L’idea di Musk sulle destre può avere senso

Houston, abbiamo un problema” è una frase storica, pronunciata nel 1970, quando la navicella della missione Apollo 13 si trovò a dover fronteggiare l’esplosione di un serbatoio di ossigeno. In quel caso il “problema” fu superato e l’equipaggio rientrò sano e salvo sulla Terra. La frase è perfetta per descrivere il contesto in cui si trovano gli Stati Uniti della seconda presidenza di Donald Trump, e Israele di Benjamin Netanyahu. A parte la politica internazionale, valutiamo invece le possibili conseguenze prodotte dai due presidenti alle destre mondiali.

La destra nel secondo millennio ha finora avuto buona sorte. Le sinistre hanno alcuni caposaldi in Asia (Cina, Vietnam e ora in Sud Corea); in Europa la Spd ha quasi affossato l’economia tedesca; in Italia e Spagna a sinistra si torna all’estremismo agli insulti e alla mancanza di cognizioni su economia e politica estera (essendo burocrati, sanno però amministrare i comuni). La sinistra ha successo in America latina, con la Triplice leninista incistata a Cuba, Venezuela e Brasile, e con governi lib-lab come quello dell’Uruguay, caso unico nella storia di buona politica (anche economica) fatta da un governo socialista. Ma l’Uruguay è un’isola felice con poca criminalità, ricchezza diffusa, immigrazione ed emigrazioni di massa molto basse, clima e natura ideali, oltre al lascito umano del presidente JoséPepeMujica, deceduto da pochi mesi, che da capo di Stato andava al lavoro su un Maggiolino Volkswagen vecchio di 25 anni, abitando da premier in una sua casetta fuori Montevideo, e devolvendo il 90 per cento dei suoi emolumenti ai poveri.

Torniamo al tridente formato da Trump, Netanyahu e dalle destre globali. C’è una premessa da fare: Vladimir Putin, Recep Tayyip Erdoğan e ciarpame simile non sono “di destra” e non sono nazionalisti, dal momento che agiscono in nome delle loro nazioni ma concretamente le distruggono col loro statalismo (L’État, c'est moi!) e il coro di oligarchi a contorno. In queste ore Erdoğan sta proseguendo la sua campagna elettorale, che ha già portato in galera decine di migliaia di oppositori. Dopo il sindaco di Istanbul, ora tocca a Özgür Özel, capo del Partito popolare repubblicano. I sindaci, assessori, i militanti, i giornalisti “nemici” dell’Akp erdoganiano sono stati messi in fila e condotti tra due ali di soldati in tribunale, cose staliniste e naziste, ricorda ai senza orecchie del giornalismo italiano Mariano Giustino, corrispondente di Radio radicale dalla Turchia.

La guerra tra Trump ed Elon Musk, ci dice alcune cose fondamentali. La prima è che Trump è andato oltre il livello di guardia. Quindi ha ragione la sinistra americana, più schleinista del Partito democratico? Di Musk ricordo una denigrazione di pochi giorni fatta dal New York Times. Ora diventerà un’icona dello stesso Nyt? Non credo: Musk rappresenta la destra economica americana che ha lavorato per una Nazione decisamente più ricca e potente della Cina (cui si fa ricorso per parlare di “decadenza americana”): Negli Usa si tratta bene chi lavora bene in fabbrica (mi rivolgo ai luogocomunisti). Trump ha davvero passato il livello di guardia? Certo è ineducato e zero tituli quanto a diplomazia, ma almeno ha cercato la pace (a differenza di Joe Biden). Anche quella quasi impossibile tra Ucraina e il presidente russo ex agente del Kgb sovietico, quello del tè al polonio offerto a Aleksandr Litvinenko.

Però usare i dazi come arma di pressione su avversari scaltri come la Cina, salvo poi tornare a Canossa, e poi ricominciare, mostra un temperamento inadatto per un presidente. A oggi l’obiettivo del Rinascimento economico americano sembra lontano, e per giunta Musk, primo rappresentante dell’industria statunitense, gli dà del pazzo coinvolto negli Epstein files, quelli degli incontri tra vip e minorenni assoldate dal finanziere Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere. Musk però contesta soprattutto le politiche economiche, soprattutto il One Big Beautiful Act trumpiano, che rivoluziona i conti pubblici. È vero che le politiche dei dem statunitensi hanno creato masse di dipendenti pubblici o federali non necessari, una palla al piede per la Nazione. Però a una malattia mortifera non si risponde prendendo a calci il malato. Invece Trump ha deciso, in contesti finanziari delicati, di tagliare le tasse al ceto medio. Il che è sacrosanto, solo che per Musk non è così: anzi è un “abominio che manderà in bancarotta gli States”. Così è cominciata la nuova “Guerra dei Roses”, titolo di un film tra ex coniugi di Danny de Vito: Trump sforbicia le auto elettriche e poi Musk taglia le gambe al programma spaziale statunitense. E scusate se questo è poco. Non si fanno piazzate di questa portata in pubblico.

