Guerre asimmetriche: povero Golia!

Possibile che nella guerra convenzionale russo-ucraina ci sia da preoccuparsi per la sorte dell’Orso siberiano? Eppure, è ciò che sta accadendo oggi, nel quadro di una straordinaria guerra asimmetrica che, per un giorno, fa pendere la bilancia a favore della parte più debole, per cui non è solo il Golia russo a dover temere il Davide ucraino, ma anche gli alleati occidentali di quest’ultimo. Così come sta a dimostrare la recente incursione di droni di Kiev nel cuore della steppa, che ha distrutto a terra decine di aerei militari russi, dislocati in basi aeree a molte migliaia di km di distanza dal confine con l’Ucraina. Ora, non c’è più da stare allegri come prima basandosi sulla superiorità tecnologica dei propri armamenti, come hanno fatto finora la Nato e l’Occidente, dato che dal 2022 la guerra dei droni ha in pratica cambiato tutte le carte in tavola, sotto il profilo bellico. Infatti, questi apparecchi “home-made (fatti in casa e dal basso costo commerciale), su base artigianale o industriale, hanno mostrato grande flessibilità, accuratezza ed efficienza nel loro impiego sul campo. I 117 droni ucraini, che il primo giugno scorso hanno colpito molto in profondità le basi russe, valgono appena 2mila dollari l’uno, a fronte di danni inflitti al nemico stimati in miliardi di dollari, con un rapporto di costi pari a 1:1000 a favore dell’Ucraina! Tuttavia, è proprio questa semplicità di impiego che fa temere per la sicurezza, dato che ad avvantaggiarsene in futuro potrebbero essere organizzazioni terroristiche o milizie ribelli senza scrupoli.

Ma, per ora, a beneficiarne è la stessa Ucraina che può rivendere sul mercato degli armamenti le sue nuove tecnologie, a parziale copertura dei suoi recenti investimenti militari. Ça-va-sans-dire che Kiev ha utilizzato magistralmente l’effetto mediatico dei danni provocati all’aviazione russa, diffondendo urbi et orbi i video dell’attacco, con lo scopo di demoralizzare il suo nemico. E questo della facilità con cui l’informazione si diffonde istantaneamente online è un altro elemento fondamentale che caratterizza le guerre ibride e asimmetriche. Si fa, cioè, di un’operazione coperta, come quella organizzata dall’Sbu (il servizio di intelligence ucraino), un elemento potenzialmente destabilizzante nel warfare psicologico. Effetto, in precedenza, impossibile da realizzare su scala globale, come invece è oggi accaduto con l’attacco in grande stile e coordinato agli aeroporti militari russi. In merito all’Sbu, diretto dal Tenente Generale Vasyl Maliuk, quello che desta sincera meraviglia negli osservatori internazionali è il suo radicale cambiamento di stile. In soli tre anni, infatti, da organismo corrotto e bieco strumento di potere per prendere di mira gli oppositori interni al governo ucraino, anziché occuparsi allora delle minacce esterne, l’Sbu è divenuto un ferro di lancia estremamente efficace ed efficiente della resilienza militare ucraina, tenendo testa e surclassando il suo omologo del gigante siberiano, dalle cui fila è venuto nel 2000 lo stesso Presidente Vladimir Putin. Con i suoi droni evoluti a lungo raggio, l’intelligence ucraina ha portato direttamente l’attacco in profondità a impianti militari industriali e petroliferi all’interno del territorio russo, rivoluzionando il warfare navale con i suoi micidiali droni marini, che hanno costretto la flotta russa del Mar Nero a ritirarsi dai porti della Crimea.

Con l’operazione in grande stile del primo giugno scorso, denominata “Spiderweb” (Tela di Ragno), pianificata con estrema cura nell’ultimo anno e mezzo, i droni dell’Sbu hanno danneggiato ben 41 aerei da guerra russi, tra cui due A-50, dello stesso tipo degli Awacs per la sorveglianza aerea e per il controllo/coordinamento delle operazioni sui campi di battaglia. Per gli esperti militari americani, “l’Operazione Spiderweb sarà ricordata come la più spettacolare delle operazioni speciali di intelligence della Storia”. E poiché anche in questo caso è stata confezionata in casa, non c’è stato bisogno di coinvolgere gli alleati americani, né di informare preventivamente Cia e Pentagono. Come è ormai noto, i diversi componenti e parti dei droni sono entrati clandestinamente in Russia, per essere poi assemblati in basi segrete e nascosti all’interno dei tetti di case prefabbricate trasportate su tir, che si sono avvicinati ignari ai loro obiettivi. Con un comando a distanza, sono state poi scoperchiate le finte coperture delle casette prefabbricate e da lì lanciati 117 droni (guidati manualmente o dall’intelligenza artificiale) verso gli obiettivi prestabiliti.

Un ulteriore fattore determinante in questa guerra del XXI secolo è rappresentato dalla diffusione planetaria delle tecnologie dual use, inclusi i droni commerciali e software di rete del tipo di quelli utilizzate dalle compagnie di sharing. Ciò che ha destato meraviglia è proprio la grande padronanza dimostrata dall’intelligence ucraina nel portare a termine importanti operazioni coperte grazie alla riconversione militare di tecnologie civili per la guida dei droni, come le reti di cellulari. Kiev in questo campo e soprattutto sull’Ew (Electronic warfare, o disturbo elettronico dei sistemi a guida Gps o dei radar) è in perenne competizione con Mosca, sul modello “cat-and-mouse”, in cui l’uno è costretto senza sosta a essere più performante dell’altro, pena la propria sopravvivenza. Ed è proprio osservando, dal 2022, gli effetti di questa rincorsa a perdifiato che anche la Ue e la Nato sono costretti a ricentrare il focus delle industrie occidentali degli armamenti, abbandonando i sistemi d’arma più costosi, particolarmente vulnerabili agli attacchi con droni, puntando su piccoli velivoli comandati a distanza e con software sempre più sofisticati di Ew. Proprio i droni stanno cambiando per l’ennesima volta lo scenario attuale sui campi di battaglia, dato che il 70 per cento delle perdite di soldati al fronte, sia russe che ucraine, sono imputabili proprio agli attacchi con droni, che si sono rivelati di pronto impiego e letali, una volta rilevata la posizione di truppe nemiche sui terreni di battaglia.

Così, gli ucraini stanno addestrando reparti, come lo Skala regiment, una sorta di cavalleria motorizzata di motociclisti (un soldato guida e l’altro spara, in sella a moto del tipo Forte Cross 300 Pro), per incursioni mordi-e-fuggi sulle postazioni nemiche, soprattutto a favore del buio, in modo da sottrarsi il più rapidamente possibile alla controffensiva dei droni russi. L’obiettivo, infatti, è quello di mantenersi in perenne movimento, per disorientare il nemico e disimpegnarsi rapidamente dal punto di attacco, anche se l’operatività dello Skala è oggettivamente limitata dalla presenza di terreni minati, irregolarità del terreno e maltempo. Ma, magari, nell’immediato futuro della guerra, un robot avveniristico potrà fare di più e meglio: chi lo sa!

Aggiornato il 11 giugno 2025 alle ore 10:37