
Quattro febbraio 2025. Il vicepresidente statunitense J.D. Vance tiene un discorso in Germania alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza. Il pubblico si aspetta che parli di politica estera, geopolitica e di minacce che incombono sul mondo.
Piuttosto, Vance afferma che la minaccia oggi più preoccupante è quella “dall’interno, l’allontanamento dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali”. Aggiunge che i Paesi e le istituzioni europee minano la democrazia e la libertà di espressione, e riporta alcuni esempi:
“Un ex commissario europeo”, asserisce Vance, “è andato di recente in televisione e si è rallegrato del fatto che il governo rumeno ha appena annullato un’intera elezione”.
In effetti, Thierry Breton, ex commissario europeo per il mercato interno. ha ammesso in un’intervista alla televisione francese che la Corte Costituzionale rumena si è piegata alle pressioni dell’Ue e ha annullato le elezioni presidenziali del Paese perché il candidato di Destra, Călin Georgescu, aveva buone probabilità di vincere. “Lo abbiamo fatto in Romania”, ha detto Breton, “e ovviamente dovremo farlo, se necessario, anche in Germania”.
Il 26 febbraio, quando Georgescu stava per presentare la sua nuova candidatura alle elezioni presidenziali, indette pochi mesi dopo l’annullamento del voto di novembre, è stato arrestato dalla polizia e accusato di “aver istigato azioni contro l’ordine costituzionale”. Ad oggi, le autorità rumene non hanno fornito alcuna prova a sostegno di tale accusa.
“La stessa cosa potrebbe accadere anche in Germania”, ha affermato Vance nel suo discorso a Monaco.
Alle elezioni parlamentari tedesche del 23 febbraio scorso la formazione politica di Destra Alternative für Deutschland (AfD) è stata il secondo partito più votato, ottenendo il 20,8 per cento di consensi. L’Unione Cristiano-Democratica (Cdu) di centro-destra, che ha ottenuto la vittoria con il 28,5 per cento dei voti, ha invece scelto di boicottare l’AfD e di formare un governo con il Partito socialdemocratico (Spd), di centro-sinistra, che aveva formato il governo precedente e che i tedeschi avevano appena respinto, e ha ottenuto solo il 16,4 per cento dei voti.
Il nuovo cancelliere tedesco, il leader della Cdu Friedrich Merz, aveva dichiarato durante la campagna elettorale: “Non collaboreremo con il partito che si fa chiamare Alternative für Deutschland, né prima [delle elezioni], né dopo, né mai”.
Merz ha mantenuto la parola data. Subito dopo le elezioni, l’intelligence interna tedesca ha definito l’AfD una “organizzazione estremista” e una “minaccia per la democrazia”. La motivazione addotta è stata che Alternative für Deutschland è “anti-Islam e contro l’immigrazione”. L’AfD potrebbe essere messo al bando dal governo.
Vance ha proseguito dicendo:
“Guardo a Bruxelles, dove i commissari dell’Ue avvertono i cittadini che intendono chiudere i social media in tempi di disordini civili nel momento in cui individuano ciò che hanno giudicato essere contenuti di odio”.
In effetti, nel 2022, l’Unione Europea ha approvato il Digital Services Act (Dsa), che dovrebbe “proteggere i diritti degli utenti dei social media” e “fornire un ambiente online più sicuro”, “limitando la diffusione di contenuti illegali e dannosi”. Non viene però data una definizione di tali contenuti e potrebbe essere qualsiasi cosa la Commissione Europea definisca come tale, incluso il diritto di infliggere sanzioni pecuniarie e chiudere i siti web.
Sebbene le affermazioni di Vance fossero inconfutabili, i funzionari presenti hanno espresso immediatamente il loro sgomento. E le dichiarazioni dei leader politici europei sono esplose.
L’ex cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che quanto asserito da Vance “non è appropriato”, aggiungendo:
“Mai più fascismo, mai più razzismo, mai più guerre di aggressione. (…) La nostra attuale democrazia in Germania e in Europa si basa sulla certezza storica che le democrazie possono essere distrutte da antidemocratici radicali (...) abbiamo creato istituzioni che rendono le nostre democrazie difendibili dai loro nemici e regole che non limitano la nostra libertà, ma la proteggono”.
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha dichiarato che “la libertà di espressione è garantita in Europa”.