È lo stesso errore commesso da Netanyahu. Sia chiaro, anche se alla guida di Israele ci fossero Gandhi e Marco Pannella, gli efferati che sfilano a Roma come a Londra continuerebbero la solita solfa dei due popoli e due fiaschi (e quello di Gaza è stato un fiasco confezionato dai Borgia e bevuto da tutti), e dell’ebreo non errante da mandare in Somalia e magari – ma solo qualcuno – al rogo. Sia chiaro, la strage del 7 Ottobre è stata nazista, perché volontaria, organizzata, studiata da gente che veniva dipinta rinchiusa nel suo territorio senza cibo né armi. Sia chiaro, ogni giorno sui nostri telegiornali baraccati escono fake news propinate da Hamas.

L’ERRORE COMMESSO DA TRUMP E NETANYAHU

C’è una legge fondamentale: senza consenso, senza la “captatio benevolentiae” già nota nella Roma di 2.100 anni fa, non si può avere successo, in politica come in guerra. I due leader, forti di larghi successi in patria, poi non hanno saputo gestire il consenso. Silvio Berlusconi lo gestiva molto meglio. A parte le cadute di stile e di intelligenza (i cucù ad Angela Merkel, le cene con giovanotte dotate di bella presenza e savoir faire, organizzate nel palazzo dove aveva sede la fondazione di Massimo D’Alema), S.B. sapeva come trattare il “pubblico” e rendersi simpatico. Da quarant’anni si dice che l’Italia è il laboratorio politico degli Usa. Trump ha copiato male da Berlusconi: non cerca per niente il consenso, e in economia non è un genio che si è fatto da sé come Berlusconi (non lo sono neanche i leader socialcomunisti, da 150 anni a questa parte).

Netanyahu ha sbagliato di più: doveva comunicare ogni ora, ogni minuto, nero su bianco e certificando, in modo che i media ostili non dimenticassero di riportare sistematicamente le dichiarazioni di una delle due parti in conflitto. In secondo luogo doveva fare subito ciò che sta facendo ora, in ritardo e sempre senza comunicare bene: bombardare soltanto nei primi giorni i siti dove Hamas c’era e dove non c’erano palestinesi civili come bunker viventi davanti ai miliziani (un altro orrore di Hamas). Dopo occorreva fare una “operazione presa di Berlino”, combattendo casa per casa, dopo aver filmato e diffuso la richiesta ai civili di uscire dall’area da “ripulire”. E così avanti. Nel frattempo doveva organizzare la fornitura diretta di cibo e medicine ai civili, spostandoli in aree aperte, finché Hamas non fosse stata snidata da Gaza. In questo modo il consenso è andato a quel Paese (Gaza). Poi – sia chiaro – l’ebreo ha quasi avuto sempre un odio universale e preconcetto a prescindere, quello in cui ora sguazzano anche sinistre sempre più sinistre.

COME EVITARE UN CROLLO DELLE DESTRE IN TUTTO IL GLOBO?

L’idea di Elon Musk di fondare un nuovo partito, non disgiunto dal Gop (Grand Old Party) dei repubblicani, può avere un senso ed evitare ricadute elettorali negative sul liberal-conservatorismo internazionale. Musk ha forse copiato la formula italiana che ha avuto successo nel condannare il Pd e i suoi addentellati a una dannazione elettorale “eterna”. Parlo della politica dei due forni in cui cucinare l’avversario: non quella utilizzata da Bettino Craxi e poi da Pier Ferdinando Casini, piazzando il piede in due scarpe diverse, ma quella di Giorgia Meloni. In Italia lo schema Lega più Fratelli d’Italia, sommato a Forza Italia più Fratelli d’Italia (area Meloni), può avere un lungo successo, dopo che ha spinto il Pd verso posizioni neo leniniste se non giacobine se non sansoniane. In America affiancare al Gop un partito dedito allo sviluppo economico (evitando alcune derive tajaniste) sottrarrebbe ai Democratici yankee la resurrezione che invece un Trump alquanto suicida sta favorendo.

Aggiornato il 06 giugno 2025 alle ore 16:51