
Dopo giorni di guerriglia, le forze di Suwayda si sono arrese. Dopo che l’esercito governativo siriano è riuscito a entrare nel capoluogo della Siria drusa, il ministro della Difesa ha annunciato il cessate il fuoco nella città, che ha accolto senza resistenza i militari di Ahmad al-Shara’. “A tutte le unità che operano nella città di Suwayda, dichiariamo un cessate il fuoco completo dopo un accordo con i notabili e i dignitari della città”, ha scritto su X il ministro Murhaf Abu Qasra. Gli scontri erano scoppiati tra le forze governative e i combattenti drusi dopo le dichiarazioni contraddittorie dei leader religiosi drusi, la maggior parte dei quali esortava i combattenti a deporre le armi. E immagini dei militari e miliziani agli ordini di Shara’ per le strade di Suwayda sono state diffuse da agenzie di stampa locali.
Le autorità religiose druse di Suwayda hanno invitato le forze armate ad arrendersi al Governo di Damasco e a consegnare le armi per evitare scontri all’interno della città. In un comunicato diffuso nelle ultime ore, quando le forze governative si apprestavano a entrare nel capoluogo meridionale, i leader religiosi drusi hanno scritto sul profilo ufficiale della Presidenza spirituale dei drusi che “dopo i recenti eventi che hanno colpito la regione di Suwayda negli ultimi giorni, causando un elevato numero di vittime, e spinti dal desiderio di prevenire ulteriori spargimenti di sangue e di ripristinare la sicurezza e la stabilità nella regione, e nella convinzione che per realizzare ciò sia necessaria l’imposizione dell’autorità statale sulla regione tramite le istituzioni ufficiali, in particolare quelle di sicurezza e militari, dichiariamo quanto segue”, esordisce la nota. Il comunicato prosegue con alcuni punti in cui si accoglie l’ingresso delle forze di Damasco; si chiede alle fazioni (druse) di cooperare con le istituzioni statali, non opporre resistenza e consegnare le armi; si invita il governo ad avviare un dialogo per “attivare le istituzioni statali in collaborazione con la popolazione della regione, mettendo a frutto le loro risorse e capacità nei vari settori”. L'ultimo punto si riferisce all’esigenza delle autorità locali druse di negoziare con Damasco una sorta di autonomia amministrativa, di sicurezza e nella gestione delle risorse e dei servizi a Suwayda.
Nel frattempo, l’aviazione israeliana ha colpito un carro armato dell’esercito siriano agli ordini del presidente Ahmad Shara’. Il tank, affermano le fonti, faceva parte di un convoglio che si apprestava a entrare nella città di Suwayda. Il raid israeliano, come hanno confermato le Forze di difesa dello Stato ebraico – ha avuto uno scopo dimostrativo. Il primo ministro Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno affermato di aver ordinato all’Idf di colpire le forze siriane “a seguito dell’attacco ai drusi in Siria”. Lo riporta il Times of Israel. Nella dichiarazione si afferma che all’esercito di Gerusalemme è stato ordinato di colpire “le forze del regime e le armi che sono state introdotte nella zona di Suwayda”, cosa che Netanyahu e Katz affermano essere “contraria alla politica di smilitarizzazione decisa, che proibisce l’ingresso di forze e armi nella Siria meridionale che mettono in pericolo Israele”.
I civili intanto cominciano a fuggire dalla città. Un numero imprecisato di drusi ha iniziato stamani a spostarsi dal sud della Siria verso le campagne orientali del Paese. “Auspichiamo che il governo siriano ponga fine agli episodi di violenza il prima possibile attraverso il dialogo a livello locale e ristabilisca la sicurezza nel sud della Siria”. Lo ha affermato Hakan Fidan, il ministero degli Esteri della Turchia, in un comunicato riguardo agli scontri tra miliziani drusi e beduini nel sud della Siria che hanno portato alla morte di almeno un centinaio di persone. Ankara “continuerà a sostenere gli sforzi per rafforzare la stabilità e la riconciliazione in Siria, in collaborazione con le parti interessate responsabili della comunità internazionale”, si legge nella nota, che sottolinea come “la priorità dovrebbe essere data alla sovranità e all’unità della Siria”, ha chiosato Fidan.
Aggiornato il 15 luglio 2025 alle ore 13:53