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha osservato:
“Nel Regno Unito la libertà di parola dura da molto, molto tempo e durerà per molto, molto tempo (…) ma per quanto riguarda la libertà di parola nel Regno Unito, sono molto orgoglioso della nostra storia”.
Christoph Heusgen, presidente della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, al termine della conferenza ha affermato che le parole di Vance l’avevano resa “un incubo europeo. (…) Dobbiamo temere che la nostra base di valori comuni non sia più così comune”. E poi è scoppiato in lacrime.
È possibile che la “base di valori comune” che un tempo legava Europa e Stati Uniti non sia più comune. Ma se così fosse, è per le ragioni elencate dal vicepresidente Usa, vale a dire che i leader e i governi europei si sono allontanati da ciò che un tempo legava l’Europa e gli Stati Uniti, come la libertà di espressione e le elezioni libere ed eque, i cui risultati vengano di fatto attuati.
L’argomentazione di Scholz su fascismo, razzismo e minaccia alla democrazia è semplicemente infondata, se non addirittura un’inversione dei fatti. Georgescu non ha rilasciato dichiarazioni fasciste o razziste e non ha mai minacciato la democrazia. Al contrario, ha affermato la sua volontà di difendere la sovranità nazionale e la civiltà occidentale e si è dichiarato vicino alle posizioni dell’amministrazione Trump, che non sono né fasciste né razziste.
Nel 2018, il politico dell’AfD Alexander Gauland asserì che “Hitler e i nazisti sono soltanto un escremento d’uccello in più di mille anni di storia tedesca di successo”.
Nel 2017, Björn Höcke, leader di Alternative für Deutschland nel land tedesco della Turingia, definì il Memoriale dell’Olocausto di Berlino, un “memoriale della vergogna”.
Ma le parole di Gauland e Höcke non rappresentano la linea del partito AfD. Gauland ha chiarito le sue parole solo pochi giorni dopo, affermando:
“Molti hanno interpretato l’espressione come una banalizzazione inappropriata (…) niente potrebbe essere più lontano da me che permettere che si creasse una simile impressione (...) Mi rammarico dell’impressione che ne è derivata. Non è mai stata mia intenzione banalizzare o deridere le vittime di questo sistema criminale”.
La ragione addotta dall’intelligence interna tedesca per definire l’AfD “un’organizzazione estremista” non è né il fascismo né il razzismo. Infatti, nessun leader del partito sostiene posizioni fasciste o razziste e, ciò che in realtà potrebbe risultare discutibile per molti europei, è che Alternative für Deutschland è il partito “più filo-israeliano e filosemita” della Germania.
“Questa non è democrazia”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio a proposito della decisione dell’agenzia di intelligence interna tedesca, “è tirannia mascherata”.
Paradossalmente, negli Stati Uniti, il Comitato Nazionale Democratico (Dnc) ha votato questo mese per annullare l’elezione di David Hogg e Malcolm Kenyatta come vicepresidenti del Dnc, ufficialmente per “motivi procedurali”. Dopo la vittoria Hogg aveva dichiarato di voler raccogliere fondi per sostenere alle primarie gli sfidanti dei Democratici in carica. In questo mese, il Dnc voterà elettronicamente per decidere se ripetere le elezioni per i due vicepresidenti, presumibilmente nella speranza di ottenere un risultato predeterminato. Nel frattempo, numerosi Democratici criticano incessantemente il Partito Repubblicano per “aver distrutto la democrazia”.
Contrariamente a quanto affermato dal ministro degli Esteri francese, la libertà di espressione è in declino in Europa, in particolare in Francia. L’ex giornalista e candidato alla presidenza Éric Zemmour è stato condannato innumerevoli volte e pesantemente multato solo per aver criticato l’Islam e l’immigrazione musulmana. La sua condanna più recente risale al 26 marzo scorso. Dopo l’omicidio di un giovane francese da parte di una banda di musulmani, Zemmour ha parlato della presenza in Francia di criminali che sono “feccia arabo-musulmana”. È stato riconosciuto colpevole di aver rivolto un “insulto razzista”.
Nel 2014, lo scrittore Renaud Camus venne condannato per incitamento all’odio per aver affermato che la Francia era stata “invasa” da immigrati musulmani.
Il canale televisivo C8 è stato chiuso dall’Autorità di Regolamentazione dei media francesi, Arcom, per “mancanza di diversità e pluralismo”. CNews, un altro canale tv francese, ha ricevuto una pesante sanzione dall’Arcom per lo stesso “reato” e continua a rischiare la chiusura. Qualsiasi emittente televisiva simile all’americana Fox News non sarebbe autorizzata a esistere in Francia.
