secolo. Ai traguardi conseguiti nel contrasto al crimine si aggiunge l’azzeramento delle proteste sindacali che paralizzavano il Paese con tumulti, aggressioni e blocchi delle strade. Per questo motivo, Javier Milei ha attribuito un ruolo di primo piano al dicastero presieduto da Bullrich e, in seguito alla ristrutturazione degli incarichi governativi, le ha concesso un portafoglio “nazionale” che rivendica l’impegno in difesa della vita, della libertà, della proprietà privata e delle aspirazioni individuali.

La liaison tra Milei e Bullrich si è consolidata all’indomani della crisi istituzionale del 6 giugno, dopo che la vicepresidente Victoria Villaruel ha convocato senza preavviso il Senato dando all’opposizione la possibilità di approvare il ritorno della moratoria sulle pensioni e un incremento significativo degli assegni di invalidità. Queste misure, opposte fermamente da Milei, rischiano di compromettere il surplus fiscale di 1,76 trilioni di pesos, vanificando i risultati economici ottenuti dall’amministrazione argentina. Il veto del Presidente non è tardato ad arrivare, parallelamente alla denuncia di Bullrich, che ha accusato l’ex alleata di “ragionare come i kirchneristi” e di aver “tradito la fiducia degli elettori”. Una dimostrazione di lealtà che testimonia l’avvicinamento del ministro all’universo mileiano, culminato con la sua adesione a La Libertad Avanza a inizio maggio, nel corso di un evento insieme a Karina Milei per la campagna elettorale di Manuel Adorni.

La rottura di Milei con Villaruel nasce a partire dai loro retroterra ideologici: lui è un economista libertario, lei un avvocato cresciuta negli ambienti del nazionalismo cattolico. Nulla di più lontano da Bullrich che, d’altro canto, lavora per favorire l’unione della maggioranza silenziosa ed è la promotrice dell’alleanza tra il partito di Milei e il PRO alle elezioni legislative di ottobre. Secondo i recenti sondaggi, la coalizione che include i conservatori tradizionali e gli avanguardisti libertari è proiettata tra il 46 e il 49 per cento dei voti e staccherebbe di circa venti punti la galassia kirchnerista. I principali retroscena suggeriscono che Milei abbia intenzione di candidare Patricia Bullrich a senatrice nel seggio della città di Buenos Aires come ringraziamento per il successo della loro collaborazione. In un’intervista di febbraio alla stampa estera, la stessa Bullrich ammetteva di sentirsi “più libertaria che conservatrice”. Forse, persino Hayek smorzerebbe le sue preoccupazioni, se vedesse questa inedita, ma felice saldatura.

Aggiornato il 21 luglio 2025 alle ore 09:58