
Il Governo di Varsavia intende acquistare 788 sistemi di difesa Patriot, per una spesa di 5,8 miliardi di dollari. Il Patriot Pac-2 Gem-T è un missile statunitense terra-aria utile alla difesa di un’area estesa quanto una piccola provincia. Costruito dalla azienda americana Raytheon, è lo strumento principale di difesa di molti Paesi occidentali. Negli Stati Uniti due mesi fa si è svolto il test di un Pac-2 Gem-T lanciato contro un missile balistico intercontinentale, che ha avuto successo. Ormai tutti gli Stati confinanti con la Russia pensano alla difesa. Anche il presidente Sergio Mattarella sottolinea che un piano di difesa comune sia ineludibile per dare forti chances alla pace. I filorussi sostengono che disarmarsi, di fronte a chi sta già ammassando basi, uomini e armi ai confini con la Finlandia, sia la maniera migliore per fermare i nuovi Adolf Hitler e Iosif Stalin putiniani, quelli che hanno già invaso Georgia, Crimea, Ucraina, Cecenia, senza che Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli si stracciassero le vesti. Intanto, la situazione per le nostre forze di élite continua a essere pessima e irriferibile. Ci sono stati acquisti ridicoli quanto costosi (vedi il dirigibile di Tassignano a Capannori), mentre mancano tute e caschi. Negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha dato nuovi dettagli sul gigantesco Golden Dome missile shield project, che costerà circa 175 miliardi e sarà completato in tre anni. Tornando alla Polonia, Michael F. Miller, direttore della Defense Security Cooperation Agency (Dsca), ha recentemente confermato la richiesta di acquisto di Varsavia, aggiungendo che i Patriot “miglioreranno la capacità della Polonia di fare fronte a future minacce con forze militari credibili, legate alla Nato e in grado di essere un deterrente contro ogni nemico”.
Nel 2017 la Polonia aveva già acquistato 208 missili Pac-3, per un totale di spesa che – col nuovo contratto – arriverà a 16,3 miliardi di dollari solo nella difesa terra-aria. Intanto l’azienda polacca WB Electronics costruirà mille Warmate 3.0 (Uav). Si tratta di droni kamikaze, che verranno consegnati a truppe di Varsavia specializzate nell’utilizzo di droni militari. Il ministro della Difesa, Władysław Kosiniak-Kamysz ha detto che si tratta di capire le nuove modalità belliche che si sono viste in Ucraina: “I droni sono la base per realizzare la deterrenza e la capacità di difesa di ogni Paese”, aggiungendo che la Polonia è un leader in questo settore. Si deve anche citare il training svolto da un gruppo di militari polacchi nella Corea del Sud. Si tratta di un corso sui sistemi di lancio di razzi per l’artiglieria, prodotti in Corea e acquistati al costo di 3,55 miliardi. Di contro, il Belgio acquisterà centinaia di sistemi polacchi di difesa antiaerea Piorun, dopo un contratto di collaborazione siglato tra le due nazioni. I Piorun sono stati venduti anche a Norvegia, Lituania e Lettonia e sono stati utilizzati anche dall’Ucraina per abbattere aerei russi. Hanno una percentuale di risultati del 100 per cento. Memore di quanto successo nel 1939, la Polonia è, tra i membri della Nato, il Paese che più spende nel settore difesa col 4,7 per cento del Pil. Nel 2026 la spesa salirà al 5 per cento.
Il contesto italiano
Nel corso di una audizione alla Commissione Difesa della Camera, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, ha delineato lo sviluppo della componente aerea delle Forze armate italiane. L’Italia punta, soprattutto, sulla Aeronautica militare, altrove sono i sistemi missilistici e digitali a dominare, come visto in Polonia e Usa, per fortuna noi abbiamo un atout come Leonardo. In sintesi, il generale ha confermato l’acquisto di 24 Eurofighter, destinati a sostituire i caccia che verranno dismessi nel 2029. Dopo di che le Forze armate acquisteranno anche 25 nuovi F-35, per un totale della nostra flotta aerea di 115 veicoli (non molti?), di cui 75 a decollo convenzionale e 40 a decollo e atterraggio verticale. Un’altra priorità è il programma Jamms (Joint Airborne Multimission Multisensor System), nato per le capacità Isr (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) e del digital warfare. Sono stati acquistati due jet L3Harris destinati a sorveglianza e ricognizione. Si tratta di un programma comune a tutto l’Occidente, da Giappone e Corea del Sud all’Europa e Stati Uniti. In Italia, sono previsti 6 velivoli Caew per il controllo aereo, con un’autonomia di 12.500 chilometri. Previsti anche due veicoli per l’attacco elettronico (elettromagnetico sul territorio, e cyber), in cui siamo in ritardo rispetto a Russia e Cina. L’Italia acquisirà sistemi radar in grado di individuare minacce balistiche ipersoniche (vedi il nuovo missile russo). Il generale Portolano ha confermato che l’adozione di un sistema simile all’Iron Dome israeliano e al Golden Dome statunitense è oggi la priorità numero uno per la protezione del territorio nazionale.
C’è infine un progetto hi-tech con Regno Unito e Giappone: il Global Combat Air Programme (Gcap), un sistema di sesta generazione che vedrà in prima fila Leonardo, basato su sensoristica, capacità stealth, autonomia e utilizzo in tempo reale dei dati. Abbiamo anche determinato la vendita di 12 velivoli M-346 Fa Fighter Attack destinati all’Aeronautica militare austriaca. Vi è anche l’opzione per altri 12 velivoli, tutti dotati di supporto logistico, training e armamento. Il M-346 Fa è prodotto direttamente da Leonardo Spa – Divisione velivoli, ed è un aereo multiruolo per missioni di attacco leggero, supporto aereo ravvicinato (Cas), sorveglianza armata e training avanzato. Dotato di avionica all’avanguardia, capacità di guerra elettronica e interfaccia Link 16, l’aereo è già stato scelto da diverse forze aeree europee e medio-orientali, essendo nel suo settore uno dei più avanzati al mondo.
Aggiornato il 23 maggio 2025 alle ore 13:55