La libertà di espressione nel Regno Unito, contrariamente a quanto affermato da Starmer, è seriamente in pericolo. Negli ultimi mesi, cittadini britannici sono stati condannati al carcere per aver pubblicato sui social media messaggi critici nei confronti dell’Islam, e perfino per aver pregato vicino a strutture che praticano aborti.
Questa deriva antidemocratica ha preso piede in diversi Paesi europei. Politici e partiti che non condividono la visione del mondo dei funzionari al potere vengono sempre più esclusi da ogni possibilità di candidarsi a una carica ufficiale.
In Germania, come scritto sopra, Merz ha deciso di escludere l’AfD dal potere.
In Francia, Marine Le Pen, che i sondaggi danno in testa alle elezioni presidenziali del 2027, è stata condannata all’ineleggibilità per cinque anni e a quattro di carcere per presunta appropriazione indebita di fondi pubblici. La sentenza avrebbe dovuto avere effetto immediato, senza una sospensione temporanea della condanna in attesa dell’appello. Dopo il clamore suscitato da questa decisione, la Corte d’Appello di Parigi ha dichiarato che avrebbe esaminato il caso ed emesso una sentenza definitiva nell’estate del 2026.
Le Pen non è colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici. Il giudice ha definito reato il fatto che gli assistenti dei parlamentari europei del Rassemblement National (RN) che lavoravano a Strasburgo operassero anche a Parigi per il partito. Il Movimento Democratico, un partito centrista guidato dal premier francese François Bayrou, ha fatto esattamente la stessa cosa del Rassemblement National con gli assistenti dei suoi parlamentari europei, ma Bayrou è stato assolto da un giudice.
Nei Paesi Bassi, quando il Partito per la Libertà (Pvv) ottenne la maggioranza dei voti alle elezioni parlamentari del novembre 2023 e il suo leader, Geert Wilders, tentò di formare un governo, tutti gli altri partiti politici unirono le forze per impedirglielo, finché non fu costretto a gettare la spugna e a rinunciare a formare il nuovo governo.
In Austria, nel settembre 2024, il Partito della Libertà (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ) ottenne il maggior numero dei voti alle elezioni parlamentari e al suo leader, Herbert Kickl fu impedito di formare un governo.
In Italia, invece, quando Fratelli d’Italia (FdI), un partito con politiche simili a quelle del Rassemblement National francese, del Pvv olandese e dell’FPÖ austriaco, vinse le elezioni politiche del 2022, la sua leader Giorgia Meloni è riuscita a formare un governo ed è ora primo ministro. Il motivo? FdI faceva parte di una coalizione con altri partiti di centro-destra. Ora, Meloni è l’unica politica etichettata con disprezzo dai media mainstream europei come di “estrema Destra” e in grado di godere di fatto del risultato della sua elezione.
La maggior parte dei leader europei oggi definisce di “estrema Destra” i partiti e i politici che desidera escludere. Il termine viene utilizzato per indicare partiti razzisti, xenofobi e autoritari. Nessuno dei partiti sopra menzionati mostra la minima tendenza al razzismo, alla xenofobia e all’autoritarismo, nemmeno la metà di quella dei suoi avversari. I partiti emarginati, secondo lo storico e politologo Daniel Pipes, non sono “nazionalisti”, ma patriottici, “difensori e non aggressivi”. Pipes li definisce “civilizzazionisti”.
“Amano la cultura tradizionale dell’Europa e dell’Occidente e vogliono difenderla dall’assalto dei migranti aiutati dalla Sinistra. (…) I partiti civilizzazionisti sono populisti, contrari all’immigrazione e all’islamizzazione. Essere populisti significa nutrire risentimento verso il sistema e sospetti verso una élite che ignora o denigra tali preoccupazioni”.
Gli attacchi alla libertà di espressione prendono di mira dichiarazioni che avvertono che un’immigrazione di massa e non controllata potrebbe portare a una “grande sostituzione” demografica degli europei nativi, i cui valori sono giudaico-cristiani, con migranti provenienti dal Medio Oriente, i cui valori sono fondamentalmente islamici. La generale apprensione circa la possibilità che i valori islamici finiscano per sopraffare quelli europei è una visione condannata dalla maggior parte dei politici, dei media e della magistratura in Europa, nonostante il tasso di natalità musulmano sia di gran lunga superiore a quello europeo. Quest’apprensione deriva anche dal fatto che la maggior parte dei musulmani che vivono in Europa non si integra né sembra volerlo fare, e che oggi in Europa la percentuale di musulmani tra i criminali è di gran lunga superiore alla loro quota nella popolazione totale.
