Le ali della resistenza ucraina

L’Aeronautica militare ucraina ha recentemente condotto un attacco aereo mirato contro un punto di raccolta del personale delle Forze armate russe nel villaggio di Kozynka, nell’oblast di Belgorod. Un caccia MiG-29 Fulcrum ucraino ha lanciato due bombe guidate AASM Hammer di fabbricazione francese, distruggendo l’edificio in cui si trovavano concentrati i militari russi. Questo attacco rappresenta un ulteriore esempio della capacità dell’Ucraina di colpire obiettivi in territorio russo, come parte di una strategia per riportare il conflitto oltre confine e aumentare la pressione sul Cremlino.

In un’operazione simile condotta nella stessa regione, le forze ucraine hanno eliminato un’unità di guardia di frontiera del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb). Le immagini dell’attacco, effettuato con alta precisione, sono state pubblicate tramite un video registrato da un drone da ricognizione sul canale TelegramSunflower”, collegato all’Aeronautica militare ucraina. Anche questa operazione è stata resa possibile grazie all’impiego delle bombe AASM Hammer. Parallelamente, l’Ucraina continua a utilizzare con successo le bombe plananti statunitensi GBU-62 JDAM-ER, incluso l’uso della variante da mille libbre lanciata da un caccia Su-27 per distruggere posizioni russe. L’impiego in combattimento di queste munizioni guidate contro i sofisticati sistemi di difesa aerea e guerra elettronica russi ha dato risultati significativi, offrendo anche preziosi dati operativi ai partner occidentali, utili al perfezionamento delle tecnologie militari.

L’Aeronautica ucraina ha riportato l’abbattimento di un caccia russo Su-35 Flanker nella zona di Kursk, senza fornire ulteriori dettagli. Fonti giornalistiche internazionali suggeriscono che il jet sia stato abbattuto da un F-16 ucraino, supportato da un aereo Saab 340 AEW&C svedese. Considerato un tempo un simbolo della superiorità aerea russa, il Su-35 sta incontrando crescenti difficoltà di fronte a velivoli ucraini, anche se di generazioni precedenti. L’efficacia crescente dell’Aeronautica ucraina ha aperto la strada a un numero maggiore di missioni sia nei territori temporaneamente occupati e in Crimea, sia nelle aree di confine della Federazione russa. Questo è reso possibile da due strategie principali: da un lato, la distruzione sistematica dei sistemi di difesa aerea russi, inclusi radar e lanciatori; dall’altro, gli attacchi a infrastrutture militari e industriali all’interno del territorio russo, finalizzati a interrompere linee di produzione e rifornimento.

Operazioni riuscite hanno portato alla distruzione di sistemi S-400 Triumf in Crimea, considerati tra i più avanzati della difesa aerea russa, e di altri asset strategici nell’oblast di Zaporizhzhia. L’intensificarsi di questi attacchi pone un dilemma operativo al comando russo: proteggere il fronte o ridistribuire le difese verso il cuore del territorio nazionale. Anche sul fronte della neutralizzazione dell’aviazione nemica, l’Ucraina ha ottenuto successi notevoli. Tra le operazioni più significative, l’attacco contro l’aeroporto di Saky in Crimea, che ha comportato la distruzione di un Su-30, e l’incursione nell’aeroporto di Marinovka, nell’oblast di Volgograd, dove sono stati abbattuti almeno due Su-34 e altri due danneggiati gravemente. Questi velivoli rappresentano una minaccia diretta per le truppe e le città ucraine, essendo impiegati per bombardamenti e attacchi missilistici.

La rinnovata fornitura di armamenti occidentali ha avuto un impatto decisivo sulle capacità dell’Aeronautica militare ucraina. In passato, la carenza di aiuti aveva costretto le forze ucraine a fare affidamento su mezzi sovietici ormai obsoleti e poco affidabili. Le nuove forniture, che includono bombe AASM Hammer, GBU-62 JDAM-ER, e velivoli F-16 e Mirage, hanno drasticamente migliorato le performance operative. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha evidenziato l’importanza dei Mirage nel rafforzare le capacità aeree del paese, mentre il comandante in capo delle Forze armate, generale Oleksandr Syrskyi, ha lodato l’efficacia degli F-16 nell’eliminare la minaccia aerea russa.

Tuttavia, neppure le piattaforme più moderne sono immuni dagli attacchi russi. Durante un recente assalto combinato con droni, missili da crociera e missili balistici, l’Ucraina ha perso quattro F-16 e tre piloti. Gli impegni presi dagli alleati occidentali – come la promessa statunitense di ulteriori sistemi Patriot – rappresentano un passo importante, ma serve uno sforzo ben più ampio per contrastare le minacce aeree russe. Parallelamente, l’Ucraina sta investendo nello sviluppo di tecnologie proprie. È stato recentemente diffuso un video che mostra l’uso di una bomba planante di produzione nazionale, progettata come alternativa più precisa ai modelli russi KAB. Il progetto sta dando risultati promettenti, anche se necessita di finanziamenti per passare alla produzione su larga scala.

Ottenere il dominio aereo resta un obiettivo cruciale per il successo delle operazioni militari ucraine. Sebbene l’Ucraina non abbia ancora raggiunto la superiorità nei cieli sopra i territori occupati e la Crimea, i continui progressi – sia in termini di equipaggiamento che di tattiche – stanno gradualmente erodendo il vantaggio russo. Questo percorso, però, non può essere compiuto senza il costante supporto politico e militare dell’Occidente. Le decisioni prese a Washington e Bruxelles saranno determinanti per il futuro dei cieli ucraini e, di conseguenza, per le possibilità di liberazione territoriale.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza

Aggiornato il 18 luglio 2025 alle ore 10:38