Molti leader europei oggi sembrano indifferenti alle conseguenze dell’immigrazione in continua crescita e della crescente presenza musulmana in Europa. Non si curano della continua migrazione di massa dei musulmani, del loro tasso di natalità e continuano ad essere ostinatamente sordi alle preoccupazioni espresse a gran voce dai loro cittadini non musulmani.
Questi leader sembrano rifiutarsi di vedere che è in atto un serio cambiamento demografico, sebbene sia ampiamente visibile. Sembrano anche rifiutarsi di vedere che questo cambiamento demografico sta rapidamente erodendo le culture tradizionali europee.
L’immigrazione incontrollata dal mondo musulmano continua anno dopo anno in tutta l’Europa occidentale, mentre il tasso di natalità in Germania è di 1,35 per donna. In Austria è di 1,58. In Italia, è di 1,31. In Spagna, è di 1,41. In Francia è di 1,85. Tutti questi dati sono notevolmente lontani dal livello di sostituzione, che è di 2,1 per donna.
In tutti i Paesi dell’Europa occidentale il tasso di natalità dei musulmani è decisamente più alto rispetto a quello della popolazione totale.
Anche se molti europei non sono a conoscenza dei dati statistici, possono vedere con i loro occhi che è in atto un cambiamento demografico, insieme alla distruzione corrosiva dei loro valori e delle loro tradizioni. Votare per i partiti “civilizzazionisti”, ha detto Zemmour, è la “reazione di chi non vuole morire”.
La domanda chiave per il futuro dell’Europa sembra essere: i partiti “civilizzazionisti” rimarranno esclusi da ogni accesso al potere o riusciranno a superare gli ostacoli che si frappongono sul loro cammino?
In Romania, George Simion, candidato alle presidenziali con idee vicine a quelle di Georgescu, ha ottenuto oltre il 40 per cento dei voti al primo turno delle elezioni presidenziali e aveva ottime possibilità di essere eletto il 18 maggio. Ma inaspettatamente ha perso. Il vincitore, che godeva del pieno sostegno dell’Unione Europea, è passato dal 21 per cento al primo turno al 53,6 per cento al secondo, una performance straordinaria che probabilmente merita di essere analizzata.
In Germania, l’AfD è ormai diventato il partito più popolare del Paese. L’agenzia di intelligence tedesca ha misteriosamente deciso di sospendere la classificazione dell’AfD come “movimento estremista di Destra”. In Francia, i sondaggi mostrano che se Marine Le Pen non potrà candidarsi, Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, ha buone probabilità di essere eletto nel 2027, nonostante abbia solo 29 anni. Nel Regno Unito, il partito Reform Uk di Nigel Farage ha di recente ottenuto ampi consensi alle elezioni amministrative britanniche, e se presto si tenessero nuove elezioni politiche probabilmente vincerebbe.
La domanda al centro di tali questioni è la seguente: è possibile fermare la deriva antidemocratica che ha attanagliato diversi grandi Paesi europei?
“Le élites europee”, ha scritto l’editorialista americano Michael Barone, “sembrano essersi convinte che per salvare la democrazia sia necessario distruggerla”.
Sarà possibile salvare la democrazia in Europa?
In un recente articolo, Heather Mac Donald, membro del Manhattan Institute, ha scritto:
“In tutto l’Occidente, i cittadini si stanno ribellando al ricambio demografico. È in corso una battaglia tra la loro volontà e quella delle élites. Se i leader tedeschi continueranno a dire a un quarto della popolazione tedesca (persone perbene e rispettose della legge) che, nella migliore delle ipotesi, ammiccano a Hitler e, nella peggiore, ne sono ammiratori, perché vogliono preservare l’identità culturale, beh, se questi leader continueranno a reprimere voci e voti, o ci sarà un enorme sconvolgimento nei palazzi del potere e il popolo verrà liberato oppure i meccanismi di repressione diventeranno più radicali.
“Gli americani dovrebbero sperare nella prima direzione”.
(*) Tratto dal Gatestone Institute
(**) Traduzione a cura di Angelita La Spada
Aggiornato il 06 giugno 2025 alle ore 15:48